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Forza Norcia

Scritto da il 03/11/2016

Bisbylandia

 

Il percorso del dopo derby e del dopo Entella ha finalmente delineato le capacità del Perugia, già viste nelle prime giornate – a fronte però di risultati modesti – ed evidenziate nelle ultime partite, questa volta raccogliendo anche punti, che a calcio non è male.

Quello che colpisce maggiormente dell’attuale Grifo è l’equilibrio che sembra aver trovato.

La squadra fa gioco e sa coprirsi allo stesso modo, avendo fatto tesoro degli errori (misti a sfortuna, va detto) che tra Brescia e Cesena erano costati 4 punti.

Il Perugia di Bucchi sa avere una propria identità e, proprio per questo, sa anche adattarsi all’avversario. Sa creare equilibri ed automatismi e sa farli variare in corso d’opera cucendoli sull’andamento delle partite. Sa scoprire giocatori importanti e sopperire alle assenze senza perdere il filo.

Complimenti al Grifo ed a Bucchi: ha saputo venir fuori da una situazione delicata come quella dei pochi punti messi in cascina all’inizio stagione, pochi punti racimolati nonostante prestazioni brillanti, non rinunciando ai principi di gioco propositivo proposti, ma trovando i correttivi per farli fruttare al meglio.

La continuità di risultati, ma ancora di più la continuità delle prestazioni messe in campo, ha permesso al Grifo di sfilare via dalla zona bassa della classifica e riagganciarsi alla zona playoff, in posizione utile per cercare il giro di boa del campionato ad una altezza che prometta la salvezza, ed apra eventualmente orizzonti anche più rosei. Ma di quelli se ne parlerà al limite della primavera: in Serie B, se non ti chiami Verona o Cagliari, prima i 50 punti e poi il resto.

Ad oggi l’equilibrio raggiunto è un po’ particolare, con un 4-3-3 che vede in Nicastro un componente un po’ naif sulla fascia, sicuramente non ala pura ma utile negli inserimenti (vedi il primo gol a Vicenza) e nella copertura coast to coast della fascia, mentre dall’altro lato Guberti si comporta da regista laterale, capace di alzare ed abbassare i ritmi, anche se deve migliorare, questo sì, nella capacità di concludere l’azione. Bonaiuto, bravo ma troppo spesso autore di errori nella fase dell’ultimo passaggio, studia da Guberti, mentre si resta tutti in attesa di Drolè, che ha la velocità e la tecnica per spaccare le partite dalla panca (almeno nella fase del ritorno in campo, poi si vedrà).

Il centrocampo sembra aver trovato il suo equilibrio nella triade Dezi – Zebli – Brighi. Un incursore che fa tanto movimento ed ha una tecnica importante, una lavatrice pulisci-palloni ed un cervello che, sapendo leggere le partite e le giocate, riesce spesso a trovarsi nella posizione più utile e pericolosa per l’avversario.

Sapendo già da tempo chi sono Brighi e Dezi, dico due parole in più sullo Zebli di quest’anno: una lavatrice pronta a intercettare  palloni e “ripulirli” (come dicono quelli bravi). Deve migliorare nei piazamenti in occasione dei colpi di testa, fondamentale che quando giochi davanti alla difesa devi saper maneggiare almeno un minimo, per il resto la sua capacità di taglio sulle linee di passaggio avversarie e di recupero del pallone è al momento decisiva. Dietro al trio, scalpita Acampora, sempre positivo nei suoi ingressi per “strappare” le partite, e Ricci che può fare tutti i ruoli, anche se forse quello più a lui affine è quello di volante – regista centrale – con caratteristiche diverse da quelle di Zeblì.

Dietro, la difesa ha preso forma sull’asse dei Volta – Monaco sostenuti da un Belmonte, che è sembrato più a suo agio sulla fascia che centrale (in effetti il meglio in carriera penso Isis lo abbia dato come centrale di destra nella difesa a tre, che è un po’ una via di mezzo tra un terzino ed un centrale da difesa a 4) ed un Di Chiara che, con Belmonte che copre un po’ di più, ha licenza di sovrapporsi con minori patemi difensivi. Monaco, dopo un filotto ottimo, nelle ultime partite è sembrato un po’ in difficoltà, ma aveva toccato standard oltre le più rosee aspettative e c’è quindi da restare fiduciosi.

Non ultimo, il problema dei calci piazzati, evidenziato nelle prime partite, con questa linea difensiva stato arginato in maniera significativa. Per questo motivo, sinceramente, questo tipo di schieramento è quello che al momento mi rende più sicuro.

Volta a Pisa sarà squalificato, ma Chiosa al centro – come Belmonte – è una buona soluzione ed ora è tornato anche Mancini, anche se un po’ a corto di ritmo partita. Senza contare che Del Prete dovrà pur rientrare, garantendo così ulteriori soluzioni.

In porta Rosati fa un po’ disperare quando c’è da uscire, che si vede che non gli piace granché, ma quando si tratta di riflessi si dimostra portiere di livello superiore, ed anche a Vicenza un suo intervento ha evitato alla Lanerossi di rientrare in partita nel primo tempo. Chapeau.

Già, Vicena. La partita di domenica ha anche permesso di rivedere l’unica cosa spettacolare dello scorso anno:  Bisoli al microfono.

Non sto a farla lunga sulla qualità della squadra dello scorso anno rispetto a quella di quest’anno: in breve, simile il livello della difesa, per me lo scorso anno eravamo più forti davanti mentre oggi abbiamo qualcosa di più a centrocampo, anche se uno come Prcic mi piacerebbe averlo anche quest’anno.

L’intervista di Pierpaolo Bisoli al sempre puntuale Marco Taccucci ha evidenziato ancora una volta quanto già avevo scritto a consuntivo alla fine dell’annata calcistica precedente, quindi non mi ha sorpreso per nulla, e non sto a ripetermi. Penso che il tecnico abbia mostrato nella sua esperienza perugina limiti di vario tipo peraltro già palesati in altre piazze, è vero, e penso che le sue frasi fossero indirizzate non ai tifosi che lo hanno (a seconda delle sensibilità, e dopo avergli concesso tutte le attenuanti reali o inventate possibili) o sostenuto o sopportato, ma alla società da cui probabilmente avrebbe voluto un diverso atteggiamento sottoforma di disponibilità a seguire le sue indicazioni, cosa a mio avviso declinata – per nostra fortuna – a maggior ragione dopo le interpretazioni tattiche snocciolate da Bisoli, dalla Coppa Italia di Milano in poi.

La parentesi di Bisoli è stata una fase di regressione rispetto all’idea del Perugia che ha lo staff societario (che io condivido), e penso che questa idea abbia prodotto risultati importanti negli altri anni: tornare all’impostazione originaria è stata una scelta credo naturale e, vada come vada, perché in B di matematico non c’è nulla e ci sono squadre con ben altro budget rispetto al nostro, quantomeno andare allo stadio è tornato ad essere vedere partite e non chiacchierare del più o del meno per un paio d’ore cogli amici.

Insomma, obiettivo 50 punti, poi si vedrà.

 

Chiudo dedicando un doveroso pensiero alle famiglie che il terremoto ha privato della loro quotidianità.

Il 7 ottobre ero a Norcia dove abbiamo costituito la sezione umbra dell’associazione degli assistenti sociali per la Protezione Civile. Ci eravamo trovati in piazza, sotto la statua di San Benedetto, avevo fatto una passeggiata per quel bellissimo corso già ferito dalle altre scosse, ma i calcinacci e le transenne non potevano togliergli la sua naturale bellezza.

Vedere le immagini di quella piazza poche settimane dopo, sventrata dalla forza della natura, mi ha fatto male, come ha fatto male a tutti. Mi ha fatto male vedere perse le sue bellezze e mi ha fatto ancora più male pensare ad un popolo che aveva perso in un minuto le gemme che decoravano la loro vita. Ho pensato agli anziani che vivono nelle frazioni, in simbiosi con la natura in cui sono stati immersi per tutta la vita e che la natura ha disarcionato in un attimo. Ad ogni minimo movimento tellurico che sento da Perugia penso all’infinito logorio che subisce chi è nel cratere delle scosse.

Penso sia un imperativo morale, ognuno per come può, aiutare quelle persone a tornare alla loro normalità.

 

Forza Norcia.

 

Federico Basigli – TifoGrifo.com

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il 03/11/2016.
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