Perugia buon pari a Livorno. Al gioco dei grifoni manca però il gol.
Scritto da Daniele Orlandi il 29/11/2014
Il Perugia pareggia con autorevolezza sul campo di una delle corazzate della serie B (anche se con assenze importanti) e costringe allo zero un attacco esplosivo. Missione compiuta, prestazione positiva. Si poteva forse fare di più? A giudicare dall’andamento di quasi tutta la partita (escluso, forse, l’inizio della ripresa) si. Il Perugia ha fatto non solo possesso palla, ma ha tenuto in mano il gioco e presidiato il campo. Non è bastato per vincere, perché per vincere occorre segnare e il
Perugia non ha, adesso, per come gioca, gli uomini capaci di cambiare spartito durante il concerto. Cioè gli attaccanti che, non riuscendo a segnare perché l’ultimo passaggio non corona belle manovre, magari trovano il modo di buttar dentro una palla sporca, un calcio piazzato, un’occasione casuale. E così, il gran lavoro del centrocampo, non riesce quasi mai a mettere le punte in condizione di battere a rete a colpo sicuro. Se il Grifo risolverà questo problema, davvero potrà competere ai massimi livelli di questa cadetteria. Nell’attesa, la cifra di gioco, gli equilibri tra reparti e le prestazioni dei singoli segnano punti positivi. Fossati in regia e Verre al suo fianco sono sicurezze, mentre Taddei dà solo a sprazzi il quid in più che da lui ci si aspetta. Oggi bene Fazzi, capace nel secondo tempo di dare più gamba e maggior profondità alla squadra. In difesa, Comotto è la roccia inamovibile; Goldaniga e Giacomazzi, malgrado qualche sbavatura, garantiscono una continuità a buoni livelli: il Livorno min è stato quasi mai pericoloso, è solo su errori, mai a difesa schierata. Davanti, assente Falcinelli, oggi è toccato a Parigini confermare per intero le sue doti, e a Lanzafame (schierato utilmente tra le linee) far capire che -in attesa dei ritmi partita che ancora non può avere dopo due anni di inattività- intanto sono garantiti i movimenti e la capacità di giocare per la squadra. Perea e Rabusic, entrati nella ripresa, non sono valutabili e, comunque, non hanno inciso sulla partita.
Il campionato è equilibrato, la classifica corta. Tutto è davvero ancora possibile, in questa battaglia incerta dove i dettagli possono fare la differenza. Ecco perché varrebbe la pena provare ad acquisire qualche arma, possibilmente non convenzionale, per rompere gli equilibri a proprio vantaggio.
Daniele Orlandi-Agenzia Stampa Italia
Foto di Matteo Marzella