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Perugia. Senza investimenti importanti, il rischio è di restare invischiati in Serie C

Scritto da il 23/08/2020

Se dobbiamo essere sinceri restano ancora forti dubbi sul Perugia che sta nascendo in vista della nuova stagione. Nonostante l’annuncio di Massimiliano Santopadre di una settimana fa ed i fatti che apparentemente ne stanno confermando le intenzioni, non riusciamo ancora a capire in che modo questa società possa garantire ai tifosi un campionato di alto livello, mirato all’immediato ritorno in Serie B.

Sì, perché quello dovrà essere l’obiettivo di questa squadra. Chiunque dovesse pensare che, dopo una retrocessione del genere, si possa vivacchiare anche soltanto per un anno nella terza serie per poi valutare il da farsi nella stagione successiva, non avrebbe capito nulla non solo dei messaggi, sempre più chiari ed espliciti, della tifoseria organizzata ma anche di questa piazza e delle sue legittime ambizioni.

Considerando che il Perugia sarà quasi certamente destinato al girone B, è opportuno rendersi conto sin d’ora che dovremo affrontare compagini estremamente organizzate, a partire dal Cesena del confermato tecnico William Viali, che vuole il riscatto dopo il fallimento del 2018 e la ripartenza dai Dilettanti. Pure il Padova di Andrea Mandorlini e il Carpi, appena passato ad una nuova compagine societaria supportata dalla veronese Cerea Banca 1897, sono intenzionati a rientrare nel calcio che conta dopo le retrocessioni di due stagioni fa. Piazze di spessore come Triestina, Modena e Piacenza cercano il riscatto dopo vari tentativi andati a vuoto di tornare in Serie B. La Feralpisalò, guidata dal subentrante Massimo Pavanel (ex Triestina), ed il Sudtirol dell’ambizioso presidente Walter Baumgartner, che tra gli sponsor principali vanta il gigante altoatesino dell’energia Alperia, inseguono invece da diversi anni il sogno di centrare la cadetteria per la prima volta nella loro storia.

La Serie C odierna, insomma, non è più la Prima Divisione di Lega Pro che i grifoni salutarono il 4 maggio 2014 con la determinante vittoria sul Frosinone, che valse il primo posto e la promozione diretta in Serie B. Non che allora fosse facile conquistare un campionato ma sicuramente, oggi, l’innalzamento del livello degli investimenti ed il nuovo format dei playoff – cui prendono parte ben 28 squadre con formula nazionale – rendono la terza serie ancora più competitiva e difficile.

Al Perugia, dunque, non basterà il blasone per vincere. Serviranno almeno 6-7 milioni di euro per costruire, in tempi relativamente stretti, un organico capace di giocarsi al meglio le sue chance di promozione.

La rivoluzione societaria avviata da Santopadre nei giorni scorsi, con gli addii di Roberto Goretti (DT), Marcello Pizzimenti (DS) e Massimo Oddo (tecnico) e gli arrivi di Gianluca Comotto (DG), Marco Giannitti (DS) e, probabilmente, del nuovo allenatore Fabio Caserta, è un buon punto di (ri)partenza, o almeno si spera. Tuttavia, il tempo a disposizione è davvero poco ed è fondamentale che la società cominci subito a sondare il terreno per mettere sotto contratto calciatori di livello, adatti alla Serie C ma anche qualche “big” di categoria superiore.

Pensare di presentarsi ai nastri di partenza con ciò che resta della stagione appena conclusasi, o poco più, non sarebbe soltanto presuntuoso ma addirittura pericoloso. Il rischio è quello di trovare immediatamente difficoltà di adattamento alla nuova situazione di categoria, entrando subito in una spirale di risultati negativi. Delle sette squadre retrocesse sul campo dalla Serie B (a cui si sono aggiunte Cesena e Palermo, penalizzate d’ufficio) nelle due stagioni 2017-’18 e 2018-’19, solamente la Virtus Entella è fin’ora riuscita a risalire di categoria. Novara, Pro Vercelli, Ternana, Padova e Carpi sono ancora invischiate in terza serie, mentre il Foggia, dopo il fallimento dell’anno scorso, è tutt’ora bloccato in Serie D.

Alla luce delle dure prese di posizione dei gruppi della Curva Nord e del Centro di Coordinamento dei Perugia Club, Massimiliano Santopadre sa che, dopo il disastro sportivo di questa tribolatissima stagione, quest’anno è vietato sbagliare. Gli occhi della città sono tutti puntati su di lui. Malgrado la fase sia difficile ed estremamente delicata, i danni per la città derivati da questa rocambolesca retrocessione hanno una portata talmente vasta che non sarebbero perdonati né investimenti risicati né errori nella gestione dello spogliatoio.

Perugia vuol tornare a vincere ma soprattutto a respirare un clima diverso da quello pesantissimo che ha caratterizzato l’ambiente nelle ultime tre stagioni. Tranne qualche eccezione, molti dei numerosi giocatori transitati per Pian di Massiano sono risultati spesso anonimi agli occhi dei tifosi, incapaci di lasciare un ricordo di sé, a volte apparendo persino demotivati e quasi mai in empatia con la città. Si dovrà invertire la rotta prima che sia troppo tardi.

 

Andrea Fais – Agenzia Stampa Italia

Scritto da
il 23/08/2020.
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