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Verona-Perugia 4-1. Perugia, cuore e gioco non bastano. Ora il futuro: palla a Santopadre.

Scritto da il 18/05/2019

Una partita, una stagione. Tutto un anno in un match solo. Tutto il bene e tutti i limiti del Perugia di un anno in centoventi minuti. Esce a testa alta dai play off la squadra di Nesta che, ridotta in dieci per ll’ingiusta espulsione di Kouan da parte dell’arbitro Pezzuto, costringe il Verona ai supplementari. Nell’over time, i grifoni prendono il gol del 2-1 con la solita disattenzione della retroguardia su corner scaligero, e lì finisce la partita. I due gol successivi di Pazzini disegnano un 4-1 finale bugiardo e beffardo, ma la partita va valutata solo fino al 2-1. E allora va detto che il Perugia è stato encomiabile per impegno e spirito di sacrificio; ha ben figurato sul piano del gioco tenendo testa ad una squadra che ha tutto per tentare la serie A; ha creato occasioni importanti fallite perché non ha attaccanti di razza; ed ha ancora una volta preso gol sul primo tiro in porta subìto, con evidenti errori in marcatura sia su Faraoni (cross) che su Di Carmine (giravolta e conclusione), praticamente indisturbati. Errori difensivi che poi si sono ripetuti nei supplementari, sul secondo e terzo gol. E limiti caratteriali strutturali, se è vero che il Perugia mai ha vinto contro le squadre più forti: ma questo si spiega, almeno in parte, con i tanti giovani presenti in rosa. Stasera, però, davvero la squadra va solo applaudita per il coraggio nel proporsi e il cuore buttato oltre l’ostacolo. E Nesta va elogiato perché ha saputo darle un impianto di gioco per tutto l’arco della stagione, nonostante le note carenze in alcuni ruoli. Insomma, le stesse cose di sempre, le stesse note appuntate per tutto l’anno, nel bene e nel male. La stagione è finita ma può essere preziosa se la società saprà farne tesoro ripartendo dalle cose buone e investendo (non semplicemente spendendo) sulle prime scelte che davvero possono far fare il salto di qualità, almeno nei ruoli chiave. “Se sarà l’anno uno, dovrà dimostrarlo la società in questi prossimi due mesi”, ha detto Goretti a fine partita ai microfoni di Tef. Messaggio chiaramente rivolto alla società che, per rapporto risorse/risultati, è da anni ai vertici di tutte le classifiche, ma che è chiamata anch’essa, dopo anni di campionati positivi, al salto di qualità del progetto, prima ancora che dei risultati. Progetto che dovrebbe fondarsi sulla continuità tecnica (solo tra qualche giorno si saprà se Goretti e Nesta resteranno) e sulle prime scelte fin da inizio stagione, a marcare la differenza che esiste tra spesa improduttiva e investimento di prospettiva. E, sul piano del gioco, rispetto a quest’anno, anche maggiore fisicità e varietà di soluzioni d’attacco, per non affidarsi solo alle penetrazioni per vie centrali, ma anche ai lanci lunghi, ai cross e alle palle sporche. Ma questi sono aspetti squisitamente tecnici, che vengono dopo le scelte di fondo societarie. Dalle quali dipenderà la permanenza di Goretti e Nesta a Perugia: la palla passa sui piedi di Santopadre.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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il 18/05/2019.
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