Spal-Perugia 1-1. Befana biancorossa: il Grifo non sa vincere nemmeno se in vantaggio e con l’uomo in più!
Scritto da Redazione il 05/01/2025
Il Perugia non sa vincere, non sa affondare, non sa finire l’avversario nemmeno quando è a terra, disarmato e rassegnato. In vantaggio di un gol e di un uomo (espulso El Kaddouri a fine primo tempo) e in controllo totale del match contro un avversario in evidenti ambasce ambientali, il Grifo non affonda, non gestisce, dimostra la solita incapacità di fare le cose più utili nelle diverse fasi della partita. E, per completare l’opera, riesce anche nell’impresa di farsi raggiungere “grazie” ad un’altra, sembra ormai immancabile, svista difensiva che lascia Antenucci libero di battere a rete. Un’azione subìta, un gol preso: questa la inaudita percentuale cui il Perugia ormai sembra essersi adeguato. Incredibile autolesionismo, imperdonabile incapacità di affondare, irritante altalena di alti e bassi nella stessa gara che rendono questa squadra inaffidabile anche quando il compito è semplice. E poi -rilievo tecnico- nessuna invenzione sui calci da fermo, che potrebbero aiutare la cronica sterilità offensiva. Non mancano, per completezza di analisi, le note positive nella prestazione di Ferrara, perché i due nuovi innesti Riccardi e Broh e il rientrante Dell’Orco, non demeritano e danno al Grifo, ad occhio nudo, maggior quadratura. Questo già nel primo tempo, quando le due squadre erano ancora in parità numerica e il Perugia ha fatto di più e meglio della Spal, per situazioni e occasioni. Tanto da far pensare che, in qualche modo, è stata imboccata la strada giusta per approccio mentale e prestazione. Con un palleggio sufficientemente fluido e non fine a sé stesso in mezzo al campo, anche se i soliti limiti negli ultimi venti metri (errori tecnici, di tempi e/o di scelta dei passaggi) sono comunque emersi. E anche se Matos e Lisi non hanno più il passo che serve, aldilà, per il primo, di un rinnovo contrattuale che sul piano tecnico non sembra avere alcuna spiegazione plausibile. La tenuta difensiva invece è stata buona, valutandola finché la Spal è stata in undici e ha provato a fare qualcosa per affondare. È chiaro, però, che continuando così non si va lontano. Se anche prestazioni decenti di fronte ad avversari in difficoltà, con occasioni create in serie, non si riescono a vincere, il problema è anzitutto mentale e chiama in causa anche la gestione del gruppo da parte del tecnico. Che, al momento, non è ancora riuscito ad innescare l’elettroshock che servirebbe imprescindibilmente.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia
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