Un protagonista che può spedire ancora più in alto il Grifo. Urge il recupero di Cerri, la torre che da scacco matto a tutti.
Scritto da Raffaele Garinella il 28/09/2017Nel gioco degli scacchi, la torre, al pari della regina, rappresenta il pezzo più importante. È libera di muoversi sia sulle caselle chiare, sia su quelle scure, ha una lunga gittata, potendo colpire i nemici da lontano, e, per tale motivazione, è denominata figura pesante. Nel calcio, un po’ come per gli scacchi, il centravanti, quello classico, la torre d’area di rigore, è determinante nell’economia del gioco. Ad eccezione del Napoli di Sarri, è difficile trovare squadre che giochino, senza centravanti. Anche il Perugia, alla luce delle recenti esperienze, ha compreso l’importanza e la delicatezza del ruolo della torre. Goretti e Santopadre hanno puntato su uno tra i migliori giovani centravanti della cadetteria, Alberto Cerri, figlio d’arte, visto che anche suo padre è cresciuto nelle giovanili del Parma. Il possente Alberto, ha lo sport nel DNA; suo nonno materno, infatti, ha vinto tappe importanti nell’affascinante mondo del ciclismo, dal giro d’Italia al tour de France, passando per la Vuelta in Spagna. È cresciuto insomma con sani valori e, cosa assai più importante, ha dalla sua la determinazione e quella dote dei grandi, l’umiltà, non nota a tutti, di cui il giovanotto è un maestro, seppure dalla verde carta di identità. La Juventus, da sempre attenta ai giovani più promettenti del calcio di casa nostra, se lo è accaparrato sbaragliando la concorrenza. Cerri ha cominciato così un percorso di crescita che lo ha condotto, dopo la parentesi di Lanciano, a Cagliari, Ferrara, e Pescara. In Sardegna ha contribuito al ritorno in serie A dei rossoblu. In estate la chiamata del Grifo che ha deciso di puntare su di lui per tornare in serie A. La torre e la regina, Cerri e il Perugia, quello che potrebbe diventare, a suon di gol, un connubio vincente.
Raffaele Garinella- TifoGrifo.com