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Venezia-Perugia 1-0. Umbri allo sbando, ai veneti basta giocare cinque minuti. La società batta un colpo

Scritto da il 12/11/2017


Il Perugia si impantana in laguna e ora la situazione diventa complicatissima. Al Venezia basta spingere sull’acceleratore per i primi cinque minuti per portare a casa tre punti che più facili non si può. Dopo una paratona di Rosati su Pinato, il gol di Garofalo viene (6′) sugli sviluppi di un calcio piazzato, con un tiro da lontano. La partita finisce lì, perché poi i grifoni, per tutto il resto della partita, al massimo tengono palla fino alla tre quarti, la buttano in avanti senza costrutto, senza idee e senza coraggio, perché in qualche modo devono giustificare il fatto che sono stati messi in campo, ma mai danno la sensazione di credere in quello che fanno, perché non sembrano credere più nel progetto tecnico e in se stessi. Basti dire che l’unica conclusione verso la porta avversaria il Perugia la fa al 7′ della ripresa con Terrani, su spizzata di Cerri. L’attaccante verrà espulso di lì a poco da una decisione tecnicamente sbagliata dell’arbitro Pinzani e, da quel momento, la scalata che già sembrava ardua, a quel punto per la squadra di Breda è diventata come scalare il Kappa 2 con l’infradito ai piedi. Non c’è più stata storia, ma neppure prima del rosso la squadra era mai stata corta nei reparti, capace di sovrapposizioni sulle fasce, di giocate veloci al limite per Han, di palle alte con un minimo di precisione per Cerri, di tempi giusti nelle giocate. Ognuno giocava per sé, con tanti saluti al concetto di squadra, che del calcio è l’essenza. E ognuno per mero onor di firma, sperando che la partita finisse prima possibile. Insomma, un disastro apparentemente senza soluzioni, una squadra che dimostra in campo poca personalità, che non mette coraggio nelle giocate, che di fronte alle difficoltà si sbriciola come un biscotto friabile e ha perso ogni punto di riferimento, a partire dai giocatori più esperti. Uno sbando assoluto, nonostante dal punto di vista squisitamente tecnico l’organico del Perugia non sia da ultimi posti nella serie B di quest’anno. La situazione ha molti responsabili, da ultimo (e quei di per ultimo) anche il neo tecnico Breda, che forse non era la soluzione ottimale per i problemi, che però non sono principalmente di natura tecnica. Ma più di tutti, oggettivamente, chiama in causa le scelte della società e la gestione che la stessa ha fatto della crisi. Dire che nelle difficoltà occorre remare tutti dalla stessa parte non è risposta risolutiva, oltre che lapalissiana. Lo scossone Breda non c’è stato. Serve qualcos’altro, servirebbe molto di più e di meglio. Cosa? Per una volta accetteremo il consiglio del presidente di non interferire con le sue scelte, neppure con una semplice critica o analisi. Sta a lui trovare soluzioni credibili, efficaci e non di mera facciata alla caduta libera del Perugia e al nervosismo che caratterizza il comportamento dei grifoni in campo e fuori. Perché, di questo passo, le prospettive di un campionato ad alta difficoltà ed in salita ci sono tutte. E il pubblico perugino, dopo le aspettative d’inizio stagione, non può essere lasciato senza spiegazioni convincenti e risposte serie. Costi quel che costi.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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il 12/11/2017.
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