Pescara-Perugia 0-2. Ancora Kouan e Di Carmine per la vittoria della solidità.
Scritto da Daniele Orlandi il 26/01/2018Un Perugia solido, caparbio, preciso e quadrato, sbanca Pescara e si rilancia. Impenetrabile dietro, con Dellafiore, Belmonte e Volta che non hanno sbagliato nulla e hanno resistito senza mai vacillare agli assalti del Pescara. Ancora non del tutto capace, specie nel primo tempo, per errori in appoggio, di trasformare in occasioni tutte le situazioni favorevoli nelle ripartenze. Cinico e micidiale in avanti, dove Cerri o Di Carmine (stasera è toccato al fiorentino) al gol ci arrivano con regolarità e, adesso, hanno trovato un nuovo collaboratore fisso, Christian Kouan Oulai. Il giovane ivoriano ci ha preso gusto e, dopo il gol all’esordio con l’Entella, si è confermato a Pescara, sbloccando ancora la partita e mettendola in discesa per il Perugia. Gara un po’ di sofferenza all’inizio per la squadra di Breda, perché il Pescara preme molto sugli esterni e, in mezzo, Carraro ha inizialmente la meglio su Colombatto nel confronto a distanza tra registi. Dopo un’occasione iniziale con Di Carmine, il Perugia non riesce a ripartire perché sbaglia molti appoggi. Ma, quando Colombatto riesce ad avere un po’ di spazio e gli esterni di centrocampo a spingersi, il Grifo fa male agli abruzzesi. È il 25’, il regista apre da destra a sinistra per Pajac (ancora ottima la prova del croato) che avanza e crossa lungo. La palla attraversa tutta l’area e arriva a Del Prete che controcrossa: in mezzo Kouan colpisce di testa di forza e insacca. Il Pescara accusa il colpo, ma il Grifo non approfitta delle situazioni che si creano. E cosi il tempo si chiude coi grifoni ancora a difendersi (bene) al limite della loro area, senza però ripartire. Il Pescara così può dare continuità alla propria azione e nel finale di tempo costruisce le uniche due occasioni da gol di tutto il match, con Carraro (tiro fuori di poco) e Capone (palo). La ripresa è un’altra cosa perché il Perugia, pur continuando ad aspettare la squadra di Zeman, lo fa alzando un po’ il baricentro e, soprattutto, riuscendo a metter maggiore precisione nelle ripartenze. Riesce meglio il palleggio negli spazi inevitabilmente lasciati dagli abruzzesi. Bandinelli, Colombatto e Kouan stanno più compatti e scelgono meglio i tempi delle uscite, riuscendo ad azionare con maggiore continuità gli esterni. Pajac, che alla fine ha messo lo zampino anche oggi, come contro l’Entella, su entrambi i gol del Perugia, vince nettamente il duello contro l’ex Crescenzi. Anche a destra, solo l’ennesimo infortunio ferma Del Prete, sostituito dal nuovo arrivo Gustavson. L’inserimento di Buonaiuto al posto di Cerri poco prima della mezz’ora, contribuisce a spaccare la difesa pescarese, anche se sbaglia un paio di assist che avrebbero potuto chiudere prima la partita. Poco male, visto che nel recupero ci pensa Di Carmine (in sospetta posizione di fuorigioco sul cross di Pajac) a chiudere i giochi e sigillare una vittoria tanto meritata quanto attesa. Per la gioia dei numerosi tifosi biancorossi arrivati all’Adriatico, che alla fine hanno applaudito i grifoni, avvicinatisi sotto la curva (le vittorie, come logico, aiutano il disgelo). Adesso il Perugia dovrà cercare continuità nel durissimo ciclo di partite che l’attende, in non tutte le quali potrà giocare di rimessa come a Pescara. Ma la vittoria a casa di Zeman certifica una trovata solidità difensiva, sulla quale si può pensare di costruire nuove fortune.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia