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Allarme: si è squagliato il Perugia

Scritto da il 14/10/2017

Il Perugia brillante, spettacolare, manovriero, implacabile delle prime giornate, che aveva sorpreso e meravigliato un po’ tutti, dov’è? Possibile che sia sparito? Che si sia squagliato, liquefatto come una tavoletta di burro, con i caldi insoliti di questo autunno? Si stenta a crederlo, e io non lo credo, ma i risultati – ahi noi – dicono proprio questo. Tre sconfitte di seguito pesanti e meritate più una “inventata” dall’arbitro Ros a Palermo, fanno quattro in nove partite, tante quanto sono state le vittorie e un solo pareggio. Certo, guardando la classifica, cortissima, in un campionato equilibrato, il ruolino di marcia non sarebbe, di per sé allarmante, invece, preoccupa il modo come sono venute queste sconfitte. Da una squadra sfilacciata, sotto tono, incapace di qualsiasi reazione, mentale e fisica. Che espone subito, appena subisce un gol, la bandiera bianca, della resa incondizionata. Che cosa sia successo non mi sembra lo sappia nessuno, almeno a sentire le dichiarazioni dei protagonisti, né Federico Giunti, né i giocatori sanno dare spiegazioni, a loro stessi prima che a noi. Balbettanti e smarriti anche nelle affermazioni. Dicono: dobbiamo recuperare l’autostima, bisogna lavorare, dobbiamo lavorare di più. Sì, ma che vuol dire? L’autostima arriva con le prestazioni e i risultati e per il resto sembra non ci sia la preparazione giusta e adeguata. Eppure l’impegno è fuori discussione, anche se manca quella rabbia agonistica che fa una squadra normale, in una squadra vincente. E il riferimento alla Juventus di Antonio Conte è evidente. Un male oscuro, dunque? Certamente qualche attenuante c’è: qualche volta avranno influito le assenze di qualche giocatore, in un’altra occasione l’inferiorità numerica, ma l’organico sembra ben assortito e di qualità. Se manca qualcuno ci deve essere un altro in grado di sostituirlo senza conseguenze per il gioco e soprattutto per il risultato. Però così non è stato e l’entusiasmo delle prime gare si è trasformato in sfiducia che fatalmente coinvolge tutto e tutti. Critiche ai giocatori e soprattutto all’allenatore. Ma io non ho visto, almeno a me non è parso, che Federico Giunti abbia finora commesso errori gravi. Escluso il fatto che a posteriori tutti sono bravi a fare i tecnici. A Foggia, tanto per fare riferimento all’ultima sconfitta, la formazione era la migliore possibile e mi sembra siano stati ragionevoli e condivisibili anche i cambi fatti. Eppure la prestazione dei singoli e del complesso è stata deludente, non imbarazzante come contro la Pro Vercelli, ma a tratti lo stesso: scoraggiante. Il rigore guadagnato da Han e trasformato da Di Carmine allo scadere del primo tempo sembrava avesse riaperto, oltre i cuori alla speranza, anche la partita. E invece nulla: in cinquanta minuti due soli tiri: da fuori di Colombatto con pallone mandato oltre la traversa da Guarna e il colpo di testa con la palla che è andata a colpire il palo alla sinistra dell’estremo difensore dei padroni di casa. Tutto questo contro la difesa peggiore del campionato, che in 8 partite aveva subito già 20 gol, 21 con il gol di Di Carmine. Poco, troppo poco. Addirittura nulla considerando le potenzialità della squadra. Ha colpa Giunti? L’ho già detto, non credo. E’ chiaro, però, che contro lo Spezia, sabato prossimo, ci vuole una scossa. O la dà Giunti o la dà Santopadre.

Fortunato Vinci – Tifogrif.com

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il 14/10/2017.
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