La memoria non dovrà andare perduta. A Mimmo la Nord, a Carlo il Museo…
Scritto da Redazione il 04/01/2024
Con il commovente saluto tributato ieri da ultras e sostenitori a Domenico Pucciarini, per tutti ‘Mimmo’, proprio da quei gradoni che lo hanno visto protagonista per oltre quarant’anni, si è chiusa un’epoca nella storia del tifo perugino.
Sono in molti a pensarlo o addirittura a dirlo, senza giri di parole. Non solo per sottolineare la levatura della persona in termini umani e passionali ma anche, probabilmente, per lanciare un monito alle generazioni più giovani. Come a voler dire: ‘Non lasciate che tutto vada perduto, raccoglietene il testimone, ricucite gli strappi, se ce ne sono ancora, e ricompattate un popolo duramente provato da anni di tensioni, polemiche e declino sportivo del sodalizio biancorosso’.
L’amaro destino ha voluto che proprio dieci giorni prima della scomparsa di Mimmo se andasse Carlo Giulietti, storico tifoso, tra i principali artefici del Museo del Perugia Calcio, inaugurato nel 2016. Tra i due c’era appena un anno di differenza, 69 anni il primo e 68 il secondo: praticamente la stessa generazione. Ambienti diversi, idee diverse ed appartenenze diverse ma una comune passione li legava idealmente alla stessa causa, quella del Grifo.
Chiunque abbia frequentato la curva tra gli anni Settanta e gli anni Duemila non può non averli conosciuti, incontrati, incrociati, salutati o almeno cercati per una sorta di inconscio desiderio di approvazione, un gesto per sentirsi parte di qualcosa di più grande: una comitiva, un gruppo, una curva, una città.
Fino a pochi anni fa, prima che la salute gli impedisse di frequentare lo stadio, Mimmo era stato il principale riferimento per tutti i ragazzi della Nord. Non un mero lancia-cori, non UN semplice capo, bensì IL “capo ultrà” per eccellenza, tra gli ultimi ad interpretare il tifo organizzato come era stato pensato alle origini del movimento e alla nascita del gruppo di cui fu cofondatore: l’Armata Rossa.
L’abbigliamento, semplice e spartano, estraneo a qualsiasi moda o tendenza del momento, rifletteva le origini orgogliosamente popolari – o proletarie, come avrebbe preferito dire lui – di un uomo schivo, riservato e apparentemente burbero ma in realtà capace di un cuore grande, sempre pronto ad accogliere i più giovani sui quei gradoni, cercando di dar loro un “verso”, trasmettendogli la sua passione per Perugia e il Perugia secondo un’interpretazione pura e sincera dei codici non-scritti delle curve. Merce rara, anzi rarissima, in Italia, da molti anni a questa parte.
Già poche ore dopo la sua dipartita, le varie pagine social del mondo ultras ne avevano diffuso la notizia. In poco tempo, centinaia di tifosi da tutta Italia hanno lasciato un pensiero per Mimmo: chi non l’ha mai conosciuto, chi l’ha conosciuto, chi l’ha fatto da “amico” o “gemellato”, chi da rivale, anche acerrimo, come i tanti sostenitori di Ternana, Arezzo, Salernitana, Ancona, Ascoli, Roma, Lazio, Sampdoria, Atalanta ed altre piazze che storicamente conservano ben più di una ruggine con la curva perugina.
Alcuni supporter biancorossi hanno già lanciato l’idea in questi giorni e crediamo sia giusto farci megafono, naturalmente senza la benché minima pretesa di patrocinio, per stimolare chi di competenza a valutare la possibilità di intitolare la Curva Nord del Renato Curi a Domenico ‘Mimmo’ Pucciarini ed il Museo del Perugia Calcio, posizionato proprio lì vicino, a Carlo Giulietti. La memoria non dovrà andare perduta.
Andrea Fais – TifoGrifo.com