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Vicario, una stagione da incorniciare a Perugia, piazza di grande tradizione.

Scritto da il 30/03/2020

 

 

24 anni ma quadrato come un uomo maturo. “La salute viene prima di tutto”.

Ha ventiquattro anni all’anagrafe, ma a parlarci dà l’idea di un uomo che nell’organizzare i propri pensieri e la vita segue una logica assennata e matura. Persona quadrata ed  equilibrata, portiere attento alla cura dei dettagli, di assoluto rendimento, il migliore tra tutti i giocatori del Perugia di quest’anno. Guglielmo Vicario, classe 1996, da Udine, non rinuncia alla cura della condizione fisica nemmeno nelle costrizioni dell’emergenza sanitaria. Si allena in casa, dove ha tutto quello che serve, compreso lo spazio. “Pensavo peggio -dice- seguo il mio programma di allenamenti quotidiani e, nella situazione in cui siamo, direi che riesco a mantenere in maniera ottimale la condizione fisica”. Vive da solo e si adatta anche a cucinare: “cose semplici, anche perché mi devo alimentare in modo corretto”. Guglielmo auspica una rapida uscita dal tunnel: “l’emergenza sanitaria viene prima del calcio, sia chiaro, ma se potessimo tutti tornare alle cose che amiamo e per le quali viviamo, anche il calcio, che è un grande elemento di aggregazione sociale in tutto il mondo,  sarebbe un elemento importante per tornare alla normalità”.

 

La riduzione dello stipendio e l’eredità dell’emergenza

In questa ottica, Vicario non ha preclusioni verso l’ipotesi di riduzione degli stipendi dei giocatori di cui si parla in questi giorni a causa dello stop dei campionati. “Non sono molto a conoscenza del problema, e certamente le rinunce da parte dei giocatori sarebbero di entità ben diversa a seconda della categoria in cui giocano. Però, se la riduzione servisse a garantire un futuro normale al sistema calcio, si potrebbe percorrere”.

E, comunque, per il numero uno dei grifoni il corona virus lascerà un importante bagaglio per affrontare il dopo emergenza: “non dare per scontato nulla, nella vita come nel calcio; valutare la fortuna che abbiamo a fare questo mestiere; apprezzare il valore delle cose veramente importanti, a cominciare dalle persone care”.

 

Perugia, il peso della tradizione

È arrivato a Perugia in estate, in prestito dal Cagliari e subito ha percepito la grande passione del popolo biancorosso, l’attaccamento alla squadra, “l’attenzione sempre vigile con cui i tifosi seguono la squadra, che rappresenta quasi tutta una regione. Il contesto e la storia esistono, si sentono e van tenute in considerazione da parte di chi ci gioca”.  Questo contesto e “il popolo che c’è dietro” gli hanno fatto sentire il peso del ruolo quando è arrivato in “una piazza con la tradizione di Perugia”. Tradizione che Guglielmo Vicario ha potuto saggiare quando, giorni fa, su iniziativa della società, ha chiamato al telefono due tifosi del Grifo abbonati da sessant’anni al Perugia. 

 

Una carriera in crescita e le cose ancora da migliorare

La sua carriera prima di Perugia si è sviluppata lungo un percorso di crescita costante e lineare dalla serie D col Fontanafredda alla serie C con il Venezia, alla B sempre coi lagunari. Il Vicario attuale è il prodotto di questo curriculum, costruito, come lui stesso si esprime, con “un’etica rigorosa del lavoro, che mi sono autoimposto in maniera intransigente”. A livello fisico, di massa muscolare, deve ancora crescere: “sono ancora in via di sviluppo, dalla D alla B c’e una differenza abissale” spiega. Sul piano tecnico, invece, Guglielmo ritiene di dover migliorare nella gestione del pallone con i piedi: “devo acquisire un po’ più di coraggio nel ragionare e giocare il pallone senza buttarlo via per paura di rischiare”. E, anche sulle uscite, “devo fare qualche uscita più coraggiosa, anche se non sconsiderata”. Insomma, idee chiare anche sui limiti da correggere: tra l’altro, l’unico suo mezzo errore della stagione nella partita inaugurale col Chievo, fu proprio su una palla alta. Anche per quell’episodio il portiere ha una spiegazione logica: “sono arrivato alla preparazione con un paio di settimane di ritardo rispetto ai compagni e ho dovuto scontare un periodo di ambientamento iniziale”.

 

La sua stagione da incorniciare

Per il resto, però, una stagione da incorniciare nella quale Vicario ha giocato con continuità (“ho avuto la fortuna di non accusare problemi fisici”) ed è stato determinante  in campo parecchie volte (ha vinto ben 9 tappe del Premio Miglior Grifone del Centro Coordinamento Perugia Clubs). Guglielmo ricorda con particolare soddisfazione due parate: “quella a Livorno sul colpo di testa di Bogdan e l’altra a Crotone su Simi, sempre un colpo di testa praticamente a porta vuota”. Parate che valsero vittorie e punti al Perugia, “ma soprattutto grazie al gioco di squadra”, tiene a precisare.

 

...Quella del Grifo è mancata di continuità.

Un gioco di squadra in questa stagione fatto di alti e bassi. “Siamo partiti forti, poi abbiamo avuto alcune flessioni, la nostra pecca è stata la mancanza di continuità. Se ne avessimo avuta, avremmo adesso qualche punto in più e da certe situazioni di difficoltà saremmo usciti con maggior forza mentale”. E, nella sua valutazione complessiva della stagione, le carenze della squadra sono più importanti delle prodezze dei singoli, anche delle sue: “la gioia personale non è mai piena, se non c’è il risultato del gruppo”.

 

Cosmi

L’andamento altalenante della squadra ha portato al cambio di allenatore. Serse Cosmi, Vicario lo aveva già avuto come mister a Venezia: “conoscevo già il suo approccio, per cui ho vissuto senza traumi il cambio tecnico, anche se il fatto che è di Perugia certamente lo porta a sentire in modo particolare l’impegno e a trasmetterci il concetto dell’importanza della maglia del club per cui giochiamo”.

 

Gagliardi e il futuro roseo di Fulignati

L’arrivo di Cosmi non ha cambiato le cose dal punto di vista tecnico per Vicario ed i colleghi portieri (Fulignati e Ruggiero) perché a prepararli è rimasto Gianfranco Gagliardi: “ci ha dato un gran supporto, per noi è una specie di padre, anche fuori dal campo”, commenta. E, a proposito di Fulignati, dice un gran bene: “ ha grandi qualità  tecniche e doti umane, è un ottimo compagno di lavoro e questo mi stimola”. Insomma, se l’anno prossimo il Cagliari, proprietario del cartellino, dovesse richiamare Guglielmo Vicario per la serie A, il suo successore sarebbe di sicuro affidamento: “Andrea potrebbe già oggi giocare in tutte le squadre della cadetteria, sul suo rendimento ci metto la mano sul fuoco” garantisce.

 

Grifo, alla ripresa migliorare la classifica

Per restare alla stagione in corso e alle prospettive Perugia, Vicario resta razionale e prudente e, da bravo portiere, non si sbilancia in anticipo.  “La vittoria sulla Salernitana ci ha ridato morale e ci ha fatto rivedere la luce ma, dopo lo stop, sarà  un campionato del tutto nuovo, con dinamiche incalcolabili e troppe variabili da calcolare. Il mio auspicio è di migliorare la classifica attuale”.

 

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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il 30/03/2020.
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