Novara-Perugia 2-2. Sfuma nel finale l’ennesima occasione.
Scritto da Daniele Orlandi il 25/04/2016Ancora un 2-2, ancora una vittoria sfumata sulla linea del traguardo. Ancora una partita double-face del Perugia. Ancora buon gioco a tratti, ma l’incapacità di mettere a frutto appieno le situazioni favorevoli. E, di nuovo, qualche errore di troppo in difesa nelle fasi topiche, oltre all’immancabile pizzico di sfortuna, stasera sotto forma di un rimpallo che ha favorito il gol di Gonzalez dell’1-1. Il Perugia del primo tempo gioca con autorevolezza, tampona con la mediana e riparte sulle fasce, con Guberti e Fabinho davvero in palla. Il gol di Guberti, un missile terra-aria, dà al Perugia un vantaggio meritato. E su quel vantaggio il Perugia potrebbe affondare, ma non lo fa. Così il Novara può pareggiare complice un rimpallo e il primo tempo finisce in parità, anche perché il palo dice no a Fabinho e Ardemagni non la ribatte dentro, colpendola di sinistro, anziché di destro. La ripresa è un’altra cosa, perché il Perugia cala vistosamente, specie sugli esterni, e il Novara spinge sull’acceleratore, inserendo Dickman, Evacuo e Lanzafame, cioè giocatori tutti più offensivi dei sostituti. Il Perugia non riparte più, abbassa la difesa e i piemontesi attaccano cercando la profondità. Ma, nel momento di massima pressione dei padroni di casa, il Perugia trova il 2-1 sull’asse sudamericano Fabinho-Aguirre. Bisoli mette Milos per Guberti e Prcic per Fabinho, ma il Perugia non guadagna metri e non approfitta degli spazi che la squadra di Baroni concede. Il finale è, così, in apnea e al 44′ il Novara trova il pareggio su un’iniziativa di Lanzafame, che crossa al centro dove Milos è in ritardo su Evacuo, mentre tutt’a la difesa è statica. Sfuma così l’ennesima occasione, tra rimpianti e recriminazioni, sfortuna, meriti e demeriti, in una stagione che andrà letta bene in prospettiva per non buttar via, con l’acqua sporca, anche il bambino. Che, tutto sommato, ha qualità e talenti, oltre a qualche vizio da correggere crescendo.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia