Perugia-Benevento 0-1. Grifo, sconfitta altamente immeritata.
Scritto da Redazione il 26/02/2022Chi vuole, invochi gli influssi malefici delle streghe di Benevento. Perché solo qualcosa di metafisico può spiegare la sconfitta del Perugia contro i campani dell’ex tecnico Caserta. Una partita condotta o comunque controllata sempre dai grifoni, un po’ come era stato contro il Frosinone. Il Perugia ha creato tante situazioni e diverse occasioni, ma non è riuscito a concretizzarle. Si sono contati tanti cross, moltissimi calci d’angolo, qualche punizione e varie conclusioni verso la rete. Ma sui tanti tentativi è mancata la giocata lucida, quella più giusta in quel momento, e questo è l’unico aspetto su cui Alvini dovrà lavorare. Nella ripresa, a confermare che nel calcio sono gli episodi a decidere le sfide equilibrate, ci si è messa anche la traversa a respingere un colpo di testa di De Luca. Alvini schiera in mezzo Ghion, Segre e Santoro con licenza di avanzare tra le linee, Falzerano e Lisi di fascia. Il trio di difesa con Sgarbi, Angella e Dell’Orco, in avanti De Luca e Matos. Il Grifo inizia aggressivo, come da copione, il Benevento attende sornione e cerca le ripartenze poggiandole sul palleggio dei suoi piedi buoni. In campo si vede una partita tatticamente interessante, i grifoni non lasciano campo ai campani, a tratti li schiacciano nella loro metà campo. Tutto il tempo è così, sembra che se qualcuno possa sbloccarla, sia la squadra di casa. Ma, a tempo scaduto, cioè addirittura dopo il duplice fischio dell’arbitro Abbattista, il VAR fa assegnare ai campani un rigore per in mani di Angella. A termini di regolamento, si può. L’episodio e la successiva trasformazione da parte dell’ex Forte, lasciano però molto amaro in bocca. L’amaro si trasforma in carica positiva per il Perugia, che nel secondo tempo fa soffrire il Benevento e crea tantissimo, pur rischiando sulle ripartenze dei campani. Le sostituzioni fatte da Alvini danno al Perugia motivazioni supplementari. D’Urso, in particolare nella mezz’ora finale guida il Grifo all’arrembaggio con autorevolezza. Ma tra traverse, rimpalli e scelte intempestive nell’ultimo passaggio o nelle conclusioni, il gol non arriva. Così il Grifo, che ha giocato in dieci gli ultimi dieci minuti per l’espulsione di Kouan, deve archiviare una sconfitta altamente immeritata, che ne interrompe la super serie di risultati, ma non ne inficia le certezze. Perché anche oggi la squadra ha mostrato idee, compattezza e intraprendenza. Cioè, ha confermato di essere sul pezzo, capace di giocarsela con chiunque, motivata e sicura dei propri mezzi. Quanto basta per passare con fiducia al capitolo trasferta di Brescia, altra corazzata della cadetteria.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia