Legnago-Perugia 2-2. Grifo orrendo, fragile e inaffidabile raggiunto nel recupero.
Scritto da Redazione il 03/11/2024Cominciamo dalla fine. Il Perugia dopo una prestazione deprimente e lo svantaggio, aveva ribaltato in due minuti il risultato. Era il 75’ e si trattava di gestire con intelligenza il vantaggio, immeritato ma prezioso, arrivato con sue zampate di Montevago e del neo entrato Sylla. Invece, i grifoni, confermano di non essere affidabili in nessun fondamentale, da quelli tecnici all’atteggiamento. Anziché palleggiare, arretrano senza intelligenza, perdono palle facili e concedono al Legnago due o tre occasioni dentro l’area. Finché, scocca il 90’ e sull’ennesima palla buttata in area dai veneti, con la difesa perugina troppo bassa, i due centrali baby, Leo e Plaia, stanno a guardare Matic che insacca. Lo stesso Matic che allo scadere del primo tempo aveva segnato l’1-0 con l’ennesimo tiro da fuori che aveva sorpreso Gemello, ormai problema conclamato del Perugia, insieme a tutti gli altri. Anche il Legnago, così, ferma l’armata Brancaleone che è questa squadra, dove giocatori che hanno calcato i campi delle categorie superiori, fanno la figura di dilettanti spauriti. I problemi tecnici c’erano e ci sono, ma quelli agonistici e caratteriali sono di gran lunga quelli più allarmanti e inaccettabili, con una squadra che è persino irritante nel suo atteggiarsi come una compagnia sgangherata di ballerine di quart’ordine senza idee, nerbo e personalità. Zauli insiste con il 4/2/3/1 in cui Torrasi e Bartolomei sono troppo lenti per quel modulo, e spesso sono presi in mezzo dagli avversari. Così, i tre trequartisti e la punta, spesso restano fuori dal gioco, perché mai serviti a dovere. Ma, aldilà delle questioni tecniche, c’è una fragilità di fondo spaventosa che viene tanto più fuori nelle partite in cui il ritmo è basso e gli avversari la buttano sull’agonismo. Una gracilità che non permette al Perugia di essere mai sicuro di niente, né di arrivare facilmente alla conclusione in porta, né di tenere un vantaggio coprendo l’area quando e come serve. Zauli avrà un gran daffare per trasformare questo brutto anatroccolo spaurito e zoppicante in un cigno capace di figurare decentemente. Il derby è vicino, troppo vicino.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia