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Quel senso di vomito

Scritto da il 20/09/2017

Lettere in redazione

Questo non sarà un pezzo come tutti gli altri, perché per quanto mi riguarda quella di ieri sera non è stata una partita come tutte le altre.

Mi ha ricordato, in verità, le partite contro le pigiamate degli anni 2000, quelle simpatiche punizioni dal limite diventate rigori, quei falli invertiti, quel senso di impunità a senso unico, quei due pesi e due misure che tanti danni epatici ci hanno provocato.

Quella di ieri sera, per certi versi, è stata una partita simile anche a Perugia – Carpi dello scorso anno, quella sconfitta interna maturata dopo 90 minuti in cui il Carpi aveva menato dal primo al novantesimo (il buon Struna anche in quel caso primo della classe nella categoria maniscalchi), ma se non altro lì la direzione di gara si era mantenuta sul sottile filo che separa una partita maschia da una corrida. Lì potevi dire: se trovavi un altro finivano in sette e certe cose non le permetteva. Lì si era al limite.

Ieri sera si è andati ben oltre.

Chiaro, qualora Buonaiuto avesse infilato, a porta praticamente vuota, il gol nel recupero del primo tempo forse parleremmo di un’altra partita. Forse.

Ma quanti turning point ci sono stati negati ieri sera?

L’episodio più evidente, per quanto mi riguarda, è stato il secondo giallo risparmiato a Struna.

Un fallo che nel dizionario, sotto la categoria fallo da cartellino giallo, c’è la gif di questo c**** di fallo.

Paradigmatico, evidente, chiaro.

Il non aver estratto il secondo cartellino giallo in una situazione come questa ho pensato fosse sintomo di insicurezza del direttore di gara, l’incapacità di non saper prendere la decisione corretta per paura delle conseguenze.

“Non se l’è sentita di lasciare la squadra di casa in dieci prima della fine del primo tempo”, ho pensato. Che è il classico pensiero che fai su un arbitro scarso.

Dopo l’episodio di Bianco, però, ho pensato di peggio.

Se Bianco, come viene riportato, subisce un taglio profondo, dato da un intervento in ritardo dell’ avversario, sotto gli occhi dell’arbitro, successivamente ad ammonizioni date per stupidaggini se raffrontate, dal punto di vista tattico, al fallo di Struna e dal punto di vista della violenza a quello di Chochev (o chi per lui, a un certo punto sarà stato chi voleva, era rosso ed era uno in meno per loro, fine), allora questo è un ulteriore segnale.

E non mi va nemmeno di scrivere segnale di che.

Dico solo che se uno aveva voglia di fare quattro soldi metteva l’1X nel live che avevi la matematica certezza che ti andava bene.

In una partita arbitrata così, che per prendere una ammonizione dovevi fare una tentata gambizzazione e nemmeno a volte bastava, il prode Ross riesce poi ad assegnare un calcio di rigore, praticamente in una delle due o tre occasioni in cui il Palermo riesce a buttare la palla nella nostra area, perché un cross colpisce il fianco di Colombatto e gli va a sbattere sul braccio.

 

Praticamente del regolamento del calcio, ad ogni discussione su rigore / non rigore, viene fuori l’esperto che dice che se il giocatore tocca involontariamente col braccio dopo aver egli stesso deviato la palla con il proprio corpo (a meno che uno se la alzi e poi faccia Zaytsev, ma penso che siamo tutti d’accordo che non è questo il caso), non è rigore.

La dicono sempre sta frase.

Sempre.

Io a parte il Perugia cerco di non guardare robe di moviola. Eppure l’ho sentita 1000 volte. Tra un po’ te la abbaia anche il mio cane sta frase.

Dare un rigore del genere, in un contesto come quello di ieri sera, è stata una emerita presa per il… per il… per il giro.

 

(nota statistica: terzo rigore contro in 5 partite che hai dominato per la stragrande parte del tempo: in proiezione a fine anno andremmo sui 25 rigori contro… e nnel’so, eh…)

 

Per concludere in bellezza l’aver evitato una ulteriore evidente seconda ammonizione a Nesterovsky a tipo 10-15 minuti dalla fine è stata una azione sicuramente di gran pregio da parte del direttore di gara. Ed a quel punto assume il valore di una ciliegina sulla torta l’espulsione al 90esimo passato di Bellusci, che mi ha tanto ricordato il rigore dato contro l’Avellino in serie C all’ultima giornata di campionato, a promozione degli irpini conseguita, dopo 17 rigori a favore di cui alcuni opinabili, ed opinabili è chiaramente un eufemismo.

Per il ciclo: metti un dato oggettivo che faccia sembrare il tuo lavoro pulito.

 

E io dopo questo porcaio dovrei parlare della partita?

 

Certe volte mi chiedo come faccio a seguire il calcio, altroché.

Eppure so già che sabato si ricomincerà. So che c’è qualcosa di sbagliato e per certi versi malato in questo, eppure in questo gioco c’è chi, oltre la passione che posso mettere io, investe e programma. Spero che la società si faccia sentire, ecco.

Perché robe come quelle di ieri sono la morte del calcio.

 

Perché se Zamparini si lamenta del fatto che deve far fronte ad ogni turno di convocazione delle nazionali facendo giocare la seconda squadra avendo il Palermo tanti giocatori impegnati in quelle selezioni (come se non avesse saputo prima le regole e come se convocassero solo i suoi), non può voler dire che allora quando ha la squadra al completo gli si dà maggiori tutele (eufemismo monumentale).

 

Facciamoci un bel lavaggio del cervello collettivo, continuiamo a credere che il wrestling sia predeterminato e che il calcio non lo sia, auspichiamoci che per Bianco non sia nulla di grave e ricominciamo.

Reprimendo a stento quel senso di vomito che uno ha.

Forza Grifo!

 

Federico Basigli – TifoGrifo.com

 

 

 

Scritto da
il 20/09/2017.
Registrato sotto LETTERE IN REDAZIONE, Primo Piano.

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