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Perugia-Sambenedettese 1-1. Grifo, calo di tensione e errori tecnici: un pari deludente

Scritto da il 02/03/2021

Le partite possono nascere storte, ma una grande squadra deve saperle raddrizzare. Il Perugia inciampa sulla Samb, data per morta alla vigilia e invece viva e rigenerata dall’aria del Curi. Ma, più dei meriti della Samb, sul pareggio del Curi, pesano i limiti del Perugia, che accusa un calo di tensione imperdonabile dopo la vittoria sul Modena e non riesce a spostare il match sul piano della qualità. Così, piano piano, si smarrisce di fronte all’agonismo, alla fisicità, all’organizzazione e all’astuzia da provinciale dei marchigiani. Caserta ne cambia cinque rispetto alla gara con il Modena. Moscati in regia e Burrai in panca, Negro centrale difensivo, Rosi esterno destro e, davanti, Murano per Melchiorri. Le scelte iniziali Caserta le fa probabilmente valutando l’avversario e lo stato fisico dei suoi o, forse, ma non propendiamo per questa ipotesi, pensando inconsciamente già al Padova. Gli infortuni di Rosi e Negro già nei primi minuti, sconvolgono i piani di Caserta e condizionano la partita. Il gol del vantaggio di Murano, arrivato con un lampo di Elia dopo mezz’ora di brutto calcio, avrebbe potuto e dovuto indirizzare la partita. Ma il Perugia decide di rilassarsi, e concede la punizione, peraltro dubbia, che Lombardi trasforma, anche grazie al goffo tentativo di parata di Fulignati, che aveva anche sbagliato a piazzare la barriera. La ripresa del Grifo ricalca il primo tempo, e, anzi, ne è addirittura la brutta copia. Caserta, di suo, oggi non azzecca le sostituzioni. Mette fuori Elia e Falzerano, cioè la fantasia tra le linee, e conclude la gara con i lunghi Vano e Bianchimano. Ma i due dell’artiglieria pesante non ricevono dalle retrovie i rifornimenti precisi e necessari, perché non arrivano cross dal fondo, ma solo palle lunghe da dietro. Per di più, spesso si intralciano e non dialogano con Melchiorri. Forse, le qualità creative di Minesso sarebbero servite di più, ma questa, come si sa, è un’ipotesi senza controprove. Comunque, è un dato che Caserta e il Perugia rinunciano alla identità di gioco con palla a terra per affidarsi a lanci lunghi, a cross imprecisi e sempre più rari, nei quali l’area di rigore, nel finale, nonostante i tre attaccanti di ruolo, non è mai ben presidiata. Tutti questi aspetti ripropongono gli stessi limiti di Fano nelle scelte del tecnico e nel gioco della squadra. Che perde in modo imperdonabile un’occasione per agganciare la vetta e mettere ancor più pressione al Padova alla vigilia dello scontro diretto in terra veneta. Ma tant’è, la squadra, malgrado l’ottima serie che ha inanellato, non è perfetta e non è la prima volta che sbaglia nei momenti topici e nelle partite fondamentali, come era quella con la Samb. C’è un problema nel mantenere la concertazione, aldilà degli episodi. Ma a chi vuol vincere i campionati e sta rincorrendo forsennatamente la vetta, i cali di tensione non sono praticamente concessi. Alla squadra come all’allenatore.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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il 02/03/2021.
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