Lo scossone Oddo e il silenzio di Cosmi. Tutto per la salvezza del Perugia.
Scritto da Redazione il 19/07/2020
Uno scossone. Possibilmente nel verso giusto. Con tutte le incognite di una mossa che arriva in piena volata finale, nel mezzo di una bagarre dove occorre sgomitare e, per sgomitare, avere un minimo di lucidità, autocontrollo e coscienza della propria forza. Questo lo scenario che si delinea dietro l’esonero di Serse Cosmi e il ritorno di Massimo Oddo. I risultati dell’era Cosmi non sono stati esaltanti. I numeri lo certificano. Le attenuanti e le spiegazioni non mancano, da quelle squisitamente tecniche a quelle ambientali. Il presupposto principale dell’arrivo del tecnico del Ponte fu che il Perugia non era ancora un vero gruppo e tantomeno una squadra, per cui occorreva un tecnico in grado di curare principalmente questo aspetto. Cosmi, per la sua storia, la conoscenza della piazza e i favori ambientali, fu ritenuto la scelta giusta. Le cinque sconfitte consecutive del periodo iniziale furono spiegate come un residuo delle tossine del periodo precedente. La vittoria con la Salernitana prima della sospensione, arrivata dopo le chiarificazioni nel ritiro di Roccaporena, sottolineate (enfatizzate?) da tutti gli attori (si vedano le interviste rilasciate anche a Tifogrifo nel periodo del covid) sembrò aver voltato pagina. Si parlò di chiarificazioni tra i giocatori e lo staff tecnico, di prese d’atto convinte da parte di tutti (e specie di qualcuno) della necessità di sacrificare protagonismi individuali all’interesse di squadra. Il dopo covid sembrò confermare (vittoria ad Ascoli e pari col Crotone) che la strada imboccata era quella giusta. Ma, poi, i risultati sono mancati e, pur con le consistenti (decisive) attenuanti di errori arbitrali e infortuni, il Perugia è precipitato in una posizione di classifica che, ad oggi, sembra candidarla, salvo fare 7 o 9 punti nelle ultime tre partite, al play out. Sono riaffiorate le carenze strutturali della squadra, da quelle della qualità dei giocatori a quelle caratteriali. Sono riemerse, durante le fasi più delicate delle partite, le fragilità difensive (salvo quando in campo c’è Angella), la mancanza di personalità e leadership a centrocampo, e di furore agonistico nei momenti in cui serve. Insomma, come in una malattia profonda, al verificarsi di fattori esterni sfavorevoli (arbitraggi e infortuni) il disagio è ricomparso tale e quale a prima. E sono riemersi i rumors sul presunto mancato feeling tra Cosmi e una parte dei giocatori, con tanto di telefonate “nostalgiche” di alcuni di loro al tecnico pescarese. Certamente, tutti questi elementi andranno attentamente verificati e analizzati a fine stagione per capire bene le vere cause dell’annus horribilis del Grifo (comunque finisca, questo già si può dire). E, capite le cause, si dovrà inevitabilmente passare all’attribuzione delle responsabilità, quelle vere, profonde, di lungo periodo. Quelle che vengono da lontano e concernono i nodi di fondo degli ultimi anni del Perugia, perché non tutto e, anzi, a ben vedere, quasi niente si può spiegare con ricostruzioni superficiali, basate sulle contingenze o su valutazioni di comodo. Ma i processi prima degli esiti non si possono e debbono fare perché, intanto, c’è da salvare il salvabile. E, inoltre, solo a freddo si possono capire e ponderare le cose. Ora tocca a Oddo un compito che certo l’estate scorsa non aveva preventivato: salvare il Perugia e Santopadre dal ritorno nell’inferno della serie C. Un compito per il quale nemmeno i giocatori che il tecnico ha a disposizione sembrerebbero avere le caratteristiche, specie quelle caratteriali. Ma se Oddo ha accettato agli sgoccioli di una situazione complicatissima di tornare in panca, non lo ha fatto certo per desiderio di rivalsa verso l’esonero di dicembre, comunque apparso precipitoso con la squadra nella zona play off. Lo ha fatto perché crede di poter centrare l’obiettivo, riannodando efficacemente i suoi rapporti con il gruppo, con lui rimasto comunque sempre in buoni rapporti, e mettendo da parte divergenze (se ve ne sono) con il responsabile dell’area tecnica Goretti. E perché, sul piano tattico, il discorso può riprendere dal modulo che lui aveva impostato. Certamente, il ritorno di Oddo toglie ai giocatori ogni alibi. Il campo dirà se questo basterà al Grifo per salvare le penne. Intanto, Cosmi esce di scena nel modo che mai avrebbe voluto. E lo fa citando un ulteriore, non ultimo, gesto d’amore da parte sua verso il Perugia, quello di tacere. Comunque vada, merita rispetto e, più avanti, a freddo, la possibilità di parlare e spiegare le sue ragioni. Perché, al di là dei suoi errori, di ragioni ne ha certamente.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia