Perugia-Padova 3-2. All’ultimo tuffo il Grifo evita la terza beffa consecutiva.
Scritto da Daniele Orlandi il 31/10/2018
Il Perugia ripete la prestazione, non il risultato. Ma aspetta l’ultimo tuffo per agguantare i tre punti e, prima, si complica la vita incredibilmente, con una serie di gol divorati (specie nel primo tempo, dominato) e con i soliti errori difensivi: specialità della casa, le amnesie sui calci piazzati, con i due gol subiti entrambi sugli sviluppi da corner. Per il resto, un gioco per larghi tratti autorevole, piacevole e efficace, con in evidenza i giovani, su tutti Dragomir, stasera impiegato in mediana. Buone le prestazioni di Bianco, che ha fatto vedere in certe giocate e nella personalità il suo miglior repertorio. Bene Verre, anche se calato alla distanza, ma a tratti in grado di fare la differenza nel ruolo di trequartista. Davanti, Vido poco in spolvero e in certe occasioni egoista. La fase difensiva, invece, ha evidenziato ancora una fragilità inspiegabile con analisi troppo razionali. Gabriel non si è ancora ripreso dal periodo-no, e stasera ha aggiunto qualche pezzo alla sua collezione di farfalle, anche se non ha colpe specifiche sui gol. Forse, sul rigore avrebbe potuto temporeggiare, anziché uscire a valanga su Capelli, ma il penalty resta molto dubbio, perché il portiere ha preso anche la palla prima dell’avversario. Secondo Nesta, il Perugia è fragile dietro perché rende centimetri agli avversari. E, in effetti, la difesa non subisce granché su azione manovrata, non concede molte conclusioni alle altre squadre, ma sui calci piazzati balla come fosse una danzatrice del ventre. Se è una questione mentale, occorrerà metterci una pezza quanto prima, perché il Perugia altrimenti rischia di vanificare in un amen quello che di buono riesce a costruire. Dopo la vittoria di stasera, adesso la trasferta di Livorno dovrà certificare se la paura di non farcela può lasciare un po’ di tregua ai grifoni. La classifica è corta, la battaglia continua. Serviranno cuore caldo e testa fredda. Specie sui calci piazzati contro.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia
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