Serie B. Il cerchio magico. (Quasi) tutti contro il Perugia? E contro le norme?
Scritto da Redazione il 28/07/2023Dunque, pare che il mondo intero (o quasi) si sia schierato, o si appresti a farlo, con il Lecco. In nome, ufficialmente, del nobile (e lo è davvero, per chi scrive, sia chiaro) riconoscimento del merito sportivo. In ragione, per essere più chiari, almeno da parte di alcuni dei protagonisti della vicenda, di interessi più prosaici.
La FIGC contro se stessa
In primis, la FIGC, Federazione Italiana Gioco Calcio, del presidente Gravina, che ha varato da anni, e confermato a chiare lettere a novembre scorso, norme tese a stabilire criteri e termini perentori per l’ammissione ai vari campionati e ad evitare che fosse tutelato il diritto di chi ha bilanci a posto e strutture adeguate. Ma che, adesso, vorrebbe rinnegare quelle norme per salvare la faccia dopo aver cercato di coprire i pastrocchi maldestri commessi dal Lecco in sede di presentazione degli atti per l’iscrizione al campionato di serie B (per inciso, se una società vuol partecipare ad un campionato professionistico deve dimostrarlo di valerlo non solo sul campo, ma anche dal punto di vista dell’organizzazione). La Federazione ha presentato ricorso avverso la sentenza del Collegio di Garanzia del CONI e ha preso posizione pubblicamente (e del tutto inusualmente) col suo presidente, che ha definito uno scandalo l’eventuale esclusione del Lecco dalla cadetteria. Omettendo accuratamente di spiegare perché mai il massimo organo della giustizia sportiva avrebbe dovuto considerare carta straccia le norme e i termini perentori stabiliti, giova ripetetelo, dalla FIGC stessa. Il Collegio del CONI, in verità, comprendendo l’imbarazzo della Federazione sportiva più grande affiliata, aveva fatto capire alla FIGC che avrebbe potuto adottare, in autotutela, una soluzione capace di evitare le code giudiziarie di agosto e assicurare il rispetto dei calendari varati. Quella soluzione era l’ampliamento della serie B a 21 (o magari a 22) squadre, possibile, visto che il format previsto dalle norme per il secondo campionato italiano è ancora quello a 22. Ma la FIGC ha fatto orecchie da mercante. Tetragona e decisa come dovrebbe essere per ben altri aspetti, profili e situazioni e cause del calcio italiano, la FIGC ha detto che il format non si tocca. Dunque, si va al Tar Lazio e al Consiglio di Stato, sperando che lì, accompagnato da frastuoni mediatici chissà quali, accada qualcosa di illogico o, magari, di anomalo, che vada contro le norme della FIGC stessa. Un paradosso che è solo l’ultimo del governo del calcio italiano, ridotto sul campo e, peggio ancora nella sua governance, ad essere tutt’altro che ai vertici del football mondiale.
La Lega e la torta dei diritti televisivi
Poi, la Lega di serie B, anch’essa abbarbicata sul fortino del format a venti. Qui la ragione si capisce ancor più facilmente: le società di serie b hanno una torta da spartirsi, quella dei diritti televisivi. Una torta ridotta rispetto al passato: meglio dividersela in venti che in ventuno o ventidue. Secondo un’anticipazione di Michele Criscitello di SportItalia, parrebbe che adesso i 18 club già sicuri di partecipare alla serie B 2023/2024 vogliano congiuntamente presentare al TAR Lazio la loro mozione per salvare il formata a 20 squadre e per non ritardare l’inizio del campionato. Dunque, per annullare la decisione del Collegio di Garanzia del CONI che ha escluso il Lecco. Non si sa su quali argomentazioni giuridiche verterebbe il ricorso dei 18 clubs. Se la voce verrà confermata, siamo curiosi di capire cosa si saranno inventati, nei confronti di chi e con quali motivi di fatto e di diritto.
Lo strabismo dei media nazionali
Un discorso a parte meriterebbe la stampa nazionale, sportiva e non. Generalizzare non si deve e non lo vogliamo certo fare noi che siamo una testata giornalistica con ventidue anni di onorata storia. Ma è certo che qualche dubbio viene, quando si leggono certe ricostruzioni strabiche della vicenda che sottolineano (giustamente) i meriti sportivi del Lecco senza però evidenziarne anche le non lievi carenze dal punto di vista organizzativo e burocratico. O quando si continuano ad adombrare presunte lacune infrastrutturali dello stadio Curi, già smentite dal sopralluogo della Commissione Infrastrutture della FIGC, e sulle quali, guarda caso, verte il ricorso della Spal contro la graduatoria delle riammissioni in serie B. Troppi indizi per non pensare che almeno una parte della stampa voglia far sentire il proprio peso per aiutare le cose ad andare non come le norme prevedono, fatti salvi i meriti sportivi del Lecco squadra.
Le istituzioni
Un discorso a parte meritano le istituzioni. Il Comune di Lecco, giunta e consiglio, affiancherà la squadra lariana nel ricorso al TAR Lazio. Sicuramente verranno invocate le ragioni della legittima difesa di un generale interesse pubblico quale certamente è ila squadra di calcio cittadina. E, magari, riportando lo stato di avanzamento dei lavori di adeguamento dello stadio, iniziati solo ora, si vorranno coprire le carenze del “Rigamonti-Ceppi”, che è di proprietà comunale ed wwwè all’origine di tutte le vicissitudini del Lecco calcio. Mentre da Perugia ancora nessuna istituzione ha fatto sentire la propria voce sulla vicenda, non possiamo fare a meno di confessare, anche per il ricorso del municipio lecchese, la nostra curiosità sule argomentazioni che verranno addotte.
Cerchio, accerchiamento o girotondo?
Il cerchio, o l’accerchiamento attorno al Perugia, sembra completo. Sempre che non sia solo un disordinato e non organizzato girotondo. E certamente a Lecco si confida nel fatto che tutto questo messo insieme potrebbe costituire una discreta forma di pressione dosi gli organi chiamati a giudicare, TAR Lazio e Consiglio di Stato. Siamo in Italia e, a volte, succede anche ciò che non è prevedibile, conforme alle norme e alla logica. È vero che le norme sono chiare e i fatti documentati. Questo dovrebbe bastare, in una situazione normale, per confermare in sede di giustizia amministrativa il giudizio del Collegio di Garanzia del CONI. Ma sarà comunque bene osservare con attenzione tutte le mosse dei protagonisti, perché, come visto, c’è chi sta alacremente lavorando perché questa vicenda diventi atipica o eccezionale.