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Squadra femmina (ma bella gnocca)

Scritto da il 25/12/2013

blfcRenzo Ulivieri qualche anno fa amava dire che le squadre di calcio si dividono in squadre maschie e squadre femmine.

Le squadre maschie amano giocare in modo molto fisico, lanciare lungo, fare a sportellate e, se serve, dare anche qualche calcione in più; le squadre femmine giocano di fioretto e tentano di entrare in porta con il pallone tra i piedi.

 

Il Perugia di Camplone appartiene certamente a questa seconda categoria, e- come squadra femmina- è anche una gran bella gnocca, dato che il gioco spesso proposto è materiale raro in LegaPro: paradossalmente uno dei suoi giocatori più maschi, Nicco, ha spesso delle “contaminazioni femminili” cedendo due- tre volte a partita al pensiero stupendo di provare la giocata che lo porta dritto in porta con il pallone tra i piedi.

Nel contesto di “squadra femmina” un elemento come Comotto, discutibile quanto si vuole in alcuni comportamenti nel rettangolo di gioco, è fondamentale perché entra duro, ha esperienza, rompe le palle anche alle mosche (scusate il francesismo), si fa sentire da arbitri ed avversari. Comotto è uno di quelli che quando ci giochi contro lo ammazzeresti a mani nude tanto ti fa innervosire. Per questo, e specialmente in una squadra come la nostra, il suo ruolo è oggi così importante.

 

Il Frosinone appartiene di certo alla categoria delle squadre maschie: un riferimento davanti da servire mentre gioca all’autoscontro con i difensori avversari ed un livello di agonismo molto alto, tanto che se trovi un direttore di gara mediamente severo le partite non sempre le finisci con tutti gli 11 in campo (c’è da dire che un arbitro di esperienza al primo fallaccio su Fabinho avrebbe dovuto comminare una bella ammonizione per mettere subito la gara su binari meno fisici: quel giallo mancato ha legittimato il gioco maschio del Frosinone).

 

Nota a margine: viste le proteste ciociare per l’espulsione di Gucher forse bisogna evidenziare che un intervento come quello fatto su Comotto pari pari lo faceva nel wrestling Hulk Hogan come sua mossa finale (il big boot), seguita dal legdrop. Gucher, se non altro, ha evitato di infierire col legdrop, mettiamola così.

Se vogliamo discutere del rosso diretto possiamo anche farlo, dato che non mi è sembrato un fallo volontario (anche perché altrimenti si doveva passare dal regolamento al… codice penale), ma pensare che quel fallo non fosse almeno almeno da giallo (e Gucher era già ammonito) è roba da fantascienza.

 

L’espulsione è arrivata in un momento in cui la partita poteva prendere le pieghe più disparate, ed ha accentuato le caratteristiche delle squadre. Il Frosinone, già privo di alcuni titolari, ritrovatosi in inferiorità numerica si è chiuso ancora di più ringhiando contro i centrocampisti e gli attaccanti biancorossi ed affidandosi a ripartenze a totale carico del pericoloso duo Ciofani- Curiale, mentre il Grifo ha gestito la gara mancando un po’ in cattiveria quando si poteva tirare per passare in vantaggio.

Predominio territoriale del Grifo con due- tre occasioni importanti per il Frosinone, ecco. Pareggio quindi giusto.

 

Lo scambio di scortesie tra Ciofani, Mazzeo e le loro ex squadre ha segnato la partita. Complice l’assenza di Sprocati ed il momento poco felice di Insigne, Camplone ha ripresentato Mazzeo sulla fascia, con ampia licenza di svariare. La mossa si è rivelata vincente, per il gol e per la prestazione dell’attaccante campano: era una mossa rischiosa e va dato atto che il risultato è stato positivo.

Bene (e molto) è andato anche Sini, entrato in campo quasi subito causa l’infortunio di Massoni: il laterale ex Benevento è cresciuto molto rispetto all’inizio del campionato, ed anche se non è Djalma Santos in LegaPro ci può stare.

 

Punto guadagnato o due punti persi? Quando si impatta a casa dell’inseguitrice, per me, son sempre punti guadagnati, anche perché si sottraggono all’avversario. Il Grifo, poi, col pari di Frosinone allunga sul Catanzaro, sconfitto a domicilio. La concorrenza sarà ridotta ad un duello con Frosinone e Catanzaro? Lecce e Benevento sono lontane 8 punti, che non sono pochi, specie con l’andatura che sta tenendo il Grifo (in proiezione 64 punti alla fine del campionato: per arrivare lì le squadre a 24 punti dovrebbero fare 12 vittorie e 4 pareggi nel girone di ritorno, andatura possibile, certo, ma mica noccioline!): verrebbe da dire che il duello potrebbe limitarsi ad una corsa a tre, ma se una delle inseguitrici azzeccherà un filotto, e se il Grifo calerà il ritmo, chi rincorre potrà tornare ad essere una insidia per il primo posto del Perugia. Al momento, comunque, occhi in primis sul Frosinone.

 

Bisognerà poi vedere cosa succederà al mercato di gennaio, quando tutte le squadre cercheranno di coprire le smagliature evidenziatesi durante l’anno. Mi ero concentrato sulle squadre a 24 punti perché- già, le regine estive- da Lecce giungono proclami di grandi acquisti (Max Benassi, tra gli altri, che a Reggio ahimè è incappato in diverse topiche) e squadre come il Benevento investiranno al solito cifre ingenti. In definitiva, come al solito, il Grifo pensi a se stesso: quando sei primo hai il privilegio di non dipendere da nessuno, men che meno da radioline o smartphone.

 

Al Grifo, in questo momento, preme coprire i ruoli con meno soluzioni alternative, ma è altrettanto importante che i pochi e mirati rinforzi non creino problemi in uno spogliatoio ed in uno spirito di gruppo che hanno dimostrato di essere una delle basi del Perugia. Tre begli acquisti (un centrale di scorta, in primis) ed altrettante cessioni per agguantare un sogno sfuggito in maniera irreale nel giugno scorso: secondo me, ad una squadra prima in classifica, non serve molto altro.

Intanto siamo campioni d’inverno: che non abbiamo vinto ancora niente è scontato, ma che sia la miglior posizione per salire in B, oltre che una banalità, è un dato di fatto. Ed allora grazie al Presidente Santopadre, a Mister Camplone, al Direttore Sportivo Goretti, ad ogni singolo giocatore ed a tutti coloro che stanno lavorando per riportare il Perugia nelle categorie che gli competono.

 

Resta altro da dire? Beh, sì: Buon Natale a tutti i lettori di Tifogrifo e, in generale, a tutti i fratelli di tifo perugini, in particolare a quelli che seguono il Perugia da lontano, come è capitato anche a me, per un anno, per motivi di lavoro: quando sei lontano la passione, se possibile, è anche più forte, e senti dentro le tue radici, il tuo legame con la città e la squadra ancora più intenso, più personale. L’amore vissuto da lontano.

 

Diceva una bellissima canzone che “o è Natale tutti i giorni o non è Natale mai”. Mi auguro e vi auguro che sia per il Grifo, e per chi legge queste righe biancorosse, sempre Natale.

 

Salirò!

 

Sipario.

 

Federico Basigli

Scritto da
il 25/12/2013.
Registrato sotto PERUGIA CALCIO, Primo Piano.

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