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Roberto Goretti si racconta a Di Marzio tra passato e futuro

Scritto da il 22/03/2020

 

 
L’attività sportiva delle varie squadre calcistiche professionistiche è ferma e chissà mai se riprenderà. Anche ad oggi, 22 di marzo, è impossibile dare risposta al principale interrogativo che tutti gli amanti dello sport si pongono ed ecco che i vari addetti ai lavori, onde evitare il rischio di rimanere in qualche modo “arrugginiti”, tracciano un bilancio su diversi temi. Nella serata di ieri è toccato al direttore dell’area tecnica del Perugia Roberto Goretti, intervistato da Gianluca Di Marzio sulla sua pagina Instagram.
 
LA PRIMA PROMOZIONE IN A, UN RICORDO INDELEBILE – Il primo pensiero va al 1995/96, stagione in cui il Perugia, dopo un’assenza durata 15 anni, è riuscito all’ultima giornata a tornare nella massima serie: “Fu un’annata dai due volti – ricorda Goretti, che tra l’altro proprio in quella occasione fece il salto dalla Primavera alla prima squadra – in cui partimmo veramente male. Alla nona giornata eravamo penultimi mentre la Reggiana di Ancelotti era ultima e alla fine salimmo entrambi”. La svolta fu l’arrivo in panchina di Giovanni Galeone: “Ancora oggi ricordo il suo primo discorso. Ci disse che era arrivato per portarci in serie A. Lo guardavamo e pensavamo fosse matto. Invece facemmo una rincorsa straordinaria con dei filotti giocando qui a Perugia uno dei più bei calci visti da queste parti negli ultimi 20 anni”. Un modo di giocare che spesso e volentieri influenza le scelte in sede di mercato dell’attuale ds biancorosso: “Ho avuto la fortuna di avere Camplone come allenatore e Di Cara come vice (entrambi facevano parte di quella squadra ancora viva nei ricordi degli sportivi di Perugia) e abbiamo cercato di creare quel clima e quel modello, in parte riuscendoci. Quando arrivò Andrea (che subentrò a Battistini nell’autunno 2012 ndr) eravamo quint’ultimi in serie C, poi cambiammo quattro o cinque giocatori a gennaio. Anche grazie a Fabinho (che giocava nel tridente formato anche da Daniel Ciofani e Politano ndr), che fino ad allora aveva giocato pochissimo, facemmo un girone di ritorno incredibile, arrivando solo dietro l’Avellino”. Va rimarcato il fatto che Goretti, proprio in contemporanea con l’arrivo di Camplone, assunse in quei mesi la carica di direttore sportivo dopo un inizio da responsabile del settore giovanile, mostrando subito le qualità da più parti riconosciute.
 
SERIE B 2019/20, QUALE FUTURO? – Il campionato riprenderà? Quando? Ecco i dubbi che da un po’ di tempo aleggiano sulla testa non solo dei tifosi, ma anche dei protagonisti. Ecco qual’è il pensiero in merito di Goretti: “Non resta che attendere, fare poche chiacchiere e lasciar correre gli eventi preparando le varie opzioni. L’obiettivo numero uno è finire la stagione, ma tutto dipenderà dall’evoluzione del virus. Nel caso in cui non fosse possibile, non si possono mandare all’aria 30 società su 40: sappiamo che il calcio è una delle aziende più importanti del paese e le conseguenze economiche non vanno in alcun modo sottovalutate”.
 
Enrico Fanelli – TIfoGrifo.com
 
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il 22/03/2020.
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