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Quo vado? Dieci giorni di sconforto

Scritto da il 23/02/2016

Bisbylandia

23 febbraio, the day after

Il calcio è un po’ diverso dal se vinci sei bravo, se perdi fanculo. Nel calcio serve programmazione e se la vedo, se vedo un percorso di crescita, io le sconfitte le digerisco bene (insomma… le digerisco), e digerisco bene una mezza classifica in B, figurarsi se dopo Monteriggioni ho problemi per questo. Il vero problema è che quest’anno non si sta costruendo nulla, nonostante premesse come alcuni giocatori (importanti) di proprietà. Forse ora ci si renderà conto di come il meccanismo degli scorsi anni era importante e funzionale. L’anno scorso chi entrava era dentro ad un percorso di gioco definito, che poteva piacere e non piacere (per inciso, a me il possesso palla dello scorso anno non piaceva, io sono “figlio” di Galeone), ma che c’era. Dico l’anno scorso per dire, ma in realtà potrei parlare degli anni di Cosmi, di Castagner, dello stesso Battistini. Oggi non c’è nulla, e mi incazzo solo a pensarci. Prima della partita, ieri, c’erano parecchi spazi vuoti anche in curva (sto a mezza altezza lungo la linea laterale verso la tribuna, per intenderci), come capita nelle amichevoli o nei primi turni di Coppa Italia contro il Feralpisalò. Stiamo dilapidando un patrimonio di appartenenza verso la squadra, perché gente come me o come te che leggi ci si va allo stadio, succeda quel che succeda. Ma l’occasionale viene se gli piace lo spettacolo, non perché ha la nostra meravigliosa ossessione. Eppure anche l’occasionale ci può aiutare a diventare più grandi e più forti. Veder svuotarsi il Curi è avvilente.

Lo scempio di ieri, che peraltro non è così diverso dallo scempio mostrato in molte altre occasioni, sembrava aver provocato le dimissioni di Bisoli. Almeno si può ricominciare, avevo pensato io, anche se le incognite c’erano ed erano importanti.

Anzi no, contrordine: Bisoli resta, dimissioni respinte. La squadra va a colloquio coi tifosi. Ecco, Bisoli, a mio avviso, ha allenato alcuni tifosi molto meglio di come ha allenato i giocatori. Il colloquio riparatore, porcamiseriaccia… Questo mi manda in bestia: una società non la gestisce il tifoso più o meno conosciuto, più o meno competente, più o meno “inserito”. La gestisce il Presidente: lui mette i soldi ed io tramite il mio abbonamento delego lui. Così è da dilettanti, e non è la prima volta che accade. Il Presidente, che è un grande Presidente, prenda in mano la situazione. Decide, fa, comunica, punto, e se mi dice che va bene Bisoli, me lo farò andare bene, anche se non sarò d’accordo.

Se Bisoli resta per me è un errore, come è stato un errore prenderlo, per quel che mi riguarda. Ma se ha la fiducia del Presidente che vada avanti. Solo una cosa tengo a dire. Fare critiche, come mi capita di farne oggi, è testimonianza di amore per questa città e questa maglia. Ed anche questo Presidente. Penso sia necessario dire quello che si pensa, perché solo così si cresce. Se siamo arrivati alla situazione di oggi è perché di gente che ti dice “è tutto a posto”, salvo poi dileguarsi al momento del botto, è pieno il mondo, e non vorrei che il Presidente ne fosse la prima vittima. Sottolineo vittima. Questo mi sentivo di scriverlo per evitare di essere mal interpretato.

 

Dopo Trapani, 22 febbraio

Trapani è il culmine del disfacimento di quel poco che c’era. La sensazione è che nemmeno un cambio del mister, che però per me è doveroso, porterebbe giovamento immediato alla squadra. La sensazione è che siano stati avvelenati i pozzi, con giocatori che non sanno cosa fare in campo, movimenti senza palla assenti, nessun appoggio dei centrocampisti, unico schema palla al terzino che si fa 70 metri e deve buttarla in mezzo dove Arde prova a dargli di testa. Che poi Del Prete non sta nemmeno bene e gioca 90 minuti a farsi tutta la fascia. Nessun movimento senza palla, nessuna sovrapposizione, nessuna idea di attacco. L’unica, nel primo tempo, l’ha avuta Aguirre – che forse, per fortuna, ancora non avrà capito i dettami di Bisoli – con un filtrante di puro istinto per Arde. Al 46esimo Aguirre sostituito. Se la squadra ha giocato contro il mister è grave; se la squadra ha giocato normalmente è grave lo stesso, perché dimostra che questa squadra con questo tecnico questa è. Alcuni problemi sono quelli che si sono già delineati contro il Cesena, e li trovate sotto.

La situazione è grave, e non è problema di uomini. Lontano da Perugia un Di Carmine, che non sarà Van Basten, gioca nel suo ruolo e segna. Qui doveva fare il trequartista in un contesto, il 4-2-3-1, in cui chi fa quello dietro la punta dovrebbe essere aggregativo, fare da collante alla squadra. Non è ruolo da centravanti, quello là.

 

Dopo conferenza stampa di Santopadre, 16 febbraio

Nota: questa parte era stata scritta il 16 febbraio, ma poi si era deciso di non pubblicarla

Sentito la conferenza stampa del Presidente. Come sempre, alla fine, mi sento in dovere di ringraziare Santopadre, perché quel che ha fatto, fa e farà, ne sono certo, per il Grifo è tanto importante per me e per la nostra comunità. Capisco la sua volontà di portare a termine la stagione in maniera equilibrata e credo anche io che ci sarebbe tutto per arrivare ai playoff, perché una base c’era già e a gennaio è stato fatto un buon mercato.

Non sono d’accordo sulla valutazione del mister, non ne ho mai fatto mistero. Sentire dire a Goretti che ha chiesto a Bisoli di essere più propositivo mi mette dubbi. Sei nel mondo del calcio da decenni, sai quale è l’indole del Bisolone, lo sai da anni, quindi in estate già dovresti conoscere pregi e difetti. Vuoi un allenatore propositivo? Prendi un allenatore propositivo. In fondo è come per i giocatori. Un terzino, per dire può essere più marcatore o più di spinta. Si tratta di prendere ciò che fa per te. Non puoi scegliere uno con determinate caratteristiche e chiedergli di essere l’opposto di ciò che è. O meglio, lo puoi fare, ma è più naturale e sicuro prendere qualcuno che abbia le caratteristiche che cerchi.

Rimane chiaro il fatto che fino a che sarà sulla panchina del Perugia Bisoli sarà il mio allenatore.

 

Dopo Cesena, lunedì 15 febbraio

Nota: questa parte era stata scritta il 15 febbraio, ma poi si era deciso di non pubblicarla

Secondo me la verità è per certi versi fin troppo semplice: quando cambi continuamente – sì gli infortuni, ma mica solo quelli – non curandoti di avere una identità succede che poi in campo, ad ogni impostazione, improvvisi (che già non è un granché) ed oltretutto perdi secondi preziosi (tempi di gioco), perché chi ha la palla deve sempre vedere n’do cavolo sta il compagno dando così modo all’avversario di organizzarsi.

Non è la prima volta che lo scrivo, spero che sia l’ultima ma ad oggi non è facile essere ottimisti perche il succo del discorso è, in soldoni…

 

  1. Sarebbe il caso di dare un gioco a questa squadra.

E non si sa se ci sarà concesso vederlo, quest’anno. Che poi la squadra- al netto delle mancanze colmate a gennaio- in estate è stata fatta con buon anticipo rispetto al solito, tanto che già dal ritiro Bisoli ha potuto lavorare con parecchi dei giocatori titolari. Inoltre molti giocatori sono ora di proprietà, che nell’economia di un campionato è un fattore comunque importante, un legame più solido di quello che porta- lo dico solo a titolo di esempio- un Politano a non mettere più la gamba per un contrasto in tutto il girone di ritorno. I prestiti sono importanti quando entrano in una intelaiatura.

Ad oggi, tuttavia, la squadra non ha una identità: la sfortuna ha inciso, come dimostrano gli infortuni, dai più casuali (Drolè) ai meno (Guberti), di quasi tutti gli esterni alti da 4-3-3, ma molto di più incide l’insipienza a livello di gioco.

Ed il problema, non a caso, non è nemmeno il modulo (anche se l’attuale 3-5-2 non sembra il più adatto alla squadra), quanto l’atteggiamento quasi sempre rinunciatario della squadra.

 

  1. La verità è che quest’obbrobrio di (non) gioco lo accetti se vinci…

… ma certo, se credi che la strada per arrivare ad un buon risultato sia il gioco, devi sfondarti di Prozac per andare avanti. Anche a Cesena le uniche occasioni sono venute da coast to coast di Spinazzola e Del Prete a stantuffare sulle fasce, col risultato che il povero Lorenzo, già acciaccato, è rimasto in campo gli ultimi venti minuti in precarie condizioni ed in quel frangente il Cesena ha ripreso la partita.

 

  1. Che se poi Del Prete non sta bene e tu continui a farlo giocare pur avendo ora delle alternative, poi non lamentarti per gli infortuni (la gestione di Guberti, invocato come salvatore della patria a Como e ritenuto, dopo averlo schierato dall’inizio, lontano di mesi da una condizione affidabile per giocare, sembra una barzelletta, ma è una cosa maledettamente seria)

Ma in realtà l’errore più grosso, a Cesena, è stato il rinculare conseguente alla sostituzione di Aguirre con Molina, quando già in campo avevi 3 difensori centrali, due terzini ed un mediano. Il giovane giunto in prestito dall’Udinese è stato uno dei più brillanti, soprattutto l’unico capace di cucire centrocampo ed attacco, col duplice effetto di aiutare la mediana e far vedere la sua faccia poco rassicurante (per gli avversari) vicino all’area dei romagnoli. La sua uscita ha significato la rinuncia a giocare la partita, cosa gradita al Cesena, che è rimasto solo in campo.

 

  1. Azzeccare un cambio ogni tanto?

Aguirre è stato il peccato originale, ma già togliere Zeblì non era sembrata una genialata (al netto di eventuali problemi fisici di cui non sono a conoscenza): specie con un Rizzo in campo che sembra giocare ancora col freno a mano tirato, in inferiorità numerica avere uno Zeblì che ti corre per due male non faceva. Le letture tattiche della partita, peraltro, non sono ultimamente la specialità della casa. Solo nel girone di ritorno, Como e Spezia in casa sono stati altri due esempi lampanti. L’ingresso di Molina a fare una sorta di mezzala di seconda mano, poi, grida vendetta.

 

  1. Molina è voluto andare a Perugia perché vuole giocare mezzala (dichiarazione del ds del Cesena, Foschi)

Se fosse vero sarebbe abbastanza strano. Molina l’ho sempre visto fare l’esterno, se è arrivato perché gli è stato detto che avrebbe fatto la mezzala non so chi si sia spinto a rassicurarlo in tal senso, e spero che questo non sia accaduto. Anche perché sarebbe comunque un esperimento, ed i risultati, come per tutti gli esperimenti, non possono dirsi garantiti. Ed un altro esperimento mal riuscito è, per me, la difesa a tre.

 

  1. Difesa a 3, chi imposta (sempre che ci interessi impostare)?

Volta è monumentale, vedendo le difese di A fa strano vederlo in cadetteria. Rossi fa il suo, non mi entusiasma ma in B ci sta, e poi se siamo sopravvissuti a Cudini figurariamoci se ci possiamo lamentare di Rossi. Belmonte in difesa a 4 è stato sempre una presenza importante, ultimamente sta invece regredendo pericolosamente, anche perché spesso gli tocca impostare e si vede che non è per lui pane quotidiano, e gli errori restano negli occhi del pubblico e nella testa del giocatore, che ora sembra in generale meno sicuro. Se in una difesa a 3 non c’è traccia di un regista arretrato si rischia di regalare un uomo agli avversari, con conseguente sofferenza a centrocampo. No, non rivorrei Giacomazzi, per capirci, ma diavolozompone ci sarà pure una via di mezzo?

 

  1. Che poi ora scelta ce n’è

Premesso che ogni rosa, Cagliari a parte, aveva le sue spine, le sue mancanze, il discorso della rosa corta è stato reale e per fortuna è venuto fuori Zeblì, altrimenti a centrocampo vattelappesca chi ci giocava fino a dicembre. Ma oggi le scelte ci sono, e la rosa è da accesso ai playoff, io su questo non ho dubbi.

Poi lì puoi vincerli o più probabilmente perderli, perché ne sale solo una (questo sarebbe il caso di ricordarlo sempre), ma solo se hai in mano il biglietto della lotteria puoi sognare di sbancare il jackpot. D’altronde il Bologna è salito in Serie A per due traverse al novantesimo di Avellino e Pescara.

 

  1. L’importante sarebbe non andare in confusione. O meglio, uscire dalla confusione

La gara col Trapani sarà dirimente. Un risultato positivo risolleverebbe la classifica all’altezza dei playoff, uno negativo metterebbe in dubbio la continuazione di un progetto che sembra ogni giorno sempre più deludente. Penso che il modo migliore per sfruttare questa rosa sia schierare una difesa a 4 e poi impostare un gioco semplice ed essenziale, ma pur sempre un gioco. Se poi si tiene la difesa a 3 ma si “consente” ai centrocampisti di appoggiare le sortite dei terzini (do you know sovrapposizioni?), va bene lo stesso. La scusa che le mezzali non sarebbero propense all’inserimento non regge, basta pensare a Rizzo l’anno scorso. Al netto di casi clinici, è il contesto che favorisce il singolo. Si torna sempre là.

 

  1. Le partite più belle sono quelle che ha visto Bisoli. Peccato le abbia viste solo lui

Mi piacerebbe finalmente vedere una bella partita come ne ha viste in quantità industriale Bisoli, che vede occasioni da gol a nostro favore anche durante l’intervallo. Scherzo: ho deciso di stare fuori dalla realtà parallela delle conferenze stampa del tecnico. Però il mister deve ricordarsi che qui di calcio di livello ne abbiamo visto parecchio, e che diventa difficile vendere fumo. Spero che col Trapani si vinca anche perché, in caso di malaugurata sconfitta, non saprei se augurarmi un cambio in panchina o meno. L’ipotesi di cambiare ad oltre metà campionato comporta sempre rischi, purtroppo, ma andare avanti così non è facile, se il primo a cambiare qualcosa- nell’atteggiamento, innanzitutto- non sarà proprio il mister.

La situazione che attenderebbe un nuovo allenatore sarebbe davvero difficile, col treno dei playoff sempre più lontano, e probabilmente compromessa, dato che sarebbe necessario ripartire daccapo (posto che comunque non mi sembra che siamo a gran punto nemmeno ora). Praticamente a marzo, e di rincorsa a squadre rodate e con una identità definita.

Quindi spero Bisoli concluda l’annata, e che se non ci saranno passi in avanti si trovi un accordo per lasciarci a giugno, possibilmente bene. In tutti i casi…

 

  1. Giochiamocela

Vedere le partite fino ad oggi ha contribuito a rafforzare la mia convinzione che se in Serie B hai una società sana (e noi l’abbiamo) e giochi in maniera decente squadre fuori portata (eccetto il Cagliari), a meno che non siano in stato di grazia, non ce ne sono. Giochiamocela, per favore, giochiamocela.

Raggiungere la Serie A non è e non sarà facile, anche la qualificazione ai playoff, al momento, presenta grossi punti interrogativi (rischiamo anche i playout, ad oggi ndr), ma giocandocela potremo almeno dire di averci provato! Dopodiché per me il primo successo è il mantenimento della categoria ed un senso di identità forte che rimane a noi tifosi sulla pelle. Vorrei il massimo, come lo vorrebbe il Presidente, ma se avesse ancora qualche perplessità sappia che nessun tifoso sano nutre dubbi sulla sua conduzione, e che se su alcuni punti ci sono differenze di vedute è perché tutti vogliamo bene al Grifo, lo viviamo costantemente da una vita. È parte di noi.

Ti amo oggi, nelle difficoltà, più di ieri: rialza la testa, Grifo!

 

Federico Basigli – TifoGrifo.com

Scritto da
il 23/02/2016.
Registrato sotto PERUGIA CALCIO, Primo Piano.

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