Perugia-Pescara 2-1. Grifo, vittoria sofferta ma meritata nel Curi tornato un fortino.
Scritto da Daniele Orlandi il 03/12/2018Il Curi è tornato il fortino che fu. Anche il Pescara si inchina al Grifo di Nesta dopo una partita aperta, ben giocata dalle sua squadre e col risultato sempre in bilico. Fino ai minuti di recupero, se vogliamo cominciare dalla fine, quando Dragomir ha respinto sulla linea una conclusione ravvicinata di Monachello e ha blindato i tre punti. Ma fin dall’inizio le due squadre hanno dato l’impressione di poter arrivare alla conclusione ogni volta che attaccavano e, per converso, di poter subire ogni volta che venivano attaccate. Nel rispetto delle caratteristiche di entrambe, votate più alla costruzione che alla chiusura difensiva ermetica. Il Perugia ha meritato la vittoria, perché è sembrato avere qualche buona idea più degli avversari. E va messo nel conto che, con Bordin in regia (buona la sua prova nel complesso, di personalità) e Dragomir e Kingsley ai suoi fianchi, le chiavi del gioco dei biancorossi sono state affidate ad un trio che non assomma nemmeno 60 anni! Merito di Nesta, che sa evidentemente valorizzare tutti e, per ciascuno, trovare le motivazioni e gli argomenti giusti per adattare le caratteristiche individuali allo spartito del gioco. Il Perugia incerottato in tutti i reparti, con esterni di difesa due centrali adattati e uno (Ngawa) anche contromano; senza Bianco e Melchiorri, ha però supplito con energia e ritmo alle assenze. Superata una iniziale contrazione, la squadra di casa ha poi condotto il gioco e, prima del gol, ha creato due occasioni limpide con Vido (palo e respinta ravvicinata del portiere) e due o tre situazioni in ripartenza degne di miglior sorte, se non fosse che Mustacchio (peraltro generoso come sempre) le ha vanificate per imprecisione nell’ultimo passaggio. Insomma, se il primo tempo si fosse chiuso con un vantaggio più rotondo dell’1-0 di Verre (ormai l’abitudine con la rete è consolidata per l’ex doriano) nessuno avrebbe potuto dir nulla. Ma, si sa, quando il Perugia viene attaccato, qualche svista, grande o piccola, la commette. E così, su un tiro da fermo e da lontano di Melegoni, nell’occasione non adeguatamente contrastato da Bordin, gli abruzzesi hanno raddrizzato il risultato ad inizio ripresa. Ma il Grifo è un animale tenace e rapace. Ha ripreso a giocare, ha riguadagnato metri e ha segnato da corner con Gyomber che, dato per incerto alla vigilia, si è preso il lusso di incornare maestosamente per il 2-1. La partita è diventata ancora più avvincente. Il Pescara si è buttato in avanti e Pillon, uno dopo l’altro, ha schierato tutta la batteria dei suoi attaccanti. Nesta ha risposto mettendo Kouan per Mustacchio (25’) e passando ad un 4/4/2 comunque dinamico e non rinunciatario, che ha anche propiziato qualche buona situazione in ripartenza, sprecata per imprecisione o frenesia. Nel finale, poi, Mazzocchi per Bordin ha ancor più esplicitamente blindato l’assetto difensivo, mentre l’ingresso di Bianchimano per Vido ha avuto lo scopo di trovare là davanti uno capace di prendere e tenere le palle alte, facendo salire la squadra, nel finale troppo schiacciata. Tutte le mosse sono risultate azzeccate, la vittoria è arrivata, malgrado un finale ad alta tensione emotiva. Adesso c’è la trasferta di Lecce, la squadra forse più in palla del momento in cadetteria. Il Perugia è chiamato a interrompere la serie delle partite dei rimpianti. Per tenersi in classifica a ridosso delle prime. Perché il girone di andata volge al termine e il mercato incombe.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia