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Valentina Roscini, direttore A.C. Perugia femminile. Il calcio è anche  donna.

Scritto da il 15/04/2020

 

 

Valentina Roscini, il calcio al femminile a Perugia

A Perugia dici calcio femminile e l’associazione mentale è automatica con il nome e il volto di Valentina Roscini. Prima, dal 1993, giocatrice; poi presidente del sodalizio ACF Grifo Perugia dal 2010. E, dal 2018, quando il titolo della Grifo è stato affiliato alla società di Massimiliano Santopadre, direttore responsabile dell’A.C Perugia Calcio femminile. Una realtà che annovera un centinaio di tesserate (la più “anziana” ha 37 anni, le altre tutte sotto i 25) distribuite  nelle sei squadre  presenti: Under 10, 12, 15, 17, Primavera e prima squadra.

 

La serie B unica

La prima squadra milita nella serie B unica, dove è stata ripescata dalla serie C a poche settimane dall’inizio del torneo. Occupa l’ultimo posto ma, dice Roscini, “è comunque un’esperienza formativa, pur se difficile. Ci eravamo preparate per la serie C, quando è arrivata, ad agosto, la notizia del ripescaggio. A quel punto, eravamo consapevoli di affrontare da dilettanti un campionato di livello superiore”. L’inizio è stato difficile, poi a dicembre c’è stato il cambio di allenatore, con l’arrivo di Valeriano Recchi, già secondo di Cosmi e Grosso in precedenti esperienze. Il nuovo mister “ha portato un approccio da squadra professionista. È stata una piccola svolta -racconta Valentina- le ragazze sono riuscite a tenere un altro ritmo, tant’è che quasi tutti i punti che abbiamo in classifica li abbiamo fatti in questo periodo”.

 

La serie A nel 2012

Roscini era già presidente quando la Grifo, nel 2012, conquistò la massima serie nazionale del calcio femminile, categoria che disputò per due anni consecutivi. “Quella serie A -spiega- era ben diversa da quella attuale. Allora non c’era il professionismo. Oggi al vertice ci sono Juventus, Milan, Sassuolo e altre squadre che sono organizzate in maniera professionistica, le ragazze fanno le calciatrici a tempo pieno, fanno almeno cinque allenamenti a settimana, quando noi ne facevamo tre o quattro. La A di allora più o meno equivale alla B di oggi”. Ciononostante, dice Valentina, il Perugia “fa a gomitate” per restare dove è”.

 

Campionati sospesi per l’emergenza sanitaria…

Intanto il campionato è sospeso per via dell’emergenza sanitaria, come tutti i tornei sportivi. I dirigenti delle squadre di serie A e B si sono riuniti la settimana scorsa in vista di ulteriori incontri con l’Associazione Calciatori  e le altre componenti e le varie Leghe per capire se si riprende o no. Mentre per i settori giovanili verranno conclusi, per la serie A si tenterà un salvataggio, visto il giro di sponsor che ruota attorno al massimo campionato, anche per via della Nazionale. Ma la serie B è rimasta un po’ in ombra, Roscini vede problematica la ripresa, “anche perché -spiega- molte squadre sono del nord, dove l’emergenza sanitaria sembra tutt’alto che vicina a chiudersi. Anche dal confronto coi colleghi delle altre squadre di B, emerge che “prima viene la salute. Si può finire il campionato solo se sarà possibile.” 

 

… il Perugia resta in B?

In materia nessuno ancora si è pronunciato, e il problema sarà anche quello di definire classifiche e esiti, in un caso o nell’altro. “Credo che sarebbe opportuno congelare le classifiche e dar comunque modo a qualche squadra di salire di categoria”, sostiene Valentina Roscini. Il che significherebbe, per il Perugia, la conferma della serie B. Intanto, comunque, sia le ragazze di prima squadra, sia quelle di Primavera e della Under 17, “ogni giorno lavorano a casa in base a programmi studiati specificamente per ciascuna in base agli spazi e agli attrezzi che ha a disposizione”

 

Il calcio femminile è un altro sport.

La battaglia che da sempre Roscini porta avanti è quella di promuovere il calcio femminile al di fuori degli stereotipi che vorrebbero il calcio uno sport solo maschile. “Il calcio femminile è un altro sport rispetto a quello maschile, è un alternativa e io ho sempre cercato di far passare il concetto che  bisogna dare alle bambine e alle ragazze l’opportunità di seguire la propria passione per il pallone, che in molte donne c’è ed è forte”. Roscini dice che molto si è progredito in questo senso, se è vero che anche “i genitori stanno cambiando, e man mano si convincono che anche il calcio femminile è un’opportunità per imparare la socialità”.

 

 

L’affiliazione alle società professionistiche e l’allargamento della base

Da questo punto di vista, l’affiliazione alle squadre maschili professionistiche aiuta molto. “Perché,  spiega Valentina, è un po’ come se anche il calcio femminile si adeguasse agli standard del professionismo. Questo vuol dire avere strutture, sostegno e attenzione mediatica, quindi pubblicità, che è poi sono le leve per allargare la base delle praticanti.”. Come, per esempio, il fatto che le calciatrici del Perugia, al pari degli uomini, sono state inserite nell’iniziativa sostenuta da una catena di supermercati  di pubblicizzare le figurine. E, se si allarga la base, aumenta la qualità, i risultati migliorano, quindi lo sport diventa più attrattivo per pubblico e sponsor.

 

L’affiliazione all’A.C. Perugia e i primi risultati

È il ragionamento che Roscini fece quando, dopo anni di collaborazione,  fu decisa l’affiliazione al Perugia Calcio. E i risultati si stanno già vedendo. “Per esempio, dice, la squadra Under 17, prima dell’interruzione, era seconda in classifica e con quel piazzamento si stava qualificando per le fasi nazionali, il che vuol dire che stiamo lavorando bene, stiamo creando una base solida per scalare, in prospettiva, classifiche e campionati”. E, se è vero che l’Umbria è un bacino piccolo per trovare i talenti, però, dice Roscini con orgoglio, “una nostra ragazza, Michela Gori, titolare in prima squadra, farà  uno stage di tre giorni alla Juventus”, segno che anche qui spuntano brave calciatrici. E questo della collaborazione con le squadre nazionali  leader potrebbe essere un altro fattore importante di crescita del movimento, attraverso uno “scambio di cooperazione che può andare nelle due direzioni”  perché le ragazze delle squadre più importanti potrebbero giocare nelle squadre come il Perugia per crescere, un po’ come avviene nel calcio maschile.

 

Le collaborazioni con le istituzioni accademiche

Ugualmente, sempre con il fine di allargare il movimento, si sono aperte, grazie al lavoro del direttore generale Mauro Lucarini,  collaborazioni con istituzioni universitarie come l’Accademia di Roma, per permettere a ragazze che la frequentano di giocare nell’A.C. Perugia femminile. “Da lì è arrivata la prima ragazza straniera, la statunitense Angela Rosa Boyle, arrivata a gennaio. La stessa strada si tenterà anche con l Università per Stranieri di Perugia”, dice Valentina.

 

Le soddisfazioni sportive:  lo scudetto juniores 2019 e la prima vittoria quest’anno

Insomma, un’attività impegnativa, che cerca di trovare percorsi originali per sostenere un processo di crescita del calcio femminile anche a Perugia. Il percorso è faticoso, ma Roscini dice che vi sono anche soddisfazioni che non hanno prezzo. “Per esempio, quest’anno, la prima vittoria in campionato con la Novese. Il nuovo allenatore Recchi era arrivato da meno di un mese, e quel successo ha sancito una piccola svolta, uno spirito diverso della squadra”. Ma la gioia più grande per Roscini é stata senz’altro la vittoria dello scudetto juniores dell’anno scorso. Un risultato “non pronosticato da nessuno, ma conquistato buttando il cuore oltre l’ostacolo. Il primo scudetto a livello di club, è stato un momento di grande orgoglio. E tra poco la Coppa vinta sarà ospitata al Museo del Perugia” commenta fiera Valentina.

 

…”E le soddisfazioni umane per chi di noi lavora in sanità”

Ma ci sono altre cose di cui Valentina in questo momento di difficoltà generale per l’emergenza corona virus va fiera. Nello staff e tra le atlete ci sono persone che lavorano in strutture sanitarie. Sono Valentina Brozzetti, giocatrice e infermiera a Marsciano; Arianna Marchesi, manager e operatrice socio sanitaria all’Ospedale di Terni; Alessandro Verducci, secondo allenatore della Primavera e infermiere a Magione. “Voglio fare loro un plauso pubblico, siamo loro vicini  in questo momento in cui stanno dando tanto tra mille difficoltà. È per noi un orgoglio averli nel  nostro gruppo e capire di che caratura umana sono. Sono fiera di loro”.

 

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

Scritto da
il 15/04/2020.
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