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Michele Bisogni, il medico sociale del Perugia tra emergenza, infortuni e ipotesi di ripresa dell’attività.

Scritto da il 04/04/2020

 

 

Il Perugia dopo Siena e Watford. A Perugia lavoro bene e tifo Grifo.

Dal 2016 è medico sociale del Perugia addetto alla prima squadra. Il dottor Michele Bisogni, 35 anni, senese, specialista in Medicina dello Sport, è anche un proloterapeuta. Ha avuto esperienze di lavoro anche nel Siena calcio e in Inghilterra, al Watford, dove si occupava di consulenza nutrizionale e fisiologica. Bisogni è arrivato al Grifo grazie ad una considerazione in comune con Roberto Goretti. Nel capoluogo umbro si trova bene. Lo staff medico, tra medici, fisioterapisti e collaboratori esterni, “fa un lavoro impostato molto bene; se non avessi stimoli positivi a lavorare qui, non farei ogni giorno 200 km tra andata e ritorno da Siena”. E, oltre a questo, è anche motivato e coinvolto dal Grifo sul piano più squisitamente sportivo: “lavoro con i ragazzi ogni giorno, per cui mi sento parte del gruppo, come un tifoso gioisco per le vittorie e mi arrabbio per le sconfitte; seguo tutte le partite, quando non posso venire le vedo in tv”.

 

Emergenza: la posizione dei medici sportivi.

Nell’emergenza covid 19, il parere dei sanitari in generale e, per lo sport, dei medici sportivi, assume particolare rilievo. Michele Bisogni riferisce che in questo periodo i contatti tra i medici sociali di tutte le serie sono frequenti, almeno settimanali e rigorosamente in call conference. I decreti del governo per ora bloccano gli allenamenti fino al 13 aprile, ma  potrebbero comunque protrarsi per tutto il mese. Si parla di un’ipotesi di ripresa dell’attività a maggio. “In realtà, dice Bisogni, siamo ancora alla fase del picco del contagio, per cui non si possono fare previsioni certe  sui tempi della eventuale ripresa: neppure l’Organizzazione Mondiale della Sanità è in grado di dire cosa succederà”. In questo quadro, la posizione dei medici delle squadre di serie B, “univoca e ufficializzata in un comunicato congiunto il 13 marzo”, sottolinea, è che “nessuno vuole  mettere a rischio la salute pubblica”. Insomma è difficile parlare di calcio finché la situazione non torna minimamente alla normalità.. Il che vuol dire “una circolazione del virus di molto ridotta, se non proprio azzerata”.

 

La ripresa solo in sicurezza: la  salute pubblica prima di tutto.

La ripresa  sarebbe comunque graduale. Si ipotizza in piccoli gruppi, con lavoro cosiddetto “a secco”, per ripristinare le capacità fisiche perse e, solo più avanti, la ripresa del lavoro in gruppo. Si era anche pensato, una  volta verificata la negatività al virus di tutti i giocatori, di mandarli in ritiro per tornare a disputare le partire. Ma questo scenario presuppone che tutte le squadre, all’unisono, facciano questo. “E che la diffusione del virus sia sotto controllo”, perché, in ogni caso, anche le squadre in ritiro avrebbero comunque contatti con l’esterno, con lo staff, e un solo nuovo infetto in una squadra bloccherebbe di nuovo il campionato. “La salute pubblica prima di tutto”, è la posizione unanime della comunità scientifica -non solo dei medici sportivi- e le autorità governative sembrano tenerla  in grande considerazione” in questo momento.

 

I grifoni sotto controllo medico..

Il periodo di stop è ovviamente problematico per i giocatori. Bisogni parla di “una situazione di stress psicofisico elevato”. Anche per questo, lo staff medico è in contatto quotidiano con loro: “li sproniamo, spiega, ad avere un atteggiamento positivo verso la vita, ad utilizzare le giornate per fare qualcosa che possa migliorare la loro vita quotidiana, le cose che di solito non si fanno per mancanza di tempo, come leggere, fare attività fisica, pulire casa”. Resta fermo, per Bisogni, che i giocatori sono atleti a tempo pieno, per cui devono continuare ad esserlo “seguendo le nostre indicazioni in materia di regime alimentare, di esercizi atletici e fisioterapici”. I giocatori, prosegue, devono cercare di mantenere  al massimo elevato il loro stato fisico, perché, spiega, “bastano due settimane di inattività per perdere il 40% della resistenza cardiocircolatoria e, alla ripresa, occorre prima recuperare quella e, poi, iniziare l’allenamento vero e proprio”.

 

..e dietetico

Bisogni è anche un nutrizionista e spiega che, oltre agli aspetti fisici, lo staff medico monitora strettamente  i grifoni anche dal punto di vista nutrizionale. “A partire da uno schema base comune di dieta, ogni  giocatore ha poi il suo schema specifico, che tiene conto degli elementi personali, come le intolleranze, le preclusioni di tipo religioso, etc.”, spiega. Poi, con cadenze regolari settimanali, mensili o ogni sei settimane, lo staff effettua vari tipi di controllo, dal peso ai dati antropometrici sulla composizione della massa magra e di quella grassa.

 

La situazione degli infortunati

Il dottor Bisogni è anche colui che in ultima analisi verifica l’andamento dei giocatori dopo gli infortuni e passa in rassegna la situazione dei grifoni attualmente reduci da incidenti di gioco. Paolo Fernandes ha avuto un problema alla tibia a fine dicembre: “prima, riferisce Bisogni,  ha dovuto sottoporsi ad un periodo di riposo, poi ha ripreso con lavori a bassa intensità in piscina, in palestra o con la byke, in modo da recuperare senza dolore; dopo Pasqua lo sottoporremo agli esami e, se tutto andrà bene, potrà tornare in gruppo”. Gabriele Angella, invece, che aveva subìto una lesione all’adduttore sinistro, “era già recuperato al 100% e pronto per essere convocato per la trasferta di Ascoli” quando è arrivato lo stop del campionato. Simile la posizione di Norbert Gyömbér, reduce da una lesione al legamento crociato dalla trasferta di Frosinone: “stava finendo il suo recupero e aveva appena ricominciato a lavorare in campo”.

 

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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il 04/04/2020.
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