Marco Bagozzi: Vi racconto Han, Choe e gli altri talenti d’Oriente… Il parere dell’esperto di calcio asiatico
Scritto da Redazione il 27/08/2017
(ASI) Marco Bagozzi, triestino classe 1983, è autore di svariati libri sulla storia del calcio, con un occhio particolare a quello asiatico, come Con lo spirito Chollima. 55 anni di calcio della Repubblica popolare democratica di Corea (2012), Patria, popolo e medaglie. Lo sport nella RPD Corea tra politica, storia e Juché (2013), Vincere con Gengis Khan. Lo sport in Mongolia fra tradizione, cultura e politica (2014) ed il recentissimo Storia del calcio cinese. Dalle origini ai giorni nostri, scritto a quattro mani con Andrea Bisceglia. Sulla sua pagina Facebook, Chollima Football Fans, i lettori possono tenersi costantemente informati sulle vicende del calcio coreano, una realtà quasi sconosciuta eppure molto attiva.
Benvenuto Marco. Dopo la tripletta di Chiavari, che ha contribuito in modo determinante al 5-1 con cui il Perugia si è imposto sulla Virtus Entella, il giovane attaccante nordcoreano Han Kwang-Song si è guadagnato le prime pagine delle cronache sportive. Sebbene di lui a Cagliari parlassero già molto bene, Han deve ancora compiere diciannove anni. Questa prestazione maiuscola alla prima giornata è una sorpresa o te lo aspettavi?
Quando vidi per la prima volta giocare Han, ormai tre anni fa nel Campionato Asiatico Under-16, mi accorsi subito che aveva tutto per essere un predestinato. Carisma, fisico, tecnica e astuzia. Quindi da un certo punto di vista non mi ha sorpreso. Ma ovviamente un impatto così devastante, con tre reti nella prima giornata non può che avermi lasciato di stucco, perché se fino a ieri mi sarei aspettato un campionato che lo consacrasse come uno dei migliori giovani della Serie B, ora pare abbia alzato l’asticella puntando a diventare un fattore importante anche per la massima divisione. Ricordo infatti che, seppur con una forma di riscatto e controriscatto, Han è di proprietà del Cagliari, con un contratto fino al 2022. Certo, continuasse così, anche la maglia rossoblu potrebbe stargli stretta…
Con questi tre fantastici gol, Han ha già conquistato la tifoseria. Nel corso della sua storia, Perugia è divenuta una piazza celebre anche per aver “allevato” tante promesse del calcio italiano e straniero. Molti ricordano ancora Ahn Jung-hwan, l’attaccante sudcoreano che fece bene nella squadra-rivelazione di Serse Cosmi, giocando al fianco dei futuri campioni del mondo Marco Materazzi e Fabio Grosso. Han ha già detto di volere e poter fare meglio. Tu che ne pensi?
In parte ho già risposto. Le prospettive erano già alte ad inizio campionato. Ma ora non posso che aspettare il salto di qualità definitivo verso altissimi livelli, fermo restando che abbiamo davanti un ragazzo di 19 anni, che potrà avere nell’arco della stagione alti e bassi. Con tutto il rispetto per il quasi omonimo Ahn, che ricordo come un gran bel giocatore, con Han parliamo di qualcosa di diverso: un potenziale fuoriclasse. Di certo, Perugia si conferma piazza attrattiva per i calciatori asiatici: da Ahn al giapponese Nakata, dall’iraniano Rezaei a Han. Non dimenticando la meteora cinese Ma Mingyu, che sbarcò a Perugia nell’estate del 2000.
Considerando anche il prossimo acquisto di Filippo Falco dal Bologna, molti osservatori sostengono che quello allestito dalla società quest’anno sia il Perugia più completo e competitivo degli ultimi anni. I nordcoreani arrivati alla corte di Federico Giunti in realtà sono due. Prima di Han, infatti, a Pian di Massiano era già arrivato Choe Song-Hyok. Ne hai già parlato per ASI con un tuo pezzo a fine giugno. Puoi riassumerci quelle che sono le sue caratteristiche? Che ruolo predilige?
Choe è un giocatore di fantasia, abilissimo nel dribbling. Può giocare indifferentemente a destra o a sinistra, dove comunque si trova meglio, ma ho già visto che è stato provato da trequartista puro. Sono inoltre giocatori che non si risparmiano, sia Han che Choe: se devono correre lo fanno per 90 minuti, senza soste. Dei due, Choe è tuttavia quello meno pronto, sul quale bisogna lavorare ancora, soprattutto da un punto di vista tattico. Ma da questo punto di vista ho grande fiducia in Federico Giunti, uno che il calcio sa insegnarlo.
Alcune firme importanti nel panorama del giornalismo sportivo italiano hanno elogiato le tue pubblicazioni, specie per la ricchezza di informazioni e l’abilità di reperire dati e documenti rarissimi. Alla luce della tua competenza, c’è in Asia qualche altro campione con le giuste carte in regola per tentare l’avventura nel calcio italiano?
È un calcio in espansione, ci sono grossi investimenti, non solo in Cina, e molti tecnici stranieri frequentano quei campi. Naturale che ci siano numerosi calciatori pronti a fare il grande salto in Europa. Semmai il problema diventa la prospettiva economica di questi trasferimenti: calciatori che in campionati come quello cinese, giapponese o thailandese guadagnano discrete cifre, perché sono elementi che spostano gli equilibri, diventerebbero dei comprimari nei campionati europei. Penso a talenti assoluti come il thailandese Teerasil Dangda o all’emiratino Omar Abdulrahman, ad esempio.
Se devo fare qualche nome, comunque, direi che si può puntare ad occhi chiusi sul cinese Gao Lin, attaccante della nazionale di Lippi e del Guangzhou Evergrande, o sul giovane iraniano Sardar Azmoun, ventiduenne del Rubin Kazan, che quest’estate era corteggiato dalla Lazio.
Tra i nordcoreani, i migliori sono già in Europa. Oltre a Choe e Han, abbiamo Jong Il-Gwan in Svizzera, al Lucerna, e Pak Kwang-Ryong in Austria, al St. Pölten, ma è in arrivo nella solita Academy di Perugia (Italian Soccer Management) Kim Pom-Hyok, classe ’98, che vedremo nel prossimo Mondiale Under-17 di ottobre in India. Un giocatore totale.
Andrea Fais – Agenzia Stampa Italia