Perugia, un girone d’andata pieno di insidie
Scritto da Redazione il 04/01/2018
Con l’amarissima sconfitta contro l’Empoli è terminato nel peggiore dei modi il girone d’andata del Perugia, che si è dimostrato più difficoltoso del previsto.
Smaltita la delusione per l’eliminazione dai play off del maggio scorso, la società si era impegnata quest’estate per tentare un nuovo assalto al sogno serie A e si era affidata per la panchina a Federico Giunti, ex capitano dei grifoni nell’era Gaucci, proveniente dalla Maceratese come il suo predecessore Bucchi.
Il club aveva allestito un organico altamente competitivo: non solo ampio numericamente, ma assortito anche di qualità in ogni reparto.
L’avvio di campionato dei grifoni aveva mandato in visibilio il pubblico: con delle prestazioni che rasentavano la perfezione, i grifoni erano volati in vetta alla classifica, praticando un gioco spumeggiante.
L’attacco era esplosivo e la difesa sembrava una muraglia quasi invalicabile che aveva imbrigliato il reparto avanzato di due delle temibili corazzate del torneo cadetto: il Parma ed il Frosinone.
Quel magico Grifo aveva messo in vetrina giovani di enorme prospettiva come il funambolo nordcoreano Han, il cui talento cristallino si è offuscato al sorgere delle difficoltà collettive.
Giunti veniva osannato come il condottiero che avrebbe trascinato i grifoni verso il paradiso.
Ma il girone d’andata per il Perugia non è stato una passerella, come molti credevano, anzi, il cammino dei grifoni è stato tortuoso e pieno di insidie.
I biancorossi sono scivolati in un burrone, precipitando dagli sfarzosi quartieri dell’alta classifica alle melmose sabbie mobili della zona retrocessione collezionando cinque sconfitte consecutive contro formazioni oggettivamente modeste, che sono riuscite a prevalere sfruttando il crollo, fisico ed emotivo, della truppa di Giunti.
Da armata imbattibile il Grifo si è trasformato in un esercito scarsamente motivato, disunito e travolto dagli episodi a sfavore, ai quali non riusciva puntualmente a reagire.
La contestazione degli ultras ha contribuito a creare un clima pesantissimo.
Si respirava un’ aria di sfiducia reciproca tra le varie componenti del Perugia.
Il club di Santopadre e la tifoseria organizzata si sono fronteggiati a suon di comunicati che hanno fomentato soltanto ulteriori polemiche dolorose.
Era inevitabile quindi l’esonero di Giunti, che pareva ormai incapace di gestire uno spogliatoio completamente allo sbaraglio.
Per risollevare le sorti del Grifo in molti speravano che il presidente scegliesse il ritorno del perugino Serse Cosmi.Si è però optato per il trevigiano Roberto Breda, arrivato al capezzale dei grifoni per sanarne innanzitutto la psiche.
Nella sua gestione la squadra ha totalizzato 2 vittorie, 3 sconfitte e 5 pareggi in campionato.
Il tecnico non è riuscito a porre rimedio ai reiterati svarioni della difesa ma si è aggrappato sovente alla vena realizzativa del bomber Samuel Di Carmine, giocatore che si è sempre sacrificato per la maglia e che in questa stagione si candida seriamente per impugnare lo scettro di capocannoniere della serie B.
Ultimamente il Perugia è riuscito ad andare in rete, conquistando punti preziosi negli ultimi istanti di gara, segno che la squadra ha ritrovato un pizzico di cattiveria agonistica, nonostante le difficoltà siano palesi.
Ovviamente, l’obbiettivo è divenuto conquistare la permanenza in categoria, nel girone di ritorno serviranno sudore, orgoglio e determinazione.
I giocatori si riposeranno per qualche giorno per poi tornare a calcare il campo d’allenamento.
Ai tifosi, preoccupati per un futuro che non sembra radioso, resta solo la speranza che nel girone di ritorno del 2018, il Perugia conquisti molti più punti rispetto a quelli fatti all’andata, ma anche che nella ricorrenza dell’Epifania, nella calza riservata al Perugia, la Befana porti anche oltre i giocatori necessari, più fortuna al Grifo e serenità all’ambiente.
Riccardo Russo
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