“Tra Passione e Realtà”, di Gian Carlo Ceruti
Scritto da Redazione il 30/11/2014Era gremitissima la sala del DECO riservata alla presentazione del libro “Tra Passione e Realtà” di Gian Carlo Ceruti stampato a da Futura Edizioni di Perugia. Un pubblico eterogeneo di appassionati di ciclismo di giudici di gara, di tecnici di squadre giovanili, di cicloamatori, di genitori, di numerosissimi giovani ciclisti con in testa tutta la squadra de Lu Ciclone di Foligno, mattatrice nelle gare dell’Italia Centrale. Grande attenzione alla presentazione del libro: una storia di cinque amici appassionati di ciclismo, testimoni della “passione” per questo sport insieme ad altri episodi, legati ai mondiali di ciclismo e ad altre gare importanti. Ceruti ha osservato la migrazione dei giovani dell’est per praticare il ciclismo in Italia; sempre da osservatore attento ha esaminato il massiccio uso di sostanze dopanti, le pressioni psicologiche per ottenere risultati a tutti i costi. Mentre poi, nella tavola rotonda seguita alla presentazione del libro, il discorso si è allargato al tema del “ruolo della famiglia, della scuola, delle associazioni nello sport” Agonismo sì o no? “Prima privilegiare il divertimento, lo stare insieme, vivere una corsa non per i risultato ma per il piacere di partecipare. Chiedere al figlio, all’atleta non come è andata ma solo se si è divertito, magari riconoscendo la superiorità di chi lo ha superato per bravura o per fortuna. I momenti di puro agonismo e di antagonismo verranno in un secondo momento”. Toccante e commovente l’intervento accalorato di Luca Panichi con la sua testimonianza di amore al ciclismo pur essendo, a causa del ciclismo, in carrozzella. “Ma quello che mi ha insegnato questo sport – ha detto – è riuscito a non farmi vedere drammaticamente la mia situazione a causa dell’incidente. Il risultato- ha aggiunto ai ragazzi – è il punto di riferimento per migliorare la nostra prestazione, ma quello che conta è restare nella correttezza e sapere che se c’è qualcuno più forte di noi dobbiamo essere pronti ad applaudirlo e a riconoscere i suoi meriti, solo così avremo lo stimolo per migliorarci.” Monia Falcinelli de “Lu ciclone” ha parlato del suo lavoro nel costruire un gruppo, nell’amalgamare, nell’educare i ragazzi: le vittorie sono secondarie in questa fase e in queste categorie di atleti”. In conclusione Ceruti ha ricordato ai giovani che “non tutti possono diventare campioni e che non dobbiamo creare problemi di frustrazione ai ragazzini, non crearne dei miti perché, quando cadono i miti – bambini o grandi campioni – i bambini o i campioni vivono drammi pericolosi”. Condotta da Luciano Onofri presidente di Passione Bicicletta e con gli interventi di Fabio Versiglioni l’editore, il pomeriggio si è concluso con la consegna a tutti i giovani atleti di un pacco dono di “Passione Bicicletta” e del primo libro di Gian Carlo Ceruti “Il ciclismo dalla Sicilia alla Toscana: antropologia di una migrazione”, in cui si racconta la “migrazione” di atleti come Visconti e Nibali diventati campioni, e come, in terra di Toscana.