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Un tuffo nella memoria del Grifo – Beppe Dossena, il geometra di centrocampo dal piede raffinato

Scritto da il 25/08/2022

November rain. Il novembre del 1991 è un mese che non si può dimenticare. Per tanti motivi, non solo calcistici. Nella bella, paradisiaca e hollywoodiana Los Angeles, il cestista dei Los Angeles Lakers, Earvin Johnson, noto a tutti come Magic, annuncia al mondo di essere sieropositivo. Gli U2 lanciano l’album “Achtung baby” mentre a Londra Freddie Mercury, leader dei Queen, si addormenta per sempre.

Sacchi, Orrico ed altri profeti. Il calcio italiano attraversa un periodo di transizione. Sta per cominciare la famosa epoca delle sette sorelle e le cosiddette grandi sono nel pieno della rivoluzione tattica. La Juventus ha archiviato i fallimentidel presunto calcio champagne di Gigi Maifredi per far posto all’usato sicuro: dalla sponda nerazzurra di Milano fa rientrare all’ombra della Mole il grande Giovanni Trapattoni. Il Milan si appresta a diventare invincibile sotto la guida del pragmatismo di Fabio Capello, capace di far dimenticare Arrigo Sacchi, il profeta che ha conquistato l’Europa partendo da Fusignano. L’Inter è prigioniera della gabbia di Corrado Orrico, un utopico rivoluzionario della panchina convinto di riproporre il calcio di Lucca anche a San Siro. Finirà come Savonarola e fu sostituito da Luis Suarez.

Perugia sogna. Ma è a Perugia che si prepara l’inchiostro destinato a scrivere pagine indelebili della storia del Grifo. Luciano Gaucci, Andreottiano di ferro ed ex numero due della Roma del compianto Dino Viola, diventa proprietario del club salvandolo dal fallimento. Dopo aver perso la Roma sul filo di lana, passata nelle mani di Giuseppe Ciarrapico, il re dell’acqua Fiuggi, Gaucci sceglie Perugia. Un’opportunità, non un ripiego. Gaucci lo dichiara apertamente. “Dopo Roma è venuta Perugia, dopo Perugia non ci sarà più la Roma”. Il Perugia è attardato in classifica, Gaucci prepara una sontuosa campagna acquisti. Claudio Nitti dal Modena e Antonio Di Carlo dalla Roma sono i primi botti, ma Gaucci ha in servo di estrarre l’asso dalla manica in modo spettacolare.

Un campione del mondo in biancorosso. Martedì 12 novembre 1991 va in onda “L’appello del martedì”, trasmissione curata e condotta da Maurizio Mosca. Il compianto giornalista annuncia in diretta televisiva l’acquisto di Beppe Dossena, presente in studio, da parte dei Grifoni. Un colpo normale per chi aveva condotto Tony Bin a conquistare l’Arc de Triomphe, da novanta per l’allora serie C. Dossena saluta la Sampdoria da campione d’Italia in carica. Boskov non la prende bene anche perché i blucerchiati, nonostante il bis in campionato sia una chimera, sono in piena lotta per conquistare la Coppa dei Campioni. È quello il vero obiettivo dei blucerchiati, ma Gaucci riesce a convincere Dossena a scegliere Perugia.

Il regista. Dossena sceglie Perugia perché l’offerta lo fa sentire importante, perché Perugia è città dalla grande cultura e perché a Genova qualche stimolo era cessato. I compagni gli piacciono, li definisce dalla grande statura morale e dal livello tecnico superiore alle aspettative. Dossena, a cui piace la politica ed è vicino al Psi, e che si sistema in un appartamento nella centralissima Via della Gabbia, mette le cose in chiaro: “Sono a Perugia per giocare a calcio. Ho le mie idee politiche, non le cambio, ma in questo momento mi preme sottolineare che la mia professione è quella di calciatore, quindi non c’è nessun altro motivo per cui sono venuto qui e non vorrei che si strumentalizzasse la mia presenza”. Contro l’Ischia, gara in cui vanno in rete Nitti e Di Carlo, gli altri due nuovi acquisti, Dossena sforna una prestazione magistrale. I tocchi di prima, la visione di gioco, la gestione mai banale del pallone, gli valgono un 7.5 in pagella. C’è sempre qualcuno – pochi in verità – pronto a storcere il naso quando Dossena non rincorre un avversario che gli ruba palla e parla – naturalmente prendendo un granchio – di calciatore in villeggiatura. Dossena è stato acquistato per dare geometrie alla squadra, per conferire quel pizzico di inventiva. Tutte cose che riescono alla grande come contro il Barletta, sconfitto al Curi per 4-2 nell’ultima gara del girone di andata. Una doppietta di Dossena – straordinario il quarto gol realizzato con un tiro a volo su cross di Beghetto – avvicina il Perugia alla vetta. La capolista Ternana ha un vantaggio di soli due punti.

Il derby crack. Dossena si conferma anche nella sfida contro il Casarano. Sempre al volo beffa il portiere Bruno e lancia il Grifo verso la vetta dopo i 14 punti conquistati in 8 partite. Il derby di ritorno, giocato a Terni, lo decide D’Ermilio a tre minuti dalla fine. Le squadre sembravano accontentarsi dello 0-0 quando il tiro del calciatore rossoverde si deposita in rete e rompe l’equilibrio. Gaucci si mostra pacato: “Ci siamo accontentati e abbiamo finito per perdere. Meglio così di un pareggio”. La squadra rientra a Perugia nella notte dopo aver cenato a Torre Alfina. Qualche calciatore ritrova la propria auto danneggiata. Il martedì, alla ripresa degli allenamenti, Gaucci si intrattiene con la squadra e tira le orecchie ai calciatori più rappresentativi. Dossena che chiede la rescissione. “In troppi sono saliti sul carro dei vincitori, adesso siamo tornati alla realtà e la zavorra è stata scaricata, ma tra me e Gaucci l’amore è un pò artificiale”. In qualità di capitano, Beppe Dossena viene messo sotto accusa dai tifosi e si trincera in un profondo silenzio. Si isola tra la sua casa in centro e il salotto di Corso Vannucci, lontano – come è sempre stato – dalle tivù e dalla stampa locale. Avesse preferito un dialogo maggiore, magari molte incomprensioni sarebbero cessate sul nascere.

L’addio. Viene definitivamente scritta nell’ultima giornata di campionato. La sconfitta al Degli Ulivi contro la Fidelis Andria, in cui Dossena gioca una gara sottotono, allontana il Perugia dal sogno promozione ed avvicina i Federiciani. Il duello per il secondo posto si conclude in Puglia. La Fidelis Andria sconfigge il Chieti per 1-0 grazie ad un gol di Quaranta ed il Perugia pareggia 1-1 contro il Barletta. Al vantaggio di Traini risponde Antoni Di Gennaro. È l’ultimo gol in carriera, prezioso perché evita al Barletta lo spareggio retrocessione contro il Siracusa. Dossena appende le scarpette al chiodo e se ne va alla Lazio dove viene nominato responsabile del settore giovanile. Il matrimonio celebrato in pompa magna col Perugia finisce con il rifiuto di Dossena di un ruolo dirigenziale nel Perugia. La maglia biancorossa viene riposta nel cassetto dei ricordi in agrodolce. Se insieme alla storia dei presidenti, degli allenatori, dei grandi calciatori, avessimo l’opportunità di leggere i pensieri di tanti straordinari tifosi, chissà se non saremmo più consapevoli di ciò che è la storia.

Bibliografia: Il Perugia di Gaucci – Andrea Bacci; il Perugia- periodico sportivo ed. 1991/92

Foto: maglia Beppe Dossena, collezione Raffaele Garinella

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