Luca e Gian Filippo, quando il destino li riunisce. I due nuovi si presentano: “Pronti a dare il nostro contributo”
Scritto da Redazione il 07/08/2018In attesa della seconda parte del ritiro, che si terrà sempre a Sarnano nei prossimi giorni, è nuovamente tempo di presentazioni in casa Perugia. Questo pomeriggio, presso il Museo del Grifo, hanno avuto il primo contatto con la stampa, dopo averlo già avuto in campo, Luca Vido e Gian Filippo Felicioli. Attaccante il primo, fluidificante il secondo, i due nuovi arrivi sono legati da una storia singolare: molto amici sin dai tempi delle giovanili del Milan, la professione li ha divisi prima di riunirli sotto un’unica maglia, quella biancorossa. Per Vido l’ambiente del Curi non è nuovo, avendoci giocato (e segnato) in occasione della partita tra le nazionali Under 21 di Italia e Norvegia dello scorso 22 di marzo. Obbiettivi diversi per i due classe ’97, la continuità per l’avanti di Bassano del Grappa, e il rilancio per il difensore di San Severino Marche, ma nello stesso tempo una sola missione: riportare in altro il Grifo.
UN BOMBER DUTTILE – Apre la conferenza Luca Vido, che parla dell’approccio con la sua nuova realtà: “È stato direi discreto, ma purtroppo quel che contava e cioè il risultato, non è arrivato. Penso che nel primo tempo dobbiamo rimproverarci qualcosa, mentre bisogna ripartire dal secondo tempo. Non ci resta che ascoltare il mister”. Cosa aspettarsi? “Di trovare continuità. Voglio dare una mano a società e tifosi a centrare gli obbiettivi stagionali”. Vido motiva così la scelta di vestire il biancorosso: “Il mister, la società e il direttore mi hanno messo nelle migliori condizioni per venire qua. Hanno investito su di me e questo mi rende orgoglioso e riconoscente. Voglio ripagare gli sforzi fatti”. Nello staff una vecchia conoscenza: “C’è Francesco Vaccariello (preparatore atletico ndr) che conoscevo già all’Atalanta. Lui spinge molto con i carichi e sono un po’avvantaggiato. Credo che questo duro lavoro ce lo ritroveremo più avanti”. Sull’impatto con Nesta: “Mi ha detto di stare tranquillo, di non aver paura di sbagliare e di fare ciò che chiede. Ha voglia di crescere e noi siamo pronti a farlo con lui”. Sulle caratteristiche tecniche: “Sono un attaccante atipico. Non sono una prima punta di peso, ma credo di poter giocare anche in questa posizione. Mi piace avere la palla tra i piedi, ma il direttore mi ha detto che così di gol se ne fanno pochi (ride)”. Poi torna serio: “Sono venuto per aiutare la squadra. Mi posso anche adattare ad attaccare la profondità ma mi piace anche giocare palla incontro. Il mister ci dice di giocare rasoterra e sono molto felice perché mi piace molto questo. L’intesa con Melchiorri? Non è egoista e gli piace giocare con i compagni. Per questo non può che essere positiva”. L’azzurrino ha infine un modello: “Mi piace Ibra, anche se tecnicamente non è uguale me. Di lui ammiravo la personalità, il modo di farsi rispettare con gli avversari e la cattiveria sotto porta”.
UN CURSORE IN RAMPA DI (RI)LANCIO – Felicioli parte invece dalle sue caratteristiche tecniche: “Domenica scorsa ho giocato come terzo a sinistra, ma sono un terzino di spinta. Dove devo migliorare? Forse sulla fase difensiva”. Sull’errore che ha provocato il primo gol del Novara l’esterno marchigiano ammette candidamente: “Ho dato una palla un po’ scomoda a Belmonte, può succedere. Ma sono convinto di poter fare una bella stagione”. Tra gli obbiettivi come detto c’è anche il riscatto personale: “Ringrazio il Perugia per avermi voluto. Sentire la sua fiducia è motivo di grande orgoglio. Sono reduce da un’annata formativa ma difficile avendo trovato poco spazio. Ho scelto questa piazza perché è calda, di quelle che piacciono a me. Per quanto riguarda il ruolo, ripeto, sono a piena disposizione”. La motivazione di poter lavorare con Nesta, essendo cresciuto nel vivaio rossonero, è ai livelli massimi: “Essere allenati da una figura del genere è un privilegio. Spero in una stagione per potermi rilanciare”. Felicioli è stato chiamato a sostituire Marko Pajac, tornato a Cagliari: “Ho visto alcune sue partite, ha fatto molto bene. Sicuramente sarà uno stimolo in più per far bene”. Anche l’ex veronese conclude con il modello a cui ispirarsi: “Non ne ho uno vero e proprio, ma mi piace molto Marcelo, un terzino molto offensivo. Vorrei prendere qualcosa da lui che è il migliore al mondo nel suo ruolo”.
Enrico Fanelli – TifoGrifo.com