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La più brutta dell’anno, il Perugia fa 0-0 con il Latina.

Scritto da il 06/12/2014

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(ASI) La più brutta partita dell’anno. Su questo ci son pochi dubbi. Non li ha neppure Camplone che, in sala stampa, se la prende con l’animus poco battagliero dei suoi. Determinazione, concentrazione, voglia di osare e di buttarsi negli spazi. Queste le cose che sono mancate nell’analisi del tecnico perugino. Il quale, senza far nomi, una distinzione tra i suoi la fa. Perché, dice, alcuni sembrano dare l’anima, mente altri si limitano a fare il compitino. E così non si sfonda, a malapena si arriva alla tre quarti per poi smarrirsi. Risultato, non si tira in porta. E, se non si tira, non si segna e non si vince. Ma in realtà non è solo un problema di attaccanti, che pure il Perugia non ha con le caratteristiche giuste. Anche in mezzo al campo oggi la confusione ha regnato sovrana. Alcuni, come Fazzi, volenterosi ma non sempre lucidi. Altri, come Taddei, del tutto inconsistenti e, subentrando dalla panchina, incapaci di cambiare il corso delle cose. Quasi tutti a giocare ognuno per sé, come se la squadra non contasse più di tanto. Insomma, un’involuzione che conferma il periodo sterile del Perugia davanti ad un Latina ordinato, tutto dietro la linea della palla, che solo timidamente si è affacciato in avanti. La soluzione? Forse un mix di innovazioni tattiche e di ripresa dello spirito battagliero di inizio stagione, cui servirebbe un’iniezione robusta di autostima, cioè qualche vittoria, risultato che nelle ultime undici partite è uscito solo una volta sulla ruota del Grifo. Sul primo aspetto, Camplone ha confessato che ci sta pensando, visto che gli avversari hanno ormai studiato il 3/5/2 del Perugia e la sua squadra rischia un appannamento di gioco che si traduce in un encefalo piatto come quello odierno. E qualcosa si muove, se Lanzafame tra le linee è stato oggi uno dei pochi a dare segnali di vita, e se la difesa a quattro vista a Verona può comunque garantire equilibrio e ripartenze. Tutti progetti su cui Camplone sta già studiando da qualche settimana. Auspicando che nel frattempo l’ambiente sappia aspettare: in questo senso, i fischi di oggi, meritati, sono da leggere più come un invito a scrollarsi di dosso l’apatia che non come una presa di distanza dalla squadra. Poi, a gennaio, il mercato dovrà comunque rimediare alle carenze di organico che ormai tutti riconoscono. Intanto, però, questa squadra deve recuperare anzitutto lo spirito di gruppo e la determinazione che sono la cifra di questo campionato. Breda, l’allenatore dei pontini, lo ha detto chiaramente: questa serie B sembra più premiare le squadre che giocano di rimessa aspettando l’errore dell’avversario, che non quelle che, come il Perugia, cercano di proporsi. In medio veritas: il Perugia non può cambiare il proprio dna, ma deve cercare di acquisire la capacità di giocare in più modi durante la stessa partita. Ne guadagnerebbe in imprevedibilità. Un solo spartito non fa grande nessun musicista, neanche il più bravo.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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il 06/12/2014.
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