Lamberto Zauli e Jacopo Giugliarelli in pillole nelle interviste con la stampa per la presentazione del nuovo allenatore del Perugia calcio.
Scritto da Redazione il 28/10/2024
Giugliarelli, grazie a Formisano.
Ringrazio anzitutto Vittorio Formisano perché con lui abbiamo condiviso un percorso. Gli auguro ogni successo perché è un ragazzo bravo e preparato. Poi, il calcio ha dinamiche semplici, se non arrivano i risultati e la continuità che una piazza come Perugia si aspetta, occorre cambiare. Dò il benvenuto a Zauli che per la società incarna le caratteristiche di competenza, conoscenza, capacità di lavorare coi giovani.
Zauli. Il Perugia l’ho scelto sapendo quale storia ha.
Ho scelto Perugia perché qui ho giocato spesso e so quale è la storia e l’attenzione alta di una città verso la propria squadra di calcio. Quanto alla squadra, rispetto quello che è successo fino a ieri e non lo giudico. C’è un bel mix tra giovani promettenti e giocatori esperti.
Giugliarelli. La durata del contratto di Zauli è un anno più uno.
Il secondo anno è legato agli obiettivi raggiunti, che non sono la vittoria del campionato. Ci dobbiamo conoscere, lavorando insieme, e lui deve conoscere squadra, piazza e società. Più dei contatti contano i rapporti e tra persone, le relazioni.
Zauli. Credo nella qualità dei ragazzi.
Ho visto tempo fa casualmente il Perugia a Pesaro. Ha fatto una buona partita. Credo nella qualità dei ragazzi. Le sensazioni che ho avuto oggi? Oggi è una giornata particolare perché c’è un subentro. Tra l’altro oggi è il giorno dopo una partita e domani è la vigilia di un altra partita, quindi è una settimana particolare. Ovviamente, non posso dire nulla. Ma lavorerò perché la mia squadra sia bella, gioiosa e vincente.
Giugliarelli. Guardiamo con Zauli anche ad obiettivi di più lungo termine.
Nel momento in cui si dà una durata oltre l’anno, ovvio che si parli di obiettivi a più lungo termine. Ovvio che siamo ambiziosi, ma guardiamo sempre all’oggi e al terreno di gioco. Il campo dirà come stanno le cose.
Zauli. A Sassari niente stravolgimenti. Ma da subito comincerò a lavorare sui cambiamenti.
Peccato che subentro senza possibilità di conoscere la rosa. Per cui, mi devo giocoforza appoggiare a quello che è avvenuto finora. Potremo stare più insieme per due trasferte consecutive e questo ci aiuterà a conoscerci. Domani cominciamo a studiare la Torres. Tatticamente non toccherò nulla, perché non conosco i ragazzi. Saranno loro a fare la partita. Poi, andremo a Legnago e piano piano -ma non tanto piano- cercherò di costruire quello che mi piace vedere dalla squadra. Tatticamente, la squadra ha fatto e ha dimostrato di saper fare più cose. La difesa a tre o a quattro, le sa fare entrambe. Quindi, adesso in base a chi ci sarà vedremo con i collaboratori come orientarci, tenendo conto che questa è una settimana con tre partite e terremo perciò conto anche di questo. Chiaro che ad un allenatore servono gli allenamenti per decidere e comunque per la partita di Sassari è in programma subito dopo queste interviste un incontro con i collaboratori per analizzare la Torres e orientarci.
Zauli. Il feeling con i tifosi e la città
Nello sport si gioca per vincere. Io voglio entrare nello spirito di una città, nella storia. E lavoro per questo. Poi, se si crea il clima giusto e costruiamo qualcosa di importante, sarò contento di consolidare il feeling. Ai tifosi dico che mi piace che mi vedano come una persona seria, uno cui piace il calcio, ci metto la faccia, che cercherò di essere uno di loro, che farò di tutto per stare bene a Perugia e cercherò di fare i risultati perché poi, se sono qui è perché la squadra deve vincere le partite e il mio obiettivo è in primis questo
Giugliarelli. C’è tempo per invertire il trend.
Nessuna delusione per il pregresso, c’è tutto il tempo per invertite il trend. Un primo bilancio si farà a gennaio col mercato e, poi, ovviamente a fine stagione.
Zauli. Ho detto ai ragazzi come voglio lo spogliatoio, che per me è decisivo.
Mi sono presentato ai ragazzi, ho detto loro come vorrei lo spogliatoio, che per me è la cosa più importante, perché da quella puoi dipende come si va in campo. Anche i ragazzi mi conosceranno e spero nasca tra noi l’empatia che può portare ai risultati.
Zauli. La C è difficile. Voglio “spregiudicatezza” e responsabilità.
Perugia è una bella piazza, nel senso che c’è una storia incredibile, ricordi di una società gloriosa. Farò del tutto per essere una persona seria -ci tengo a questo aggettivo- all’altezza del Perugia. Per i ragazzi, però, questo passato non deve pesare negativamente, perché questo campionato è difficile, ci sono tante piazze che vogliono uscire dalla serie C. Ho chiesto ai ragazzi “spregiudicatezza” nel gioco, ma anche, al tempo stesso, senso di responsabilità.
Giugliarelli. Tutti dobbiamo dare qualcosa in più.
Prima di dire che la squadra è forte, bisogna che la squadra dimostri sul campo di essere forte. Sulla carta è una buona squadra, ma mi aspetto da tutti qualcosa in più. Siamo tutti responsabilizzati e tutti e ciascuno dobbiamo dare qualcosa in più. Con la società ci confronteremo, ma le scelte su eventuali cambiamenti della rosa non vengono fatte ora, ma a gennaio, col mercato. Comunque, penso di poter dire, quanto alla rosa, che non siamo in sofferenza né per quantità né per caratteristiche dei giocatori.
Zauli. Il mio passato lo metto da parte, contano il presente e le persone.
In passato ho già vissuto esperienze di subentro. La mia esperienza da calciatore e allenatore la ricordo con affetto, ma la metto da parte per pensare all’attualità. Non parlo mai di giocatori, ma prima di persone. Devo conquistare alle mie idee loro e quelli che lavorano come me.
Giugliarelli. Zauli la mia prima scelta.
Le scelte tecniche sono frutto di decisioni collegiali, ma spetta al ruolo del ds scegliere l’allenatore e io ho esercitato questo ruolo per la scelta di Zauli. Professionalmente, bisogna sempre avere un’idea, un piano b, se le cose non vanno bene. Per me, tra i tanti profili considerati, Zauli è stato sempre la prima scelta, per esperienze pregresse, per la sua competenza, per la storia nelle giovanili di Empoli, e le caratteristiche del suo modo di far giocare le squadre.
Zauli. Voglio giocatori “cattivi” tutta la settimana, e amo la qualità.
Amo giocatori che abbiamo cattiveria ma anche qualità. Amo chi fa l’uno contro uno, le giocate che fanno la differenza. La cattiveria non basta in partita, ma ci vuole in allenamento e i giocatori devono anche tornare a casa con la determinazione di essere il migliore in campo la domenica. Questo per me è fare il calciatore in modo importante e cercherò di insegnare questi ai giovani e di pretenderlo dai più esperti.
Zauli. Guidolin il mio allenatore ideale.
Se ho un allenatore cui mi ispiro? A me ha cambiato completamente la vita Guidolin. Ero solo un giovane con prospettive e lui mi ha trasformato in un giocatore di calcio a tutto tondo. Con lui mi sono incrociato per ben sei anni della mia carriera calcistica.
Giugliarelli. Le pressioni ambientali.
Ho due difetti: sono perugino e sono qui da otto anni. Perugia è una città esigente, ma dobbiamo prenderci tutti un po’ meno sul serio, perché nel calcio la componente emotiva rappresenta sempre un’incognita su come pesa. Per i giocatori, andare in campo sempre con il peso del passato, di ciò che è stato e deve tornare ad essere, spesso si scontra con gli episodi e la casualità, come la deviazione del primo gol preso ieri, che nessuno poteva prevedere. Non dovremmo dimenticare mai questo fattore. I ragazzi in primis devono tornare alla spensieratezza di cui parlava Zauli, che è necessaria per tornare ai successi.
Zauli. Le sane gerarchie.
In un gruppo siamo tutti uguali per regole, ma poi non tutti i giocatori sono ugualmente determinanti. Ognuno deve portare a casa il proprio risultato. In un gruppo intelligente comunque si devono creare (e qui deve essere brava la società) sane gerarchie, e i giocatori intelligenti devono accettare queste gerarchie. Di solito, i gruppi che sanno capire questo, riescono a fare cose importanti.
Giugliarelli. Il rapporto tra squadra, tifosi e società. L’esempio Cesena.
Ricostruire aspettative e rapporto con città e tifosi con la nuova società? Se la città e i tifosi riescono ad identificarsi con la società perché in primis vedono impegno, qualità e divertimento, si crea quella unione di intenti che porta a risultati importanti. A Cesena lo scorso anno si percepiva quell’entusiasmo, che viene dall’identificazione tra società, squadra e tifosi, e che è presupposto dei risultati.
Zauli. Creare empatia tra tutte le componenti.
Quando si vince è una gioia che si condivide in primis, negli stadi, coi tifosi. L’obiettivo per persone serie quali noi vogliamo essere, è creare questa empatia.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia