Vuoto d’aria
Scritto da Redazione il 18/02/2014Non sopporto i tifosi che alla prima cosa che non va venderebbero mezza squadra. Figurati gli opinionisti che questo lo farebbero solo per sentito dire ed in base al risultato. La differenza, spesso, la fa avere i nervi a posto. È così che si passano i vuoti d’aria.
In tutti i campionati arriva il momento in cui una squadra accusa il cosiddetto calo fisiologico: se è scarsa, peraltro, ne accusa diversi. Il Grifo ha fatto un volo lungo quanto un girone pieno di vittorie e qualche sparuto pareggio: uno 0-0 interno ed una sconfitta sono un vuoto d’aria che fa segnare l’allarme rosso, anche perché nel frattempo il Frosinone, che qualche passaggio a vuoto lo ha accusato nel corso del campionato ma che è riuscito comunque, spesso, a fare risultato anche in quei frangenti, non si ferma.
A Pisa non ha funzionato nulla. Quando al primo minuto i nerazzurri si sono mangiati con Arma un gol che non poteva non essere segnato, il dubbio è stato: un segno del destino favorevole o rischiamo di non entrare proprio in partita? L’errore di Koprivec, uscito con le mani di salsa tonnata, ha indirizzato la gara. Il raddoppio, figlio di errori da oratorio, l’ha quasi chiusa. Il gollonzo (ma onzo onzo) di Mazzeo l’ha riaperta, ma non sempre è possibile segnare a raffica, e sconfitta è stata.
Lascio da parte gli episodi controversi: sul primo gol non credo ci fosse fallo, penso invece fosse evidente l’espulsione del portiere del Pisa per l’entrata col piede a martello su Eusepi in occasione del 2-1; in generale però l’appunto che posso fare al fischietto pugliese è che è stato fin troppo permissivo, aiutando con questo atteggiamento la tattica dei toscani, salvo poi espellere il terzino pisano con un rosso fin troppo difforme dal criterio adottato. Eusepi, ad esempio, non è mai riuscito a gestire un pallone a causa di una marcatura asfissiante, portata spesso oltre i limiti del regolamento, che lo ha limitato in maniera evidente. Se a questo si somma il fatto che non sembra, l’Umbertone, nel suo miglior momento di forma, è evidente come il Perugia perda una buona parte della sua pericolosità là davanti, dato che questa viene dagli inserimenti dei centrocampisti negli spazi che la punta libera.
Il Pisa, portata la partita a suo favore, ha difeso in 11 ripartendo con 3-4 giocatori che schizzavano come tappi di spumante in avanti. Il Perugia ha mancato spesso l’ultimo passaggio, la zampata di cattiveria alla fine di una azione. Troppo femmina, la squadra. Il migliore in campo, non a caso, è stato il maschio alfa, Comotto.
E quindi? Rimettere giù la testa e lavorare, il segreto è questo. La vittoria di Lecce aveva forse illuso qualcuno dei nostri Grifoni che il più fosse fatto? Non credo, ma se così fosse sarà bene resettare tutto e tornare ai livelli precedenti. Niente è vinto, è vero, ma niente è perso: sarà un campionato da combattersi fino alla fine, come sempre, ed i nervi conteranno molto, saranno importanti per mantenere i piedi per terra quando sarai davanti e a recuperare quando incapperai in qualche inciampo. Non pensate male, leggendo questo articolo: durante la partita ero “guasto”, ma il cervello deve sempre funzionare, specie quando l’istinto ti sovrasta, ti morde dentro.
Ed allora ragioniamo così: nelle ultime 3 giornate, Prato in casa e trasferte a Lecce e Pisa, 4 punti.
Il problema è stata la disposizione dei punti: l’exploit di Lecce ha indotto i tifosi a pensare che il più fosse fatto, col Grifo sopra il Frosinone nonostante una partita in meno. I ciociari hanno avuto partite più facili, nell’ultimo periodo (ed il “bonus Nocerina”, un insulto all’etica sportiva per come è nato, per come è e per gli effetti che produce, ma tant’è), e ne hanno approfittato. È vero che il Grifo soffre le squadre che si chiudono, ma tra un Lecce ed una Paganese non dovrebbero esserci dubbi verso quale gara si indirizzi il quoziente di difficoltà maggiore. Ed il Perugia le sta affrontando ora, molte delle partite più difficili.
Un punto in due partite, ma 4 punti in un ciclo di gare impegnative: quando le cose sembrano più pesanti, è bene ragionare così. C’è poi da ritrovare Fabinho, Filipe e Scognamiglio, troppo brutti, a Pisa, per essere veri. C’è da riportare a destra un terzino vero, dato che Vitofrancesco sarà anche multitasking, ma molti indizi fanno pensare che il ruolo di terzino di difesa a 4 non sia proprio la sua specialità primaria. Almeno non ora, che c’è da soffrire ed essere “ignoranti”, se serve. Arriva la Salernitana, venerdì, e sarà un test davvero probante: vincere ci permetterebbe di restare in cima, o quasi, resistendo alle ultime possibilità di rientro di chi è dal terzo posto in poi. Altro non posso e non voglio sapere. Le qualità per vincere ci sono.
Grifo, per tornare in alto non serve un argano a motore, basta giocar di squadra come abbiamo dimostrato di saper fare: tappati le orecchie e ricomincia a canticchiare come prima quel motivetto che ti ha aiutato finora.
Perché il fine è quello, e si può: e quindi poi (ri)Salirò.
Sipario.
Federico Basigli