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Andrea Fulignati: la  solitudine dei numeri uno, l’armonia del gruppo e il cuore dei tifosi del Perugia.

Scritto da il 03/04/2020

 

 

Poche partite giocate, ma piena fiducia dei tifosi

Allenamento, tivù, lettura,play station. Il menu delle giornate di Andrea Fulignati in questa emergenza sanitaria è quello di molti altri giocatori del Perugia, e non solo. Il secondo portiere del Perugia detiene in questa stagione un piccolo record, quello di essere  riuscito a conquistare la fiducia di tifosi e critica pur non avendo mai giocato in campionato. Ha disputato due partire di Coppa Italia (con Sassuolo e Napoli)  e l’amichevole con la Fiorentina, ed è stato sempre tra i migliori in campo. Si è messo in evidenza con notevoli interventi tra i pali e uscite assai efficaci ma, soprattutto, sfoderando una sicurezza che è rimasta impressa.

 

“Vicario gioca perché lo merita. Per il futuro io ci sono”

Eppure Andrea ha potuto giocare poco. “Nel nostro ruolo se uno come Guglielmo Vicario fa bene, è giusto che continui a giocare. Io cerco sempre di  farmi trovare pronto per ogni evenienza. Sono contento di esserlo stato quando sono stato chiamato in causa, anche in funzione delle decisioni di chi di competenza sulla mia possibile permanenza futura a Perugia”, società con cui è legato da un contratto di prestito fino al giugno 2021.

 

La solitudine dei numeri uno…

Il portiere è il ruolo per antonomasia più delicato nel calcio e Andrea lo sa. Ma ha anche elaborato gli antidoti mentali per affrontare la cosa. “Il segreto è pensarci il meno possibile, andare in campo e calarsi nel ruolo solitario che è, con la mente più libera possibile; non farsi condizionare dagli errori e dall’ambiente e mantenere sempre il proprio equilibrio: così si ha il piacere di giocare e la serenità che ti portano a fare bene”.

 

... e l’importanza dell’armonia del gruppo

Questa tranquillità a Perugia è favorita dal gruppo di lavoro dei portieri, che Fulignati definisce armonico e ideale. “Col mister Gagliardi, Guglielmo Vicario e  Marco Albertoni (il terzo, n.d.r.) lavoriamo bene, è questo non capita sempre. Tra noi c’è fiducia e lavoriamo sereni perché sappiamo di poter contare reciprocamente sulla lealtà e sulle capacita”. E i risultati di questo clima idilliaco, conclude, “si vedono poi in campo”. 

 

Vicario, forza mentale e qualità

E già, perché se Fulignati finora  si è fatto sempre trovare pronto egregiamente, il rendimento di Guglielmo Vicario quest’anno è su livelli di eccellenza. “È sotto gli occhi di tutti cosa sta facendo Guglielmo. Ha dentro la tempra di chi è cresciuto scalando le serie inferiori. Ha una ferrea determinazione nel voler crescere e una grande  forza mentale: con quella testa e con le sue doti tecniche in serie A ci arriva di sicuro”. E Andrea ha parole di ringraziamento per Vicario anche per quello di buono che aveva detto di lui giorni fa in un’intervista (https://lnx.tifogrifo.com/vicario-una-stagione-da-incorniciare-a-perugia-piazza-di-grande-tradizione/168496/): “sono contento delle parole che mi ha dedicato perché, conoscendolo, se le ha dette, le pensa davvero”.

 

Albertoni e Capone.

Ma anche per il terzo portiere, Marco Albertoni ha parole di stima: “l’anno scorso ha giocato in serie C e non era facile venire a Perugia sapendo di avere pochi spazi. Eppure è  uno che si impegna con noi e come noi, con rispetto”. E, tra i giovani del Perugia, se dovesse scommettere sul futuro di qualcuno, Fulignati punterebbe su Christian Capone. Le qualità dell’attaccante in prestito dalla’Atalanta sono notevoli. “In allenamento, dice, gli vediamo fare cose davvero importanti. Deve solo crescere sul piano della forza mentale, ma è un ragazzo intelligente e prima o poi emergerà”.

 

Falcinelli, Melchiorri e Raiković

Sull’attacco e il problema del gol del Perugia,  Fulignati spiega che se segna quasi solo Iemmello è anche perché gli altri si sacrificano maggiormente nel lavoro per la squadra, per cui è fisiologico che segnino di meno. “Falcinelli è un generoso, partecipa al gioco, tiene palla, fa giocare i compagni e fa salire la squadra. Se stesse più in area segnerebbe di più”. Anche Melchiorri segna di meno perché “fa movimento in profondità, fa scatti utili per allungare la squadra e magari è meno lucido se gli capita l’occasione”. Dall’attacco alla difesa, Fulignati dice qualcosa anche di Rajković, che ha conosciuto nella sua stagione a Palermo. “Io ho visto il vero Rajković, un grande giocatore. Purtroppo lo stop del campionato è arrivato quando stava recuperando la condizione dopo oltre sei mesi di inattività. Per uno col suo fisico da 190×90 questo è un grande svantaggio. Ma, da professionista quale è, si farà trovare pronto quando sarà il momento”.

 

Fulignati su Fulignati

Detto dei colleghi, Andrea parla anche di sé. “Come mi sprona a fare il mister, devo migliorare nei dettagli, devo limare tante piccole cose. Però sono anche consapevole dei miei punti di forza, come per esempio una buona attitudine a giocare palla con i piedi da dietro”. Non ha particolari modelli di portieri cui ispirarsi, perché da tutti può prendere qualche spunto. “Ora come ora, quelli che più mi piace vedere sono Andanovic e Oblak”, quest’ultimo portiere della nazionale slovena e  dell’Atletico Madrid (n.d.r.).

 

 

La discontinuità del Grifo tra Oddo e Cosmi

Sul campionato altalenante del Perugia Fulignati dice che lo faceva molto arrabbiare l’incapacità della squadra “perché se solo fossimo stati più continui saremmo ancora a lottare tra le prime”. Poi è arrivato Cosmi, che Fulignati ha già avuto come allenatore a Trapani. “Conoscendolo, rivela, confidavo che quell’aspetto della discontinuità lo avremmo superato”. Invece, sono arrivate le cinque sconfitte consecutive che “hanno cambiato il nostro campionato”.

 

Alla ripresa torneo incerto e combattuto…

Ora, situazione permettendo, sembrano aprirsi spiragli per una possibile ripresa degli allenamenti a maggio e del campionato a giugno. Sarà un piccolo torneo concentrato in un periodo ristretto di tempo, preceduto da una mini preparazione, che Fulignati preferirebbe non ci fosse: “per conto mio, ma è solo una mia idea, non una preoccupazione, preferire scender in campo subito, perché la preparazione si fa ad inizio stagione, mentre noi la faremmo per finire la stagione”. In ogni caso, sarebbe un finale di torneo anomalo e del tutto particolare, “pieno di incognite e di difficoltà”, con partire tutte combattutissime, in quanto tutte le squadre dovranno o salvarsi o lottare per i posti play off, e ci saranno pochi giorni d recupero tra un match e l’altro.

 

Il cuore dei tifosi del Grifo:  la trasferta di Sesto Fiorentino e la narrazione di Cosmi

Un finale incertissimo,  nel quale comunque il Perugia su una certezza potrà contare di sicuro, i propri tifosi. “Qui la gente è molto esigente, ma ha anche un amore incondizionato per la maglia del Grifo. Me ne accorsi già quando giocavo come dodicesimo in serie D a Sesto Fiorentino e il Perugia venne in trasferta con al seguito cinquecento tifosi!”  E, poi, rivela, c’è anche la narrazione di Cosmi, che quando Andrea era al Trapani ha più volte sentito fare richiami al Perugia e “all’importanza che la squadra ha per la sua tifoseria”.

 

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

Scritto da
il 03/04/2020.
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