Un bel campionato finito con qualche rimpianto
Scritto da Redazione il 27/05/2015
Conquistare la salvezza con otto giornate d’anticipo e poi finire con 66 punti al sesto posto, nel perimetro play off, è un risultato, obiettivamente, di notevole rilievo per una matricola come il Perugia. Andrea Camplone, il tecnico, ha fatto più di quello che erano le aspettative e le previsioni alla vigilia del campionato. I quindici minuti di applausi che la curva Nord ha voluto tributare ai giocatori martedì sera alla fine della partita persa nello spareggio contro il Pescara, è il “grazie” la sintesi serena, e matura, dello stato d’animo dei tifosi. Tutto sommato soddisfatti da questa prima apparizione nel campionato, lungo, equilibrato, difficile di serie B.
Detto doverosamente tutto questo è anche il caso, per completare il commento, di porsi una domanda: si poteva fare di più? Visto il contesto, considerando le tante vicissitudini di questo campionato, forse sì. Sì, c’erano tutte le condizioni per fare qualcosa di più. Voglio dire che in alcune partite la squadra è stata frenata da paure, incertezze, errori gravi ed in certe occasioni anche inspiegabili. E’ inutile stare a rivedere tutti i fotogrammi di questa maratona fatta di 43 partite, basta solo ricordare che dopo la partenza a razzo, con gioco e risultati sorprendenti, improvvisamente c’è stato un calo di rendimento repentino, improvviso, sconcertante. Perché? Le ragioni possono essere tante, ma io ho sempre sostenuto che principalmente era dovuto all’infortunio di Del Prete e dal rendimento ridotto di Crescenzi. Due giocatori straordinari, nelle incursioni, veloci ed incontenibili: le ali che hanno consentito al Grifo di volare verso mete del tutto sconosciute ed impensabili. C’era un’altra ragione, questa strutturale: il Perugia non disponeva di una punta, di un cannoniere, di un bomber. C’era sì Falcinelli che peraltro (con 14 gol) ha fatto benissimo, ma era solo coadiuvato, di tanto in tanto, da un bravo e assai promettente Parigini. Sì è vero c’era anche Rabusic e qualche altro con l’etichetta di attaccanti, ma gli era stata appiccicata addosso con eccessiva precipitazione. Dunque, due soli attaccanti, sicuramente pochi anche perché Camplone non poteva, al tempo, disporre né di Fabinho né di Lanzafame, squalificati. Alla riapertura del mercato, a gennaio, sono arrivati nuovi rinforzi a completamente di un organico competitivo dal punto di vista qualitativo, ma carente sotto l’aspetto quantitativo. Ardemagni Faraoni, Rizzo, Hegazy, Mantovani hanno migliorato notevolmente il potenziale ed hanno completato le caselle scoperte. Da allora il Perugia ha fatto un campionato di alta classifica sia pure con qualche pareggio di troppo; alla fine saranno 18, due in meno del Lanciato che ne ha fatti 20. E il rimpianto sta proprio in qualche pareggio di troppo e in qualche partita che si doveva, si poteva e si meritava di vincere. Vedere il Frosinone promosso direttamente in serie A con soli cinque punti più del Perugia è difficile da accettare senza rimpianti, considerando che sei punti la squadra di Stellone li ha conquistati proprio contro il Perugia, e in maniera, diciamo, avventurosa. Ecco, i rimpianti stanno in qualche opportunità che non si è saputa cogliere, ad di là degli errori piuttosto clamorosi di qualche giocatori che però fanno parte del gioco. Quest’anno, insomma, c’erano avversarie che non erano migliori del Perugia, a parte il Carpi e c’erano le condizioni favorevoli per fare il salto di categoria.
Fortunato Vinci – TifoGrifo.com