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Vergini non ce ne sono (e filantropi nemmeno)

Scritto da il 17/10/2024

Riceviamo e Pubblichiamo

Tempo un mese e già la piazza è in subbuglio: questa società non fa niente, i giocatori non sono bravi, l’allenatore è scarso, Santopadre in realtà non ha venduto (e gestisce tutto da un’isola tropicale, in compagnia di Elvis Prestley), Borras sembrerebbe ironicamente il figlio illegittimo di capo de capi e la Camilla di Torchiagina.
Dove è la verità?
Per quanto possibile cerchiamo di fare il punto della situazione, scindendo lato societario e lato tecnico.

La società

Forse anche per il clima inquinato di questi ultimi anni, mi sembra manchi lucidità. Per dire, ho visto diversi giornalisti ed altri personaggi chiedersi cosa è venuto a fare Faroni (e in generale la società) a Perugia.
Ma diavolozompone, cosa pensate che sia venuto a fare? A fare un affare che spera sia remunerativo. Come accade anche per le più grandi squadre del mondo, gestite da fondi e/o investitori stranieri. La domanda, eventualmente, è capire come voglia arrivare a questo fine, quale sia il progetto. Ma penso che per avere la risposta a questo quesito serva ancora un po’ di tempo.

Ad oggi a quanto ho capito ci sono principalmente un presidente, un consulente, un direttore generale.
L’organigramma è piuttosto essenziale, e ci sta che per aggiungere pedine serve ponderare chi mettere e dove, che poi se metti dentro una mela marcia è un problema per tutti. La società è neonata, è bene ricordarlo, e non sono più tempi da padrone unico, specie se la proprietà ha la testa dall’altra parte del mondo.

La gestione Santopadre ha avuto un tallone d’Achille storico nella comunicazione, mentre sui social la nuova proprietà è molto attiva. Ma un conto è fare i reel, un altro è veicolare la comunicazione necessaria, rappresentarsi piuttosto che essere rappresentati da chi vuole dipingerti in un certo modo: tuttavia per comunicare serve un pensiero forte dietro, e non so se a oggi questo pensiero sia strutturato al 100%. Ed anche se non lo fosse, essendo questa proprietà appena arrivata, sarebbe assolutamente legittimo, va detto per onestà intellettuale.

Seguendo questo ragionamento penso che ciò che più manca nell’organigramma odierno sia (almeno) una figura che risponda della parte tecnica e societaria (e di rappresentanza con la Lega). Qualcuno che sia qua e che possa rispondere a chi di dovere.
Noi siamo erroneamente abituati che chiunque passi da Pian di Massiano chiede spiegazioni e dà il proprio parere come se fosse necessario, il che è un comportamento piuttosto superficiale se ci pensiamo bene. Ma proprio per questo è necessario che ci sia qualcuno sul pezzo prima che un soffio di vento (o una fraudolenza, poi dipende dalle fonti) venga trasformato in tifone.

(Almeno) Una figura capace di disinnescare le polemiche e le bramosie nemiche o di fuoco amico (?) e di fare da collante con la parte tecnica, la città e la Federazione.
(Almeno) Una figura che a mio avviso, se azzeccata, varrebbe più dell’acquisto di un giocatore.

Il rischio che questo sia un anno di transizione è alto, e per certi versi non mi spaventa, ci sta. L’importante è che si individuino mano a mano quali sono le mancanze e si pongano di conseguenza le fondamenta per provvedere.

Faccio anche un breve accenno alla questione Guadalajara / Borras.
È stato infatti ripostato ed infiocchettato un articolo, poche ore dopo la sconfitta interna con l’Entella, che riportava importanti accuse alla passata gestione del Guadalajara, formazione spagnola di cui Borras era in quell’epoca direttore generale (Vicenda che per quanto riguarderebbe un suo eventuale coinvolgimento in una situazione poco chiara, il direttore Borras ha categoricamente smentito la notizia e l’ha fatto in un’intervista ad Umbria Tv nella trasmissione Fuori Campo di lunedì scorso. N. D. R. )
La tempistica della pubblicazione non è casuale viene esplicitamente detto, perché tra le cause c’è il risultato con l’Entella e le mancate decisioni sull’aspetto tecnico (penso si alluda all’esonero dell’allenatore), come se valutazioni personali sul lavoro della società classificassero o meno la moralità di un componente della società stessa.
Se il Perugia avesse vinto con l’Entella Borras sarebbe stato quindi un santo? Ma veramente?
Mi sembra si sia perso il senso della realtà e non mi sembra una novità, nell’ultimo periodo.

Aggiungo anche che dare patenti di moralità, specie nel calcio, mi pare un esercizio difficile. Luciano Gaucci è stato considerato per anni un grande presidente, e poi trattato come un mezzo delinquente. Eppure era la stessa persona, ma erano cambiati i contesti. Ma anche figure come Agnelli o Berlusconi – per dirne due – possono essere classificate in maniera opposta, a seconda dell’interlocutore con il quale parlate.

Differentemente da altri ho sempre pensato che la nuova società veniva a Perugia per realizzare degli affari e -tagliandola un po’ con l’accetta – la differenza rispetto a Santopadre, Sciurpa, Peppin de Sguilla o Elon Musk l’avrebbe fatta la capacità economica e tecnico gestionale. E mi sembra un’ovvietà, peraltro.
Sinceramente di filantropi o vergini nel mondo del calcio ne ricordo poche.
E ne vedo nessuna.

Il lato tecnico

Secondo me la squadra di quest’anno è probabilmente meno forte di quella dello scorso anno perché alcuni giocatori dello scorso anno, cito Paz, Kouan e Iannoni – ed incidentalmente ricordo anche gli improperi che si sono presi, ritenuti colpevoli di “non sapè giocà a pallone” – avevano valori superiori a quelli che si trovano in serie C, tant’è che quegli stessi giocatori sono in serie B.

Quest’anno, a mio avviso, Giugliarelli ha composto una squadra meno fisica, date le partenze, ma ben coperta a livello numerico (manca giusto un centrocampista centrale, a mio avviso). Se Baldini lo scorso anno aveva dichiarato di voler giocare con le ali, che erano poi praticamente assenti dal roster messo a disposizione da Giugliarelli, quest’anno a mio avviso il direttore sportivo ha allestito una rosa più completa e tarata sulle diverse possibilità di gioco che il tecnico volesse adottare. Date le condizioni il suo lavoro non mi è parso malvagio, onestamente.
Il problema successivo è però: quale è la proposta di gioco del tecnico?

Fatta salva l’emergenza in difesa della prima giornata, i contemporanei infortuni degli attaccanti hanno depotenziato la proposta di gioco per le ultime 4 o 5 partite, che hanno avuto risultati inferiori alle attese. E questo è un alibi. Ciò che non mi è piaciuto della gestione di Formisano è però la difficoltà a dare una fisionomia alla squadra e la volontà di sperimentare continuamente. Che poteva avere un senso l’anno scorso, quando si andavano inserendo elementi dalla primavera, ma che oggi è sovrabbondante, specie a fronte di un amalgama che tarda ad arrivare.
L’eccessiva elasticità, adattamento dopo adattamento, sfocia in una mancanza di identità che rende anche difficile capire le vere potenzialità di questo Perugia. Che per me per stare tra i primi quattro – cinque posti ci sono pienamente, peraltro.

E’ capitato anche nelle ultime partite vedere giocatori che nei primi minuti di gara si indicavano le posizioni l’uno con l’altro. E’ davanti agli occhi di tutti come alla prima avversità la squadra si sfaldi, a mio avviso più perché manca una vera organizzazione (specie nel momento in cui devi fare la partita) che per altri motivi.
La sensazione è che le squadre che giocano contro di noi siano più organizzate, a prescindere dal valore dei singoli. Fermo restando che la scelta dirigenziale di proseguire con Formisano è chiaramente legittima, io personalmente, specie oggi con una società in fase di costruzione, vorrei avere in panchina un allenatore che possa dare qualche certezza in più.

Da un punto di vista tecnico aggiungo che cercherei un vestito stabile, provando a giocare a 3 dietro e a 4 a centrocampo ed avendo poi diverse soluzioni davanti (forse la migliore è trequartista e due punte, ma c’è materiale per fare diverse cose). In soldoni: mi piacerebbe avere un allenatore che sappia impostare un gioco chiaro ed una identità precisa: a parte qualche episodio, è una cosa che manca dai tempi di Alvini. Ed è una delle cose più immediate su cui la nuova società può incidere.

Federico Basigli per TifoGrifo

Scritto da
il 17/10/2024.
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