Perugia, la base del successo è nell’equilibrio. Senza quello non è possibile sognare
Scritto da Redazione il 01/09/2019
Vietato montarsi la testa dopo le quattro vittorie consecutive ottenute tra coppa e campionato. Lo sanno bene sia Oddo, che predica calma, sia la dirigenza, chiamata ad un ulteriore sforzo in sede di calciomercato.
L’equilibrio è alla base di ogni successo. Ma non basta quello in campo, che il Perugia applica con maestrìa. Serve anche fuori. Etichettare Vicario come flop dopo l’errore contro il Chievo, salvo poi assurgerlo a campione dopo la magistrale prova di Livorno, significa essere ben lontani dall’equilibrio.
Vicario è un ottimo portiere, così come lo è Leali, e lo è stato Gabriel prima di loro. Giudizi bipolari sono tutt’altro che salutari, perché influenzati dell’esito dell’incontro e dal risultato finale.
Dichiarare per esempio che il Perugia con Oddo ha trovato un grande allenatore rispetto al passato, significa voler affermare tra le righe che non sempre è stato così. Oddo è un ottimo allenatore e questo è un fatto. Lo ha dimostrato a Pescara dove ha fatto rivivere i fasti di Galeone, così come ad Udine e Crotone, dove è stato esonerato.
Equilibrio significa far convivere emotività e razionalità. Se cuore e cervello possono andare d’accordo nella vita quotidiana, figuriamoci se non possono farlo nel calcio. In buona sostanza, se un giocatore realizza una tripletta e, complice la malasorte, sbaglia un rigore nella partita successiva, rimane sempre un ottimo calciatore.
Cambierà il voto in pagella, passando da un 8 ad un 5, perché dettato dall’episodio, ma non il giudizio globale. Medesimo discorso che si può applicare al calciomercato condotto dalla società.
Falcinelli è il sogno di molti, e se il figliol prodigo dovesse tornare a casa, comporrebbe con Iemmello un tandem da urlo.
Se non dovesse arrivare, il mercato del Perugia sarà stato comunque ottimo. Di Iemmello si è detto, di Carraro e Capone ne sentiremo parlare perché sono giovani promettenti. Senza dimenticare gli innesti di Angella, Di Chiara, Vicario e Balic.
Viva l’equilibrio, nel calcio come nella vita.
Raffaele Garinella-Tifogrifo