Massimiliano Rossi, SLO del Perugia calcio. Con gli stadi senza tifosi il calcio perde senso.
Scritto da Redazione il 19/04/2020
La figura dello SLO.
È il Delegato ai rapporti con la tifoseria (Supporter Liaison Officer, SLO, il termine inglese). Una figura professionale ufficialmente prevista come adempimento e requisito per l’iscrizione dalle Linee Guida UEFA e recepita dalla Federcalcio italiana. In poche parole deve curare e sviluppare i rapporti tra tifosi, club e Lega. Una figura strategica anche per la comunicazione tra queste componenti e le forze dell’ordine in funzione della prevenzione di conflitti. Un facilitatore, in poche parole. La serie B lo ha reso obbligatorio dal 2015. Dal 2017 quel ruolo al Perugia calcio lo svolge Massimiliano Rossi, da sempre tifoso del Grifo, dipendente dell’A.C., chiamato dal direttore generale Mauro Lucarini ad occuparsi di questo ambito delicato dell’attività societaria.
Sempre in trasferta
“Anche se era un lavoro che non conoscevo, accettai di buon grado”, racconta. Tutti i giorni dedica a questo lavoro almeno un paio di ore. “In più, il giorno delle partite, lavoro da mattina a sera, anche mi occupo dell’organizzazione degli eventi. Poi, partecipo a tutte le trasferte, che sono la parte più complessa della mia attività, perché dobbiamo capire l’organizzazione logistica e le modalità operative della società di turno e prendere contatti con la questura locale, e ogni città ha le sue peculiarità”.
In contatto costante con i tifosi. Un ruolo “diplomatico”.
Massimiliano in questo periodo, come tutti, deve restare a casa, gli impianti sono chiusi. Però, una volta a settimane va comunque a verificare le strutture. A casa, si dedica alla cucina (“ma sono un pessimo cuoco”, dice); aiuta la figlia a fare i compiti; legge e, come i giocatori, fa un po’ di allenamento sotto la guida del preparatore atletico del Grifo, tanto per non perdere troppo smalto. Rimane comunque in contatto costante con tutti i referenti dei vari gruppi dei tifosi. È il suo compito, quello che durante la stagione normale lo rende sempre disponibile a recepire le loro istanze e a filtrarle. Che si tratti di “autorizzare uno striscione o una coreografia”, che si tratti di “partecipare in questura al Gos (Gruppo operativo per la sicurezza) per rappresentare le istanze dei tifosi”, entra in scena lui. Che deve esercitare tutte le sue capacità comunicative, di diplomazia, negoziali. Ma anche decisionali e di soluzione dei problemi.
La sicurezza e il pappagallo smarrito.
Con i tifosi ha un buon rapporto, anche se all’inizio ha dovuto vincere una diffidenza che non era personale verso lui, ma verso la nuova figura e il ruolo dello SLO. Poi, la conoscenza e la disponibilità hanno agevolato la collaborazione e la soluzione di ogni tipo di problemi. Da quelli più importanti come la sicurezza; a quelli più leggeri. Come, ad esempio, quello di poco tempo fa quando, in una trasferta, in Campania, un tifoso perse un pappagallo che si era portato dietro e a cui era molto legato. La storia si concluse il giorno dopo, quando l’animale fu ritrovato grazie ad un’inserzione su Facebook che andò a buon fine. Anche in quell’occasione Massimiliano esercito comunque un ruolo perché era emotivamente coinvolto un tifoso e la questione in qualche modo riguardava il suo ruolo.
Gli SLO, la sicurezza e gli stadi senza barriere.
Gli SLO della serie B sono in contatto costante tra loro: “ abbiamo una chat, dice Rossi, nella quale ci confrontiamo sui vari problemi”. In generale, l’analisi della situazione che si fa a livello degli SLO “é che i tifosi reputano ci siano norme troppo rigide per garantire la sicurezza, e che qualcosa dovrebbe essere fatto per alleggerirle, pur senza rinunciare a nessuna garanzia di sicurezza”. Massimiliano non ha dubbi che la direzione giusta sia quella “inglese”, verso gli “stadi senza barriere, con la massima responsabilizzazione di tutte le componenti”. Questo richiede un periodo di transizione nel quale occorrerà “maggiore flessibilità di valutazione” verso comportamenti in sé non gravi ma comunque, alla lettera, passibili di sanzioni, come per esempio il non occupare il proprio posto.
I tifosi biancorossi per il sociale. A porte chiuse il calcio perde senso.
La tifoseria perugina è nella sostanza corretta e problemi di rapporti che “altrove si riscontrano, qui non ne ho trovati”, dice. Tra l’altro, come sottolineato anche dal presidente Santopadre nell’intervista di ieri (
Santopadre. Giocare adesso sarebbe un danno con beffa. Spostiamo tutto a luglio. Tifosi del Perugia straordinari.) i tifosi biancorossi in questo periodo di emergenza si stanno distinguendo per encomiabili iniziative sociali, nelle quali sono sempre stati attivi, anche in passato. “Io, dice Massimiliano, tengo i rapporti con loro anche su queste iniziative meritevoli”. Dagli Ingrifati che hanno distribuito pacchi alimentari a San Sisto, alla Brigata che ha consegnato mille mascherine al carcere di Capanne; all’Armata Rossa che si è occupata delle RSA; al Coordinamento che ha fatto una donazione all’Ospedale di Perugia. La ripartenza del calcio, se e quando sarà, è sicuro che per un lungo periodo vedrà gli stadi con le porte chiuse. “Purtroppo i tempi senza pubblico sugli spalti si prevedono lunghi e, come ha dimostrato la partita con la Salernitana, senza tifosi l’evento perde tutto il suo senso”, commenta.
Massimiliano Santopadre e Massimiliano Rossi
Il ruolo di Massimiliano Rossi, per la sua delicatezza, non può che essere svolto in raccordo stretto e fiduciario con il Presidente Santopadre. “Ho ottimi rapporti con lui, dice Rossi, mi dimostra fiducia. Mi lascia un certo margine di valutazione nel mio campo. Santopadre è un presidente che tra i primi valorizzato la figura dello SLO, comprendendo l’importanza di promuovere i rapporti con i tifosi, risorsa fondamentale per la società”.
I giocatori tutti amici. Il gruppo è valido.
Massimiliano ha anche ottimi rapporti con tutti i giocatori. “Li vedo tutti i giorni, sono amici, per questo sul piano tecnico non mi esprimo mai su di loro, perché non sarei lucido nel giudicarli”. Secondo Rossi, il gruppo è valido. “Ma la ripresa è un’incognita, per il Perugia come per tutte le squadre, perché bisogna verificare in che situazione fisica e psicologica si arriverà alla ripresa”.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia