Latina-Perugia 0-0. Altra vittoria mancata, sul pullman dei play off i posti più scomodi?
Scritto da Daniele Orlandi il 28/04/2015Un altro pareggio con recriminazioni, un altro risultato che lascia nel limbo il Perugia. A Latina la squadra di Camplone mette in campo l’atteggiamento giusto di chi vuole e deve vincere, ma alla prestazione manca anche stavolta il quid che fa fare il salto di qualità nei momenti decisivi. Il punto, è vero, sembra consolidare di un pizzico le possibilità dei grifoni di salire sul pullman dei play off ma, da stasera, sembra ragionevolmente che per loro saranno disponibili i posti in fondo al torpedone, quelli più scomodi. La formazione messa in campo presentava la novità di Amelia, al debutto stagionale, con Comotto e Hegazy al rientro sulla linea difensiva, Lanzafame schierato dal primo minuto in mediana e la coppia d’attacco Falcinelli-Parigini. Conferme per Crescenzi e Faraoni come esterni di centrocampo, con Fossati confermato in regia e Nilesen a fare la legna. Tutto è sembrato funzionare fin dall’inizio, nonostante un cartellino sventolato dopo due minuti a Hegazy che avrebbe dovuto far ricordare a tutti la già nota propensione del signor Manganiello di Pinerolo a sventolare gialli e rossi. Il Perugia ha preso possesso del gioco, ha creato occasioni (anche un salvataggio sulla linea su conclusione di Lanzafame) e poi, appena passata la mezz’ora, è arrivata anche la superiorità numerica per l’espulsione di Alhassan. Lì è sembrato che il Perugia potesse assestare il colpo del ko, ma ci hanno pensato dopo neanche dieci minuti Nilesen (ingenuo a far due falli non indispensabili) e l’arbitro (che, pressato dalle proteste dei pontini, ha pensato bene di ristabilire la parità numerica) a ridare incertezza ad una contesa fino ad allora palesemente in mano al Grifo. La ripresa è stata meno brillante, anche perché il terreno fangoso pesava sotto i tacchetti e, dieci contro dieci, c’era più da correre. Camplone ha fatto sostituzioni chiaramente indirizzate a vincere, anche a rischio di perdere. Verre per Hegazy e Fabinho per Lanzafame al 54′, hanno disegnato una difesa a quattro con Crescenzi e Faraoni a cantare e portare la croce sulle fasce, Fabinho esterno di sinistra, Fossati e Verre in mezzo al campo. Lo spartito non è cambiato, ma i suonatori erano meno brillanti e le occasioni sono state contate. Clamorosa, tuttavia, quella capitata a Falcinelli nel finale, con il centravanti lanciato da Comotto a tu per tu col portiere pontino, ma incapace di chiudere a rete. Dall’altra parte, il Perugia non ha corso mai pericoli, nonostante il Latina avesse i metri e gli spazi che predilige per le sue ripartenza rapide. Sono mancati, però, ai grifoni, la lucidità dell’ultimo passaggio e il cinismo nella stoccata finale. Peccato, la vittoria era alla portata e sarebbe stata indiscutibile. Ora sotto con il Trapani. Lo allena un certo Serse, anima e storia biancorosse. Ma non è tempo di dar spazio al cuore, occorre vestirsi di panni ruvidi e far finta di non riconoscere gli amici, sia pur solo fino alla fine della partita.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia