Santopadre a Tef: il passo secondo la gamba, ma tre rinforzi per il Grifo.
Scritto da Redazione il 20/11/2018
Il Presidente del Perugia stato ospite della trasmissione Grifo Stadium, condotta su Tef da Giulio Nardi. Ecco, in pillole, cosa ha detto.
Le risorse e gli obiettivi del Grifo. La serie A è possibile.
“Le risorse ci sono, secondo me sono sufficienti per gli obiettivi ambiziosi che abbiamo. Solo che altre società hanno possibilità maggiori, tra paracadute e altro, per cui anche se le nostre risorse non sono poco significative, certo non ci danno un grande vantaggio nella corsa alla serie A, tantomeno dopo che negli ultimi anni ci sono state decine di milioni a disposizione delle squadre retrocesse.
Il Perugia quest’anno ha ben 17 giocatori di proprietà soprattutto grazie alle maggiori possibilità che abbiamo avuto con le plusvalenze che ci hanno permesso di riaprire un ciclo, investire in giovani promettenti e puntare nell’arco di due-tre anni a salire di categoria.
Per aprire un ciclo ci vuole però che tutti siano orientati verso l’obiettivo. A partire dai tecnici, perché per aprire un ciclo ci vuole continuità di guida tecnica, cosa che finora non siamo riusciti ad assicurare, vuoi per scelte nostre, vuoi per scelte degli allenatori di fare altre esperienze.
E anche per i giocatori è lo stesso discorso, con l’aggravante che è molto difficile fare mercato per l’esposizione mediatica del calcio: io è come se avessi l’ufficio in piazza!”.
Goretti. “Il rapporto continua nonostante che ci siano state richieste di altre società importanti. Ma lui è di Perugia, è umile ma determinato e sa cosa vuole. Lo stimo molto e spero che il connubio con lui possa continuare, ma poi se dovesse un giorno cessare, non sarebbe la fine del Perugia”.
Il passo secondo la gamba. “Perugia è una piazza ambiziosa, con una giusta, grande voglia di tornare in alto, e questa è stata forse la causa dei fallimenti recenti, accaduti forse per la smania di assecondare la piazza in questa sua voglia di rinverdire la storia del grande Perugia, senza invece fare il passo secondo la gamba, come è giusto e doveroso fare”.
Serie b, fallimenti, giustizia sportiva e penalizzazioni. “Sulle vicende della giustizia sportiva e della serie B, Santopadre dice che la Lega di serie B sta cercando di mettere mano al problema delle società che non rispettano gli equilibri finanziari. I fallimenti di tre squadre sono persino pochi se si considera la situazione. I fallimenti ci sono in tutti gli ambiti economici, ma nel calcio hanno una rilevanza sociale e mediatica che coinvolge città intere. Nei prossimi due anni spero che si possa scongiurare il pericolo di ulteriori fallimenti, ma teniamo conto che già regole rigide e serie ci sono. Intanto, la prossima stagione la serie b potrebbe restare a 19 o a 20 squadre, ma vedremo Gravina cosa intende fare. Quest’anno, il modo con cui siamo scesi a 19 non sarà sembrato, e non è stato, il migliore, ma si è presentata una situazione eccezionale che non poteva non essere colta nell’interesse della serie b e del calcio italiano. Sulla penalizzazione del Foggia non mi pronuncio, perché se i giudici hanno deciso così vedendo le carte, la cosa va rispettata. Anche se io preferisco giocarmela sul campo alla pari con tutti”.
Stadio Curi. “Non sono d’accordo con le recenti dichiarazioni dell’assessore Prisco. Non avrei detto nulla sull’argomento, per non dire cose imprecise o precipitose. Avrei preferito che tutto fosse rimasto sotto traccia fino alla firma dei contratti. I soldi sono tanti, e con 18 milioni di euro si fa uno stadio, ma non come lo vorrei io. E poi, oltre i 18 per la costruzione, ce ne vogliono almeno altri 3/4 prima di arrivare a iniziare l’opera. Ho tirato un po’ il freno perché mi è stato chiesto un impegno sul 60% della spesa e voglio vederci chiaro. Anche perché il problema stadi in Italia deve essere prima una responsabilità della parte pubblica, governo e comuni. Bisogna capire se lo stadio è sostenibile e se farlo potrebbe mettere a repentaglio la società. C’è anche da valutare la soluzione di fare le cose con gradualità. Cominciando dalla sicurezza, per esempio dai seggiolini, il cui costo è di 370.000 euro e io ne ho già anticipati 100.000, perché altrimenti la Uefa non ci dà l’agibilità dello stadio. E, poi, dalla copertura della curva nord, per dare comfort ai nostri tifosi, che se lo meritano”.
Quest’anno abbiamo preso giocatori da combattimento. E il pubblico li apprezza.
“Ai giocatori quest’anno ho detto che devono essere agonisticamente ineccepibili. Siamo ripartiti con un gruppo nuovo. Ho chiesto a Goretti di puntare anche sugli aspetti “da combattimento”dei giocatori, magari anche a scapito di quelli tecnici. Ed è la squadra che indirizza il pubblico, non il contrario. Se il pubblico vede una squadra moscia, non si fa trascinare. E quest’anno la squadra è riuscita a entrare in sintonia col pubblico perché gli riconosce queste doti”.
Santopadre prende l’impegno (scritto) di fare tre acquisti a gennaio. Sono il primo a rendermi contro che ci sono degli squilibri. Le prossime sette partite ci diranno dove dovremo intervenire. È da un mese che abbiamo cambiato modulo e quindi dobbiamo capire quale è la nostra direttrice per fare il mercato. Qualcuno chiede di Pajac, ma il centrocampo a 4 non è il suo modulo. Quanto alla rosa, non sono favorevole alle rose larghe, che creano problemi di gestione del gruppo. I tre che arriveranno potrebbero anche essere nomi importanti.”
Han. “Il coreano dovrebbe tornare in panchina a Benevento, dove potrebbe anche giocare qualche minuto. Han, Melchiorri e Vido insieme? Il tridente lì davanti è il nostro sogno. Nesta sicuramente li farà giocare insieme, anche se bisognerà capire in quel caso come trovare l’equilibrio con Verre, che è altro giocatore che il Perugia sta restituendo al grande calcio in un ruolo nuovo”.
Nesta. E Di Carmine. “Ho detto che se dipendesse da me prolungherei subito il contratto a Nesta. Ma mano mano che conosco Nesta capisco che non devo pressarlo. Voglio che rifletta bene sulla mia proposta. Perché non voglio che a fine anno arriva il Sassuolo di turno e se lo prende. E io sono stanco di fare figuracce coi tifosi, perché pare che sono io a voler mandare via tecnico e giocatori importanti, mentre il contratto si fa in due e se, come nel caso Di Carmine, arriva un’offerta stellare, non si può fare niente per trattenerli. Nesta ha grandissima umiltà, nonostante sia campione del mondo. Sa organizzare il lavoro con sacrificio e con uno staff che unisce la quantità alla qualità e cura la preparazione in ogni particolare. Cito il preparatore atletico Vaccariello che è minuzioso e preparato. E il lavoro paga, prima o poi. Inoltre Nesta ha un grande rapporto con il direttore sportivo e questo è molto importante e una rarità nel mondo del calcio”.
..e Bucchi. “Siamo stati vicini a riprenderlo, anche se mi ero sentito un po’ tradito dalla sua scelta di andare a Sassuolo. Poi Bucchi aveva pretese economiche di ingaggio alte, e c’era anche il problema dello staff. Nonostante questo, lo avrei ripreso, ma quando è arrivato Nesta non ci ho pensato due volte, perché subito ho avvertito un’energia diversa”.
La difesa. “Sgarbi mi piace molto, mi dà sicurezza. El Yamiq l’anno scorso ha fatto 20 partire in serie A. Siamo giovani e dobbiamo metter in conto qualche errore, ma anche la forza e l’entusiasmo dei giovani. Le amnesie difensive sono dovute soprattutto al fatto che non abbiamo ancora perfezionato intesa e meccanismi, se è vero che abbiamo preso 18 gol. E comunque siamo una squadra coraggiosa e votata all’attacco, per cui ci sta che, giocando alti e in avanti, prendiamo qualche gol in più”.
Il Museo del Grifo. “Per me il Museo vale quanto la serie A. Si è potuto fare grazie alle plusvalenze dalla vendita di Zebli. Era un’idea dei tifosi. Io l’ho sposata con entusiasmo e se penso che tra tanti anni ancora saremo ricordati per questo, mi emoziono”.
La serie b in tv. “Sono contrario allo spezzatino della serie B. Io vorrei che le partite si giocassero il sabato e la domenica. Invece, si gioca su tanti giorni e questo penalizza anzitutto l’abbonato”.
Sponsor. “Siamo stazionari. Abbiamo guadagnato Vitakraft, ma perso Farchioni dopo ben otto anni”.
Vicenda Del Prete. “Le recenti dichiarazioni di Giunti non le capisco. Capisco il suo rammarico, e la voglia di trovare giustificazioni ad un’annata non eccelsa. A suo tempo dissi che se avessimo dovuto toglier la fascia da capitano a Del Prete, sarei stato io a doverglielo dire. Parlammo coi giocatori più esperti e rappresentativi e tutti convennero che ci voleva un capitano con maggior spessore caratteriale. Scegliemmo Brighi (e non si rivelò nemmeno quella una scelta azzeccata) e Del Prete non la prese bene”.
Giunti. “Aveva fatto una preparazione basata sulla brillantezza e, quando è finita la benzina, siamo crollati. Non ho potuto non esonerarlo. Giunti aveva in testa un grande calcio, ma questo non basta. Perché per essere grandi allenatori ci vuole lo staff, saper interagire con lo spogliatoio, a volte quando serve anche alzare la voce”.
Novellino e Cosmi. “Novellino è un bravo allenatore, ma per lui vedo adatte squadre con giocatori esperti e di richiamo. Ma per il Perugia che si basa sui giovani e ogni anno fa diverse scommesse, non lo ritengo adatto. Idem Cosmi. Lo chiamai personalmente. È persona intelligente e acculturata, piacevolissima. Ma non ho mai pensato di prenderlo per allenare il Perugia e glielo dissi, quando uscì il tam tam mediatico sul suo nome. Lui apprezzò”.
Bordin, Bianchimano, Terrani e Monaco. “Monaco non piace a Nesta, che non lo convoca, anche se è in rosa, e a gennaio lo sostituiremo. Gli altri tre sono giocatori nostri e io ne ho parlato con Nesta, perché io parlo coi giocatori e mi informo e voglio far sentire la vicinanza del presidente a tutti loro. Di Bianchimano Nesta pensa che non sia pronto per la b e giocherà quando “cadrà di meno a terra”. Secondo me è simile a Ciofani, ed è più forte di lui tecnicamente, ma deve maturare dal punto di vista fisico. Bordin è per Nesta poco incline al sacrificio. Terrani Nesta lo vede dietro a Verre e se accetta questa gerarchia bene, altrimenti dovremo pensare ad altre soluzioni, anche se io,lo apprezzo molto”.
I portieri. “Dopo il play off perso con la papera di Koprivec, prendiamo l’esperto Rosati, che dopo un primo anno importante ha avuto una caduta. Allora viriamo su Leali, che fino a qualche anno fa era considerato l’erede di Buffon. Invece, purtroppo, anche lui non ha fatto bene in un annata difficile. Lo avevamo comprato e ci era costato molto, ma quest’anno abbiamo comunque deciso di prendere Gabriel che sulla carta è il portiere più forte della b. Ma, intanto, Leali si sta allenando ed è tornato forte. A gennaio vedremo cosa fare. Leali non va sprecato. E poi c’è il terzo, Perilli, bravo e capace di fare spogliatoio”.
Santopadre e Perugia. “Vivo almeno la metà del mio tempo a Perugia, e mi sono legato anche sentimentalmente con una perugina. I perugini sono simili ai romani, perché ci sentiamo cittadini e poco inclini a considerare come perugini quelli appena fuori città”.
Santopadre e i media. “Ho scelto di parlare poco, perché spesso mi è capitato di sentire diffidenza e quello che dicevo veniva travisato. Questo mi ha portato a irrigidirmi, mentre invece avrei dovuto passare sopra alle critiche e spiegarmi meglio”.
Il Perugia quest’anno è come un elastico. “Se lo tiri può arrivare lontano, ma devi stare attento a non tirarlo troppo, se no si rischia di spaccarsi. Possiamo arrivare molto lontano se manteniamo equilibrio”.
Verso Benevento. “Una partita contro una squadra favorita si dovrebbe preparare da sola, non c’e bisogno che intervenga il presidente. Quest’anno la squadra è mentalmente forte e consapevole dei propri punti di forza e dei propri limiti. Noi siamo consapevoli di come e dove dobbiamo intervenire per rinforzarla, ma la squadra ha già una sua identità e io so già chi siamo, a prescindere dal calendario e dai prossimi impegni più difficili”.
Redazione TifoGrifo