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Perugia bello e concreto, vince con merito a Brescia. Ardemagni e Falcinelli fanno 2-1.

Scritto da il 21/02/2015

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Solidità ed equilibrio tattico. Lucidità in difesa nei momenti topici, personalità in fase di costruzione del gioco e freddezza sotto porta, con Ardemagni al suo primo gol in maglia biancorossa e Falcinelli che torna a segnare un minuto dopo l’ingresso in campo. Una vittoria bella e meritata. Tre punti di sostanza che rilanciano il Grifo. La crisi sembra alle spalle e non solo per il risultato. Il 3/5/2 di Camplone ha consentito al Perugia di fare la partita praticamente per tutti e novanta i minuti. E anche se il primo tempo era finito in svantaggio, per il solito gol preso sugli sviluppi di un corner, era sembrato solo uno scherzo della sorte, visto che l’assist a Tonucci era venuto da un pallone mezzo sbucciato da Corvia, in anticipo su Faraoni. Per il resto, occasioni da una parte e dall’altra (due per Ardemagni, e due legni per il Brescia con Corvia e Sestu) ma quelle del Brescia nate a sprazzi, dai piedi buoni dei suoi giocatori, mentre quelle del Perugia maturate nel contesto di una partita sempre comandata, dal primo all’ultimo minuto. La ripresa si è aperta con il gol di Ardemagni che ha definitivamente rovesciato in favore dei grifoni il quadro psicologico e tattico della partita. Il Perugia ha preso ancor più coraggio e fiducia nei propri mezzi. Il pallino è rimasto sempre in mano ai biancorossi che, contrariamente ad altre volte, non hanno peccato di leziosità. Son rimasti sempre sul pezzo, hanno privilegiato la praticità, ma senza rinunciare al dna del gioco di Camplone, cioè il possesso palla e il fraseggio prolungato alla ricerca dell’imbucata giusta. La difesa con Hegazy ha acquistato in solidità e sicurezza sulle palle alte, mentre Goldaniga è rimasto sempre concentrato e Giacomazzi autorevole negli anticipi e nell’impostazione. La mediana ha costretto il Brescia sempre a rincorrere, proponendosi con personalità. L’inventiva di Fossati, la solidità di Rizzo, la puntualità di Verre e la spinta costante degli esterni Crescenzi e Faraoni (buono il suo esordio) e il Brescia si è dovuto arrendere. Poi, davanti, gli attaccanti hanno completato l’opera. Non solo i marcatori, ma anche Fabinho, che si è proposto pericolosamente con continuità e non si è neppure risparmiato in fase di contenimento. Bravi i singoli, insomma, ma ha vinto soprattutto lo spirito di squadra, la consapevolezza di aver trovato già una buona miscela tra i vecchi e i nuovi, soprattutto per la maggior tranquillità con cui gioca sia chi scende in campo, sia chi subentra. Tranquillità che si traduce in capacità di reagire alle avversità e in sicurezza nel proporre il proprio gioco. Camplone ha vinto la sua seconda battaglia consecutiva, non succedeva da inizio campionato. Visto l’assortimento di giocatori che adesso ha a disposizione, merito di un mercato che sembra essere intervenuto nel modo giusto nei punti giusti, sembra davvero iniziata una nuova fase. Qualità e concretezza non sono affatto in antitesi, anzi sono le condizioni necessarie e sufficienti per fare bene. Anche molto bene.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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il 21/02/2015.
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