Il Perugia perde la partita a flipper a Frosinone. Gli episodi premiano chi li sa sfruttare: 2-1.
Scritto da Daniele Orlandi il 03/03/2015Nel flipper del Matusa, tra traiettorie sporcate, rinterzi, ostruzioni e deviazioni, il coriaceo Frosinone imbuca due palle e vince la partita. Hanno deciso gli episodi, tutti a favore del Frosinone. Normale, a dire il vero, visto che il marchio di fabbrica della squadra ciociara è da anni lo stesso: agonismo, palle lunghe, concretezza senza fronzoli, attaccanti che si buttano su tutte le palle, anche quelle apparentemente senza speranze. Il fatto che il copione si sia rivelato esattamente quello previsto, anziché costituire una scusante rappresenta un’aggravante per il Perugia. Non ha convinto la formazione messa in campo da Camplone perché, ad oggi, per puntare con certezza al risultato, il Grifo non può fare a meno della fisicità di Hegazy, delle geometrie di Fossati e delle virtù da attaccante d’area di Ardemagni. Taddei non ha sfigurato, ma quando sarebbe servito aumentare i ritmi, non è quasi mai riuscito a farlo. I tre dietro hanno sofferto la fisicità di Ciofani e Dionisi, mentre Falcinelli in avanti si è spento, inconcludente, nell’imbuto della difesa frusinate. Vinicius non ha demeritato, ma certo non può assicurare l’apporto sulla fascia di Crescenzi. Insomma, gli interpreti migliori, quelli emersi dalle ultime giornate, al momento non sono intercambiabili con quelli scesi in campo oggi senza rimetterci in qualità ed equilibrio. Questo è il succo della serata che, per questo, proietta già le attenzioni ai prossimi impegni, quando si potrà tornare alla formazione più consona. Non tutto è da buttare, nella serata del Matusa. Lo spirito agonistico dei grifoni è stato apprezzabile. La squadra ha lottato dall’inizio alla fine, ha accettato, senza sfigurare, di fare a sportellate con i rudi ciociari e ha sempre dimostrato di credere nelle proprie possibilità. Però, a Comotto e compagni non è riuscito di imbastire il gioco da dietro, perché il pressing avversario è stato asfissiante e a tutto campo. Ed anche il giro palla è stato troppo lento e non ha permesso di sfruttare il gioco sulle fasce. La squadra di Stellone, da stasera addirittura terza in classifica, ha la capacità congenita di sopravvivere anche in condizioni di scarsità: basta una mezza occasione o un errore dell’avversario per permettere a Ciofani e soci di fare le nozze coi fichi. Se, poi -come anche stasera sotto forma di deviazione di Goldaniga- pure la sorte arride loro (ma occorrerà pensare che è comunque una buona sorte tenacemente e scientemente ricercata) diventa arduo batterli. Il Perugia nel secondo tempo ha chiuso i gialloblù locali nella loro metà campo ma, proprio quando i grifoni stavano producendo il loro massimo sforzo, anche creando qualche buona occasione, hanno preso il secondo gol. Partita virtualmente finita, anche se il gol di Faraoni ha riacceso qualche speranza. Il Perugia esce da Frosinone consapevole di aver fatto una decorosa figura, lottando su ogni palla e meritando nella sostanza il pareggio. Ma il rammarico resta, perché si ha l’impressione che sia mancato, oltre al miglior assetto, anche un pizzico di fortuna.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia