I voti del Bar Bisbylandia
Scritto da Federico Basigli il 30/05/2016
Siccome i voti si danno al bar, io che a dicembre leggo sempre le pagelle che Gianni Mura stila sui protagonisti dell’anno che finisce mi siederei al bar Bisbylandia e inviterei il giornalista, noto enologo, a portare un vinello dei suoi, e poi un po’ ebbri comincerei a scrivere così…
Rosati (a proposito di vini…)
Tiene in piedi la baracca per più e più partite. Commette nel corso dell’anno 3-4 errori, principalmente in uscita alta (quasi un paradosso, data la sua stazza), ma compie svariati interventi da antologia e in generale conferisce alla difesa quella sicurezza che non si sa da quanti anni mancava. Qualcuno dice che con lui l’anno scorso saremmo andati in Serie A: appartengo convinto a questa scuola di pensiero.
Il migliore. 7,5
Zima, Alunni, Piacenti e Santopadre
Li abbiamo visti solo nel riscaldamento. S.V.
Mancini
L’esordio a Milano è da incubo, ma probabilmente quella sera non sarebbe servito nemmeno Nesta. Sembra acquisire confidenza mano a mano che viene reinserito nella squadra e il suo rendimento cresce col tempo, il che per un primavera alla prima esperienza col calcio vero ci sta. Averlo di nuovo il prossimo anno potrebbe essere importante.
Evoluto. 6+
Belmonte
Il popolare Isis, un uomo una barba, va un po’ a fasi alterne. Si concede qualche dormita abbinata a interventi importanti. Tra il dare e l’avere il bilancio non è male, ma nemmeno eccelso. Per un certo periodo lo si è visto anche impostare, e temo che questo gli abbia provocato grosse crisi di identità, non a caso anche in chiave difensiva in quella fase ha vissuto il suo peggior momento.
Spaesato. 6
Volta
Per buona parte dell’anno il figlioccio di Bisoli è stato il migliore elemento del Grifo ed anche in chiave offensiva le sue discese su calcio d’angolo hanno fatto tornare in mente gli Scognamiglio, i Materazzi o il buon Calori dell’anno di Mazzone. Calato un po’ nel finale, non si sa se fisicamente o per mancanza di stimoli, alla fine della fiera l’ex Samp ha confermato le speranze in lui riposte ad agosto e si candida a rivestire anche per il prossimo anno un ruolo importante.
Muro. 7
Del Prete
Media tra l’inizio da 7 e la continuazione se non mediocre, quasi. Per un periodo fa l’alfa e l’omega del gioco del calcio, difende, crossa e segna pure, diventando il bomber del Perugia, ma poi perde smalto e il suo apporto cala considerevolmente, anche perché spesso gioca sugli infortuni e a forza di giocarci la sua condizione, evidentemente, non migliora. Anche i cross, che l’anno scorso non erano pochi, diventano merce rara. La fine dell’anno consegna un giocatore da rigenerare. Mi accompagni a fare la revisione?
Scheggiato. 6+
Spinazzola
Secondo Goretti, Spinazzola è stato preso per impostarlo a terzino sinistro. Secondo Bisoli è stato da lui impostato terzino sinistro perché in quel ruolo sennò mettevamo una bambola gonfiabile. Sia come sia, l’esperimento della Zambrottizzazione di Spinazzola non è riuscito abbastanza. Debole nel difendere e fumoso nell’attaccare, sebbene atleticamente, quando stava bene, sia riuscito a coprire la fascia nella sua interezza. Se era arrivato per acquisire una identità definita ha finito invece per perdersi nella identità non definita del Perugia tutto, annesso al gioco all’impronta come una goccia in un mare. Pazienza, è andata così.
Incompiuto. 5,5
- Rossi
Centrale o terzino, in fin dei conti il suo lo fa sempre. Si conferma un buon elemento di complemento, che non farà fare il salto di qualità, vero, ma che in una rosa di B ci può star bene. Affidabile. 6
Milos
Terzino, centrocampista, ala … gli è mancato di andare in porta e guidare il pullman della Primavera. Combina diversi disastri in difesa, eppure a me nemmeno dispiace particolarmente. Si mette a disposizione della squadra in maniera umile e attenta. Il risultato è rivedibile, ma bisogna tenere conto che è entrato nel momento peggiore del Grifo.
Rimandato. 5,5
Monaco
Esordisce alla fine del campionato quando le partite sono un anticipo delle amichevoli estive. Non dispiace, ma bisognerà attendere test veri e più probanti.
Materazzabile. S.V.
Alhassan
Sembra abbia un problema importante, ma nell’anno e mezzo a Latina le aveva giocate quasi tutte, e quasi tutte per 90 minuti. La parola va ai dottori, in primis, e poi allo staff tecnico, che sulle indicazioni del personale sanitario forse dovrà anche basarsi per un allenamento corretto.
Lungodegente. S.V.
Rizzo
Deludente. Se l’anno scorso il suo acquisto era stato importante per la seconda metà del campionato, quando il Perugia ha tenuto un ritmo da promozione diretta, quest’anno l’ex Reggina ha gigioneggiato qua e là per il centrocampo senza mai dare l’idea di esserci, sia atleticamente che mentalmente. Colpa di una organizzazione di gioco un po’ così o di voglie di Serie A forse da qualcuno a lui prospettate e non concretizzate? Quale è il vero Rizzo?
Double face. 5
Prcic
Prcic-cicic-cicic-cicic, facendo rima con Kocic-cicic-cicic-cicic, è diventato subito uno dei miei favoriti ancor prima di giocare. In realtà vedendo le rose della serie A questo giovane regista con esperienza importante di campionato francese, in previsione del mercato di riparazione, me lo ero segnato, perché magari poteva tornarci utile. Arrivato, ha dimostrato subito di avere doti importanti e di poter prendere in mano la squadra, anche se un paio di ingenuità lo hanno messo immediatamente in dubbio (come successo nel dopo- Entella, dove lui peraltro si era inventato il gol del pareggio). Ha giocato ad intermittenza e, dopo le reti segnate, specie alla ternana, ha dato vita ad uno schema chiamato “diamogliela ai 30 metri che tira la castagna”. Anche sì ma non solo, ecco. Se si riuscisse a confermarlo, spererei sia impiegato con continuità in un contesto tattico definito.
Risolutore. 6,5
Taddei
Ha giocato una bella partita (tipo a novembre) e nel post-gara si è tolto qualche sassolino dalla scarpa con un atteggiamento che nemmeno uno che aveva vinto il campionato da solo. Peccato poi non si sia rivisto praticamente più, e la dichiarazione successiva è arrivata la scorsa settimana, ad un raduno di giocatori-nostalgia con Riganò e Chimenti, Chevanton e Silenzi, quando ha detto che confida nel prossimo anno. Che se Dio vuole contrattualmente è l’ultimo. Non è l’uomo da sei milioni di dollari che davano in tv quando ero bambino, ma col cambio attuale tutto è diminuito, e la cifra che prende pesa un po’ tanto.
Oneroso. 4,5
Della Rocca
Interno, esterno, trequartista, a seconda di dove servisse il Bisolone lo spostava come una pedina degli scacchi e Della Rocca eseguiva diligentemente con grande abnegazione (anche se vederlo fare l’ala… vabbeh…). Tira la carretta per buona parte del campionato, si sposta di qua e di là ed alla fine arriva cotto, che giocare sempre sempre sempre dopo anni di panchine e trovarti Bisoli che ti alza e ti abbassa ogni 3 minuti è roba da citare tutti per mobbing. Finisce in panchina e un po’ rincoglionito, ma dargli pure colpe mi parrebbe eccessivo.
Frastornato. 6/6,5
Molina
Arriva scortato da una dichiarazione particolare: vuole giocare mezzala. Io lo avevo visto sempre fare l’esterno di centrocampo: sinceramente quell’intervista mi mise un tarlo in testa. Il rendimento, poi, è stato piuttosto discutibile: specie all’inizio sembrava avere dei conti aperti col pallone, cosa che col tempo si è assestata. Anche lui ha avuto problemi per trovare la posizione, tanto che tra il ruolo ambito di mezzala e quello naturale di esterno di centrocampo, forse le migliori prestazioni le ha fatte da terzino. Arturo Brachetti.
Trasformista. 5,5
Zeblì
L’esordio stagionale avviene perché ne manca uno per arrivare ad undici, poi dimostra che se qualcuno sta meglio e può tornare (almeno in ipotesi), non sembra il caso che esca lui, perché in mezzo al campo si fa valere davvero. Passa in punizione un paio di mesi per… boh… facciamo reati contro il patrimonio, poi riprende il posto in squadra e dimostra che in B ci può stare eccome. Futuribilmente lo vedo come interno di centrocampo capace di interdire sì, ma con piede educato, di quelli che cantano e portano la croce, insomma.
Sorprendente. 6,5
Zapata
Oh, per me è il mistero dell’anno. Bisoli, a novembre, disse che dopo Natale il ragazzo avrebbe avuto i 90 minuti nelle gambe. In realtà non li ha mai avuti, quindi magari parlava del Natale del prossimo anno, che ne sai. Eppure è un ’96, non un catorcio a fine carriera. Boh. Sul campo ha alternato apatia e numeri, ma avrebbe a mio avviso potuto dare molto di più. Ad esempio nel 4-2-3-1, come trequartista, era uno dei pochi – se non l’unico – che avrebbe potuto legare la squadra in quel ruolo (di certo non potevano farlo Di Carmine o Aguirre, punte e non tessitori di gioco). Peccato davvero.
Incompiuto. 5,5
Di Carmine
Fa spola tra campo e panchina, tiene palla bene e per questa caratteristica ruba anche il posto ad Ardemagni per qualche partita. Con l’arrivo di Bianchi lui o Arde devono partire e così al termine di una mezza roulette russa si trasferisce in Liguria, dove qualche gol continua a farlo. Prima o seconda punta, indifferentemente, un buon complemento di attacco.
Convincente. 6+
Ardemagni
Per settimane e settimane si trova perso nella metà campo avversaria col compagno più “vicino” ad una quarantina di metri che gli spara su i palloni a campanile e con due o tre avversari a prenderlo a collini, roba da chiamare uno psicologo, ma uno bravo. Premesso che non è una prima punta adatta alla concezione di calcio di Bisoli, giocando a 35 metri spalle alla porta va in doppia cifra nella classifica marcatori nonostante qualcuno mugugni sul suo rendimento. Alla faccia del bicarbonato di sodio (che avrà preso in dosi massicce dopo partite passate in perfetta solitudine, lassù, a vedere i compagni col binocolo). La solitudine del numero nove.
Cast away. 6,5
Guberti
Gliene succedono di tutti i colori, e si arriva alla fine dell’anno con la sensazione che se recuperato sarebbe un giocatore di categoria superiore, ma col dubbio rispetto al così poco tempo giocato. Se starà bene, sarà uno dei migliori acquisti per il prossimo campionato. Per quello passato, ahimè, resta il sapore amaro del cosa poteva essere e non è stato. Cagionevole, ma se ingrana…
Intermittente. 6
Drolè
Col Cesena in casa manda ai matti quasi da solo gli avversari, con elastici, dribbling e funambolismi vari. Si dimostra un’ala di grandi capacità e di velocità altissima, che se sarà ben cresciuta potrà fare grandissime cose. La rottura del braccio ne annacqua la presenza nella seconda parte del campionato ed il finale non è pari alle premesse del’autunno. Da tenere presente che era all’esordio in un campionato professionistico. Ha un anno importante davanti, ora. Dai Vin Drolè.
Effervescente naturale. 6+
Aguirre
Aguirre è arrivato con quella faccia un po’ così di quello che sembra che scherzi e poi ti fa saltare in aria la macchina, ed è stato da me ribattezzato subito Narcos. Mezzi atletici importanti ed una propensione al gioco di squadra da migliorare, dato che lui è sembrato un po’ anarchico in un contesto di attacco in cui, mettiamola così, quest’anno si improvvisava già parecchio. È sicuramente un prospetto su cui lavorare, e paradossalmente la sua importanza si vedeva quando Bisoli lo toglieva, col Perugia spesso a rinculare e subire senza avere Cavallo Pazzo Aguirre per ripartire.
Convincente. 6,5
Fabinho
I suoi problemi fisici sono una croce che il Perugia si porta dietro. Anche qui, come per Alhassan, parola al medico: se Fabinho sta come il primo anno di C1 è un giocatore non da B, ma da A. Se sta male il suo valore cala, ma nonostante sia a mezzo servizio è spesso servito per sparigliare le carte e portare punti decisivi al Perugia, e questo deve far riflettere. Il sogno sarebbe avere Binho e Guberti sani sulle due fasce. Nel caso, pagherei per essere il centravanti…
Stop and go. (considerate le condizioni di salute) 6+
Bianchi
Giunto come il Messia, non a caso maglia numero 33, Gesù Bianchi fa bene a Crotone e poi sparisce. Mistero della fede. Ne aspettiamo la resurrezione, anche perché ha un pluriennale.
In attesa della sua venuta, e senza sentire il gallo che canta tre volte…
Apocrifo? S.V.
Sulla gestione tecnica e societaria ho scritto qui un paio di settimane fa, non sto a ripetermi. Chiaramente condivido la decisione presa dal Presidente di voltare pagina nell’organigramma tecnico ed auspico di poter assistere alla ripresa di un percorso di crescita che sul campo quest’anno si è arrestato in maniera evidente.
Ecco, rispetto al Presidente spero torni il Santopadre trascinante ed entusiasta che quest’anno è sembrato un po’ defilato ed anche un po’ scoglionato, e credo che i cambiamenti che stanno avvenendo siano proprio testimonianza delle difficoltà che lui stesso ha vissuto in questa non facile stagione, ma anche prove di un amore e un attaccamento a prova di bomba.
Daje Presidè, abbiamo ancora tante pagine importanti da scrivere…
Chiuso capitolo, verrà mercato.
Ne parleremo.
Forza Grifo!
Federico Basigli