La Sir attesa a gara 5. Lorenzetti smorza la pressione: “Non è il giudizio universale”

Siete riuscito a scoprirlo in questi giorni?

Si chiama gara cinque ma non è il giudizio universale. C’è l’idea di una bella sfida, che i ragazzi vogliono affrontare con aggressività e serietà e con un pizzico di libertà che non guasta. Questo pensiero nelle ultime due partite mi dice che non sono stato così bravo a diffonderlo. Chiedo scusa loro ma non mollo. Dobbiamo sapere poi che dentro una serie l’equilibrio si muove. Dobbiamo scoprirlo al nostro interno

Cosa vi è mancato a Civitanova?

Il pallino era in mano loro, poi siamo calati di livello nei momenti decisivi. Il primo set è il rimpianto maggiore dove non abbiamo giocato bene una palla importante. Lo abbiamo pagato all’inizio del secondo. Quando si perde sembra che tu precipiti e gli altri volano, ma dobbiamo muovere questo equilibrio dove vogliamo noi

Lei ha detto che bisogna anche essere bravi a vincere pur giocando meno bene. Oltre la battuta c’è altro da perfezionare?

Sappiamo che il servizio ci ha regalato tanto. Ci sarebbe stato utile sfruttare ciò che poteva permetterci di ottenere, ma non siamo stati bravi. Portarci dietro questo peso non sarebbe conveniente

E’ possibile far giocare tre schiacciatori?

Non mi sembra fondatissima quest’analisi. Spesso ci ho pensato, non lo nascondo, ma non in questo momento

Ha una sua idea sulle partite nei giorni di festa?

Ho la mia opinione, penso non sia il caso di intervenire.

La pressione può giocare un brutto scherzo?

Sicuramente c’è. Gara cinque, ripeto, non è il giudizio universale. Qualsiasi cosa ci sia dentro una sfida va attraversato. È un compito bello e impegnativo parlare con i ragazzi. Come abbiamo impastato in passato alcune cose lo facciamo ora, sapendo che qualsiasi cosa accade ti mette alla prova. Cerco di essere lucido, ma umile per pensare che non tutto dipenda da me

Parliamo della gestione delle bande. Ha sempre detto che i giocatori dovevano rimanere comunque in campo anche in caso di difficoltà. Vale anche adesso?

Il principio è questo, ma ogni situazione è diversa. Sono stato coerente con tutto questo: ciò che si fa non è neutro in vista della partita successiva. E imporrà di entrare in campo senza pregiudizi ma con la consapevolezza che qualche meccanismo può scattare

Quanto conta il lavoro a livello psicologico?

Innanzitutto sono un allenatore. Ogni prestazione è frutto di qualche componente. Ci sono interferenze, se riesco ad abbassarne il livello la qualità delle prestazioni aumenta

Lei ha parlato della Lube in un certo modo…

Invertire le narrazioni non è facile. È un qualcosa che parte dall’estate. Hanno avuto delle abilità nel gestire i momenti non bellissimi avuti. C’è da giocare, se qualcosa va cambiato nella narrazione di Perugia va fatto il prossimo anno

C’è da temere l’incoscienza giovanile?

E’ da rispettare cosa fanno con la palla. Non è detto che una narrazione sia fondata.