Quando l’alfabeto aiuta a scandire un campionato da ricordare. Il Perugia di Bucchi dalla A alla Z.
Scritto da Raffaele Garinella il 08/06/2017A come Acampora: Il centrocampista giunto dallo Spezia, ha avuto alti e bassi. Ha alternato prestazioni da 7 ad altre da 5. La media è 6. Prima di riscattarlo, sarebbe forse il caso di valutare altre occasioni di mercato. Senza dimenticare che Rizzo tornerà alla base.
B come Brignoli: Il suo acquisto ha letteralmente mutato volto alla difesa del Perugia. Sicuro tra i pali, bravo con i piedi, vera incarnazione del portiere “moderno”. Qualche lieve amnesia nel finale di stagione non può comprometterne l’ottimo rendimento.
C come centravanti: Quello classico, che fa a sportellate, che crea spazi per le seconde punte e per i centrocampisti. Quello che possiede l’istinto killer, capace di risolvere partite “sporche”. Al Perugia manca da tanto, troppo tempo. Non per forza “granatieri”, andrebbero bene anche “pocket” stile Cornacchini purché siano centravanti con la “C” maiuscola. Forse se ne dovrà convincere anche Goretti, che più volte ha dichiarato di preferire un’altra tipologia di calciatore.
D come Di Chiara e Dezi : Il terzino sinistro migliore della cadetteria è pronto a spiccare il volo verso la massima serie. Ha tutto,-dalla corsa al cross, senza dimenticare il tiro-per sfondare. Il centrocampista si è confermato su ottimo livelli, dimostrandosi pronto per il salto di categoria. Se imparerà a mantenere la concentrazione per tutti i novanta minuti entrerà di diritto nella schiera dei centrocampisti italiani più forti in circolazione.
E come Esperienza: Quella maturata da Bucchi nel Perugia. È arrivato da Macerata con tanta voglia, probabilmente ci lascerà, direzione Sassuolo, con la consapevolezza di essere diventato un grande allenatore. Stagione memorabile. I playoff andavano gestiti meglio, e forse sta qui l’esperienza che è mancata all’ex ragazzo del Settempeda.
F come Fazzi e Forte: Il jolly tornato a Perugia da Crotone, non prima di aver firmato con l’Atalanta, ha giocato poco per scelta tecnica e per infortunio. Da lui ci si attendeva qualcosa in più. L’attaccante capocannoniere della Lega Pro con la maglia della Lucchese è stato invece accantonato in panchina troppo presto, nonostante le tre reti iniziali. Evidentemente a Bucchi non piacciono i classici centravanti, vedasi Rolando Bianchi, un altro ceduto forse con troppa fretta.
G come Gnahorè: Buonissime prestazioni almeno fino a… Benevento, quando ha fatto vedere le STREGHE a Bucchi e compagni. Peccato, senza quell’errore, chissà dove sarebbe oggi il Perugia. Detto questo, stagione importante per chi non giocava da un anno e mezzo.
H come horror: Alcune decisioni arbitrali nel corso del campionato hanno penalizzato oltremodo il Perugia. Un rigore, uno, a favore e tanti falli in area non segnalati. Dalla classe arbitrale ci si attende un pizzico di attenzione in più. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.
I come Imparato: Voluto da Bucchi, il terzino ex Maceratese, nelle poche occasioni avute a disposizione non ha convinto società e staff tecnico. Ceduto al Teramo senza troppi rimpianti.
L come Lorenzo: Del Prete, il capitano, seppur penalizzato dagli infortuni, è sempre stato tra i migliori in campo. Dai suoi piedi, precisi come goniometri, sono partiti cross quasi sempre decisivi per gli attaccanti. Insostituibile.
M come Mustacchio: Vero colpo di mercato di gennaio, dall’ex Vercelli ci si attendeva qualcosa di più. Importantissima la rete al ’90 contro il Vicenza. Per il resto tanta corsa. Può e deve migliorare.
N come Nicastro: La sua rete di tacco realizzata nel derby vinto quattro volte (tra campo e aule di tribunale) contro la Ternana, gli ha spalancato le porte della gloriosa storia del Perugia. Da marzo in poi, ha dovuto fare i conti con un periodo di naturale e fisiologico appannamento. Stagione positiva, difficilmente lo rivedremo al Curi. Ha i riflettori del calciomercato puntati addosso.
O come Orchestra: Quella creata da Bucchi dove ognuno faceva la sua parte. Ottima musica con la grave stonatura nei playoff. Davvero un gran bel gruppo, molto unito. Peccato solo per il finale, che nulla toglie ai meriti del Benevento.
P come Pareggi: Tantissime le partite concluse con il segno X. Alcuni punti persi hanno pesato come un macigno. Al Curi bisognava fare di più. Alcune gare andavano gestite meglio dallo staff tecnico.
Q come Quesito: Sarà Giunti il prossimo allenatore del Perugia? Se così fosse, il Perugia proseguirà con i “perugini”. Goretti ha sempre avuto ottime intuizioni. Speriamo abbia azzeccato anche questa volta.
R come Ricci: Impiegato col contagocce, quando in campo, non ha mai tradito le attese. Lo rivedremo in serie A, se non nell’immediato, sicuramente tra qualche anno.
S come Samuel: Di Carmine, ovviamente. Non un centravanti classico, ma un ottimo goleador. La sua stagione migliore nonostante gli infortuni che ne hanno limitato il rendimento. Punto di forza da cui ripartire.
T come Terrani: Il ragazzo ha ampi margini di miglioramento. A volte troppo precipitoso. Con maggiore razionalità diventerà imprendibile.
U come Unica: Lo è la piazza di Perugia. Storia, tradizione e tifoseria superlativa. Ultimo esempio, i meravigliosi 18.000 presenti contro il Benevento.
V come Volta: Difensore insostituibile, che faccia coppia con Belmonte piuttosto che con Mancini e Monaco, lui deve giocare sempre. Perno.
Z come Zebli: Ceduto al Genk ha fruttato vantaggi economici importanti per il Grifo. Nello scorcio di stagione disputato a Perugia, ha dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, di essere un calciatore di caratura superiore.
Raffaele Garinella – TifoGrifo.com