Mauro Viviani: Perugia è nel mio cuore, ho ancora tanti amici, spero raggiunga la serie A. Gaucci un presidente generoso. Forza vecchio Grifo, ti amo!
Scritto da Raffaele Garinella il 27/04/2018Mauro Viviani, un passato nel Perugia di Luciano Gaucci, prima come vice di Ilario Castagner, poi come primo allenatore nella stagione 1994/95, dalla ventiseiesima alla trentottesima giornata.
Abbiamo ripercorso con lui i sentieri del tempo, ricordando i momenti più importanti dell’ esperienza perugina, proiettandoci inoltre sul finale di stagione che attende il Grifo di Roberto Breda.
1. Buongiorno mister Viviani, un’esperienza al Perugia nella stagione 1994/95, 18 punti in 13 partite. Avrebbe meritato la riconferma. Come mai le cose andarono diversamente?
Il presidente Gaucci, nel conferirmi l’incarico, mi garantì la riconferma in caso di promozione in serie A. Per una serie di episodi veramente sfortunati e non favorevoli, la tanto agognata promozione non fu centrata, e Gaucci optò per scelte differenti. Fu davvero un peccato.
2. Lei dichiarò, se non ricordo male, “i barili si contano alla fine”. Breda ha recentemente dichiarato che “i punti si contano alla fine”. Trova analogie tra il suo Perugia e quello guidato dal tecnico trevigiano?
È un antico detto dei marinai elbani, noti per la loro continuità e costanza nel lavoro. Le dichiarazioni di Breda rappresentano un segnale di fiducia nella squadra. Nutre fiducia nei suoi ragazzi, così come ne nutrivo io nella mia squadra. Speriamo che alla fine i “barili” siano sufficienti per raggiungere la serie A. Glielo auguro di cuore.
3. Non è mai facile subentrare in corsa. Quali furono le difficoltà che incontrò? Si sente di dare qualche consiglio a Breda?
Sinceramente incontrai poche difficoltà perché furono i calciatori a caldeggiare il mio nome a Gaucci. Solo una concomitanza di episodi sfavorevoli ci impedì di centrare la promozione in massima serie. Se posso permettermi di dare un consiglio a Breda, gli suggerirei di curare la fase difensiva, perché questa squadra, in un modo o nell’altro, riesce sempre a trovare la via del gol.
4. Che ricordi ha di Perugia e del presidente Gaucci?
Perugia è una città splendida, ricordo l’abbraccio costante dei tifosi, e conservo ancora numerosi amici, nonostante siano trascorsi molti anni. Non è piaggeria la mia, e chi mi conosce lo sa bene. Il ricordo di Gaucci è di un presidente generoso, che ha amato il Perugia sopra ogni cosa. Ricordo costanti telefonate alle 03:00 o alle 04:00 del mattino, col fine di incitarmi, di incoraggiarmi, semmai ce ne fosse stato bisogno, a votare tutto me stesso alla causa del Grifo.
5. Ricorda il momento in cui fu scelto? Cosa accadde e cosa fece scattare la scintilla tra lei e Gaucci?
Il presidente mi contattò alle 05:00 del mattino dopo la sfortunata sconfitta di Trapani contro il Palermo, maturata durante l’ultimo minuto di gioco. Ricordo bene le sue parole: “Mister, ho appena esonerato Castagner, e dato che lei non si ritiene all’altezza, mi suggerisca un allenatore a cui affidare la squadra”. Risposi che invece mi sentivo all’altezza, avendo allenato, anche con buoni risultati, il Pisa, sempre in serie B. Gaucci aggiunse: “Benissimo mister, l’attendo a Roma nei miei uffici per le 11:00”. Ero rientrato da Trapani alle 03:00 del mattino. Prima di accettare l’incarico, avrei dovuto sciogliere una sola riserva, ovvero parlare con Ilario Castagner, cosa che feci a metà mattina.
6. Qual è il più grande rammarico della sua avventura in biancorosso? Ci sono rimpianti?
Il piu grande rammarico è rappresentato dalla sconfitta maturata contro il Vicenza. Ci presentammo al Menti senza quattro titolari; tre difensori del calibro di Rocco, Di Cara e Beghetto, e un attaccante come Cornacchini, in quel momento in forma davvero strepitosa. Secondo il mio parere in quella gara, perdemmo le ultime chance di centrare la serie A.
7. Da Matteoli a Cornacchini, passando per Dondoni e Rocco Pagano…. una squadra composta da ottimi calciatori. Da chi rimase maggiormente impressionato sia sotto il profilo tecnico che umano?
Un gruppo di calciatori fenomenale, sia dal punto di vista tecnico che umano. Matteoli fu un esempio di straordinaria professionalità. Ricordo che quando mi resi conto che la sua condizione atletica ci stava mettendo in difficoltà, glielo feci presente, parlandogli da uomo a uomo, e lui si mise a disposizione senza mai fare polemiche.
8. Qualora fosse rimasto alla guida del Perugia, chi avrebbe voluto acquisire in sede di mercato?
Purtroppo non ho avuto modo di pensare al mercato. La mia era comunque una squadra molto forte, con una rosa importante.
9. La sconfitta del Perugia contro la Ternana Unicusano ha rappresentato un boccone amaro da digerire. Cosa deve fare Breda per consentire alla squadra di dimenticare il derby e di fare risultato ad Ascoli?
La sconfitta in un derby come quello contro la Ternana Unicusano brucia e brucerà, inutile negarlo. Ora spetta alla società, a Breda e agli stessi tifosi, il compito di aiutare i ragazzi a riprendersi in fretta. Non sarà un compito facile ma glielo auguro con tutto il mio cuore.
10. Dellafiore e Bandinelli sono fuori fino al termine della stagione. Due grandi perdite. Dove può arrivare questo Perugia?
Due perdite importanti; dovranno essere colmate dalla forza del gruppo che dovrà prevalere sulle difficoltà. Bisognerà letteralmente “azzannare” gli avversari per raggiungere il traguardo della serie A e coronare questo sogno. Forza vecchio Grifo, ti AMO!
Si ringrazia Carlo Giulietti per la concessione del materiale fotografico.
Raffaele Garinella-TifoGrifo.com