ESCLUSIVA TifoGrifo – Muller: “Cara Perugia, non ti ho mai dimenticata. La Curva Nord è nel mio cuore, Gaucci un padre”.
Scritto da Redazione il 09/12/2022La nostalgia è il ricordo delle cose passate. Lo scriveva William Shakespeare, lo pensa Luis Antonio da Costa, noto come Muller. La famosa saudade per una carriera costellata di successi. Una bacheca ricca di trofei, su tutti il Mondiale conquistato negli Stati Uniti.
Era il 1994, l’avversario da battere quell’Italia che lo aveva accolto nel 1988.
Dici Muller e pensi al Sao Paolo Futebol Clube. Con la gloriosa casacca del Tricolor Paulista, Muller ha vinto cinque Campionati Paulista, due Brasilerao, due Coppe Libertadores e due Coppe Intercontinentali. Nel 1993, fu suo il terzo gol che consentì al Sao Paulo di annullare gli Invincibili del Milan di Fabio Capello. Tokyo brillò di luce accesa dalla classe infinita del meraviglioso centravanti brasiliano. Nel 1997, Luis Muller approdò al Perugia, un trasferimento complesso, ottenuto grazie alla breccia aperta dalla Legge Pelè. Con il Grifo fu subito amore, con Perugia ed il suo centro storico nacque un’affinità elettiva di quelle tanto care a Goethe.
“Perugia mi piacque sin dal primo momento in cui ci misi piede. Al principio alloggiai alla Locanda della Posta, in corso Vannucci. Dopo la società mi mise a disposizione una bellissima villa sul Colle della Trinità. Godevo di una vista magnifica. Nel tempo libero mi piaceva andare nei ristoranti, in particolare da Claudio Brugalossi nella sua Taverna.
Adoro la cucina italiana”.
Il Perugia era passato da Giovanni Galeone a Nevio Scala, aveva bisogno di rinforzi in attacco e Gaucci puntò con decisione su Luis Muller.
“Gaucci era grande uomo, un padre per tutti noi. Non ci ha mai fatto mancare nulla.
Il presidente si accordò col mio legale e sposai la causa biancorossa con grande gioia.
Ero molto felice di tornare a giocare in Serie A. Fui accolto benissimo in gruppo, il rapporto con i compagni era straordinario. Una squadra meravigliosa, con calciatori del calibro di Marco Negri, Michel Kreek, Federico Giunti, Carmine Gautieri e Milan Rapaic.
Ebbi la fortuna di incontrare Nevio Scala, un grandissimo allenatore, un uomo sempre aperto al dialogo e al confronto. A Parma aveva conquistato numerosi trofei, a Perugia sognava di ripetere lo stesso cammino compiuto in Emilia. I presupposti per fare bene c’erano tutti, quel Perugia era uno dei più forti di sempre. Quella retrocessione fu assurda e inaspettata”.
Muller salutò il gruppo a Marzo, molto prima di quella tristissima partita di Piacenza.
Dopo sole sei presenze – una da titolare contro il Parma, cinque da subentrato – decise di tornare in Brasile.
“Sono andato via da Perugia perché venivo impiegato col contagocce. Incontrai i dirigenti del Santos a Roma, la loro offerta fu soddisfacente per tutte le parti in causa e così decisi di lasciare Perugia. A Perugia sono stato poco tempo, ma non è importante la quantità.
Per me ha sempre contato la qualità, ed il tempo trascorso a Perugia non lo dimenticherò mai”.
Quello tra Perugia e Luis Muller fu vero amore, privo di vanità e noia. Breve, intenso, unico per certi aspetti. Al punto tale che Luis Muller, pluridecorato campione, ancora oggi segue e si aggiorna sui risultati del Grifo.
“Seguo sempre il Perugia con grande affetto. Mi informo sui risultati della squadra e mi auguro che possa conquistare la salvezza. Perugia è una piazza che merita di giocare in Serie A. La Curva Nord mi è rimasta nel cuore, i tifosi mi hanno sempre acclamato.
Mando loro un bacio grandissimo, così come saluto affettuosamente la città.
Bellissima, affascinante”.
Raffaele Garinella – TifoGrifo.com
FOTO: Luis Muller e Nevio Scala – archivio privato Sabatino Durante