In 200 per Suarez a Perugia, segno di una passione per il calcio che non tramonta mai

Perugia, anche se per poche ore, è tornata la capitale del calcio, e non solo nazionale. Una folla numerosissima, oltre 200 persone, ha voluto seguire l’arrivo in Umbria ed in pratica tutti gli spostamenti di Luis Suarez, uno dei più forti attaccanti del mondo attualmente in forza al Barcellona. Il motivo era l’esame di italiano propedeutico al conseguimento del passaporto comunitario, superato in una sessione lampo. Tifosi e curiosi, in buona parte ragazzi giovani, non hanno voluto mancare a questo particolare appuntamento e hanno preso letteralmente d’assalto il cortile antistante l’ingresso della Palazzina Lupattelli, dove il centravanti uruguaiano ha svolto le due prove previste (scritta e orale) e ha sperato invano di ottenere un cimelio importante, vale a dire una foto o un autografo. Niente da fare: Suarez è montato sul taxi ed è tornato in aeroporto in gran velocità, anche se questo era prevedibile.

 

È stata una giornata breve ma intensa dunque, ma che ha fatto capire qualcosa di molto importante: che la passione per il calcio in questa città non è morta, tutt’altro. E questo nonostante il Perugia Calcio si sia macchiato di una retrocessione ancora non digerita dalla piazza, come dimostrano le contestazioni avvenute nei primi giorni di raduno con striscioni e proteste varie. Chi poteva pensare che un esercito così si muovesse in questo modo e per giunta in un giorno lavorativo?

 

Nessuna polemica o cose simili, ci mancherebbe altro. É da questo entusiasmo che si deve ripartire – anche se la visita di questo giocatore, va detto, non ha riguardato direttamente la nostra città – per non disperdere quello che viene considerato un capitale importante. Perché anche attraverso lo sport si può superare con più facilità e rapidità la crisi sociale in cui siamo precipitati negli ultimi mesi per i problemi che tutti noi sappiamo. Chi di dovere ne prenda accuratamente nota.