Nel mondo, di uomini di parola ce ne sono pochissimi ma di opportunisti tanti. Diffidate delle imitazioni
Scritto da Redazione il 04/06/2022Nella vita, mantenere la parola è un privilegio riservato a pochi. Viviamo in un’epoca in cui questo grande valore viene quasi completamente ignorato. Sì, stiamo vivendo in un’epoca oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale, che induce gli uomini a credere solo negli aspetti più superficiali e materiali della realtà. Si mira solo alla convenienza personale, quasi mai al bene della propria comunità. Tempi di decadenza da cui antropologicamente anche il calcio non è immune.
La vicenda di cui si dibatte a Perugia in questi giorni ne è un classico esempio. Un palese caso di eterogenesi dei fini, dei corsi e ricorsi storici di vichiana memoria. O forse, più semplicemente, si tratterebbe di uno sdoppiamento temporale della personalità, del conflitto interno tra due contrastanti volontà, dove, alla fine, ha prevalso la sfera materiale su quella passionale.
A me, che sono un inguaribile romantico, fiero ed orgoglioso di Perugia, città che – nessuno lo può disconoscere – è tra le più importanti dell’Italia centrale, la cosa ha rattristato. Soffro sempre quando vedo che la parola data viene disattesa. Soffro per l’ipocrisia e la grande delusione che la questione si porta dietro a causa di un atteggiamento contraddittorio in cui – sia chiaro – nessuno obbliga qualcun altro a dare la parola, a giurare fedeltà alla causa. Ma… Santo Iddio! Pensateci un attimo prima di fare pubblicamente certe dichiarazioni d’amore. Sì, pensate bene prima di prendere certi impegni. Meditate sulle conseguenze che il cambiamento repentino di rotta potrebbe comportare.
Io amo gli uomini-bandiera, uomini come Facchetti, Chinaglia, Totti, Pecci, De Rossi, Scirea, Juliano, Antonioni, Maradona, Javier Zanetti, Mazzola, Rivera, Del Piero e così via. Nessuno me ne voglia, ma non mi trovo in sintonia con chi reputa che il salto di qualità professionale e l’occasione della vita possano giustificare il venir meno dell’impegno preso e della parola data.
Abbiamo di fronte due atteggiamenti e due figure totalmente diverse. C’è chi non sa rinunciare alle sirene, all’ambizione e all’opportunità da non perdere, e preferisce solo l’aspetto più pratico e conveniente. Viceversa, esiste ancora gente per cui la parola data conta molto più delle lusinghe e, una volta fatta la propria scelta, vuole andare a testa alta e onorare fino alla fine il suo contratto. Non so voi, ma io scelgo senza alcun dubbio la seconda genìa umana! Sono un romantico!
Per la verità, questa “inaspettata” deriva pre-estiva, per converso, stimola a fare dei ragionamenti per comprenderne meglio le dinamiche. Può un dipendente, ancora sotto contratto con una società, decidere di cambiare lavoro senza prima aver informato il suo titolare? O senza prima aver creato i rapporti con la nuova società? Oppure crediamo che le cose nascano all’improvviso, così per caso?
Forse è più opportuno credere alle parole di Cocciante: “Era già tutto previsto”? Non ci è dato sapere ma è un’ipotesi che non va scartata. Nella vita si è giudicati per le ultime azioni che facciamo: il comportamento lascia o una scia luminosa ed indelebile del proprio passaggio nelle menti delle persone, oppure nessuna traccia o addirittura una pessima fama.
Sono tra quelli a ritenere che non ci deve essere posto tra chi opera nel nostro ambito per coloro che non hanno Perugia nel cuore. Per la nostra città parlano la storia, i fantastici monumenti e le vicissitudini che emozionano da sempre i suoi visitatori. Certo, sono di parte e, ribadisco, un inguaribile romantico, io.
Io, sì, lo sono, perché sono fiero ed orgoglioso della mia città, di essere figlio della “Maschia Peroscia” (D’Annunzio). Tifo Grifo e nient’altro. Sono affascinato dal luogo ieratico dove “brillano le mille luci sulla antica città, un incantesimo di stelle lassù, lì c’è Perugia, Perugia mia: quell’incantesimo, Perugia sei tu, soltanto tu!” (Rino Salviati – Notturno Perugino).
“Perugia è una città piena di gente. Mille lingue, usi e tradizioni. Perugia cuore verde stretta tra tante regioni, tra le tue braccia accogli figli di cento nazioni. Per tutti sei qualcosa: madre, sposa o sorella. Per molti sei la luce che rischiara, sei una stella” (Roco – Perugia). Le persone che non comprendono l’esatta dimensione e l’atmosfera magica di Perugia non la meritano!
Ettore Bertolini – TifoGrifo.com