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Perugia- Avellino 0-0. Grifoni, risultato avaro, ma prestazione buona in prospettiva .

Scritto da il 29/10/2014

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Ci sono due modi per valutare il Perugia che ha fatto 0-0 con l’Avelino al Curi. Centrare il giudizio facendosi influenzare dal (comprensibile) rammarico per il rigore fallito al 90’ da Taddei e mettere in evidenza i limiti, già noti, della squadra di Camplone, le ormai cinque partite senza vittorie, la sterilità dell’attacco, la rosa che non consente di fronteggiare adeguatamente infortuni e assenze di vario genere. Oppure, tentare una lettura più analitica e complessiva della partita. In questa seconda opzione, gli elementi positivi sono preponderanti e permettono una lettura in prospettiva più incoraggiante. Il Perugia sembra aver fatto un altro passo per uscire dall’involuzione delle ultime settimane. La prestazione non è stata brillante, ma solida, di sostanza e con diversi spunti di personalità. Dopo le ultime partite vissute in una imbarazzata crisi di identità, si è rivisto il dna del gioco camploniano: possesso palla, ricerca della manovra insistita, a tratti un modo sicuro e sciolto di imporsi all’avversario. L’Avellino è squadra tatticamente rognosa, che si difende con almeno nove uomini dietro la linea della palla, pressa chi imposta il gioco fin dalla difesa avversaria e cerca la profondità nelle ripartenze. Ma ha anche qualità, specie negli attaccanti Castaldo e Arrighini, che non poche preoccupazioni avevano destato alla vigilia, visto anche che il Perugia era privo di Camplone e Giacomazzi, punti fermi del reparto arretrato. Invece, alla resa dei conti, Goldaniga, Rossi e Flores non hanno concesso nulla: la gara di ieri sera ha confermato che la solidità del reparto difensivo, chiunque giochi, è un dato consolidato su cui Camplone può far conto. In mezzo, è tornato in cattedra Taddei, sempre al centro delle trame pazienti e avvolgenti imbastite per aggirare la vischiosa ragnatela irpina. Trame nel primo tempo troppo sotto ritmo e a volte accademiche per impensierire gli ospiti. Anche perché sulle fasce, nonostante l’Avellino tenesse molto arretrati Bittante e Zito (in pratica adottando un 5-3-2) Crescenzi e Lo Porto (comunque discreta la sua prestazione, specie nella ripresa) non sono riusciti ad approfittarne. E perché Nicco è apparso ancora in ritardo di condizione; e Verre non brillante come nelle sue giornate migliori, anche se ha fatto vedere cose buone quando ha fatto il regista. Nella ripresa, però, come succede ormai di sovente, il Perugia si è svegliato, a dimostrazione che non ci sono problemi importanti di condizione fisica generale. Il fraseggio è stato reso più vivace ed efficace soprattutto dall’ingresso di Parigini, prima esterno di destra, poi attaccante aggiunto nel 3-4-3 finale. Ma anche Fazzi, in crescita rispetto a Vercelli, ha trovato accelerazioni importanti, sia al centro, sia quando è stato spostato sulla fascia. E, nella reviviscenza collettiva, si è materializzato anche il risveglio di Perea, finalmente entrato nel cuore delle azioni d’attacco e capace di cercare con efficacia la profondità: il rigore è nato da una sua iniziativa che ha costretto al fallo in area il neo entrato Filkor. Alla fine, se il Perugia avesse vinto, avrebbe riscosso il giusto premio per aver annullato l’Avellino in avanti e averlo rinchiuso negli ultimi trenta metri. Il rigore sbagliato da Taddei -che ha certo il piede buono, ma non evidentemente la freddezza necessaria dagli undici metri- è stato un peccato. I tre punti avrebbero sancito l’uscita ufficiale e definitiva dal tunnel, permettendo a squadra e ambiente di riprogrammare con maggiore tranquillità un nuovo periodo “espansivo”. Vincere sarebbe servito sia per la classifica (il Perugia avrebbe agguantato la terza posizione) sia per dare corpo alla regola -non logica, ma psicologica- che vincere aiuta a vincere, agendo da leva sui meccanismi dell’autostima. Ma lo stesso Camplone ha voluto far capire con chiarezza che, dopo questa partita, la svolta per lui comunque c’è stata. La prospettiva torna dunque ad essere quella di una squadra che può preparare la prossima partita a Crotone per fare il proprio gioco senza dover correre dietro alle emergenze. Anche perché è probabile il recupero alla causa di Giacomazzi e Del Prete, due dei pilastri dello scintillante avvio di stagione.

                                                                                               Daniele Orlandi

(Tifogrifo – Agenzia Stampa Italia)

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il 29/10/2014.
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